lunedì 14 settembre 2015

Recensione: Non ho bisogno di te

Titolo: Non ho bisogno di te
Titolo originale: The last thing he needs 
Autore: J. H. Knight 
Traduttore: Chiara Messina 
Editore: Triskell 
Lunghezza: 246 pagine
Collana: World / Rainbow  
Genere: M/M 
Data di pubblicazione: 11 settembre 2015 
Formato: pdf, epub, mobi 
Prezzo: 5,99



Descrizione:

Tommy O’Shea sta crescendo i suoi sette fratelli minori senza l’aiuto del padre e della matrigna tossicodipendenti. Da quando aveva quindici anni è riuscito a dare loro di che sfamarsi e a non farli finire di nuovo in affidamento, ma questo richiede sino all’ultima briciola della sua energia. L’ultima cosa di cui ha bisogno è una storia d’amore che complichi ulteriormente la sua vita.
La recluta Bobby McAlister non ha nulla a che spartire con la realtà squallida e crudele in cui è cresciuto Tommy, eppure il ragazzo non riesce a toglierselo di torno. Man mano che la loro improbabile amicizia si trasforma in una relazione incerta, i due cominciano ad affrontare le quotidiane tempeste dell’esistenza di Tommy con molte risate e più di qualche accesa discussione.
Tommy non è abituato a contare sugli altri e non ha mai chiesto aiuto in vita sua, ma quando una tragedia si abbatterà sulla sua famiglia, mettendo a rischio tutto quello per cui lui e i suoi fratelli hanno lottato, il giovane sarà costretto a imparare a fare entrambe le cose per riprendersi dal duro colpo subito.

La mia recensione:
Leggendo il titolo di questo romanzo ho immaginato subito una persona estremamente orgogliosa, schiva, poco propensa a fare affidamento sugli altri. In effetti, Tommy O’Shea – protagonista nonché voce narrante della storia – corrisponde a questo identikit. Tuttavia, la sua chiusura al mondo non è dettata da presunzione o cattiveria; è piuttosto una corazza che si è cucito addosso per fronteggiare una situazione davvero difficile e per preservare gli affetti. Il padre e la matrigna (la madre biologica è morta), sono entrambi tossicodipendenti: violenti, irresponsabili, incapaci di badare persino a se stessi, vanno e vengono da casa, disinteressandosi completamente dei figli. Tommy è il maggiore di otto fratelli e, sebbene abbia poco più di vent’anni, ha su di sé il peso dell’intera famiglia. Tocca a lui mettere insieme il pranzo con la cena, preoccuparsi che la casa sia vivibile e prendersi cura di tutti. Un’impresa davvero ardua, perché i soldi non bastano mai, perché per garantire il pane a così tante bocche è praticamente impossibile svolgere solo lavori onesti e soprattutto perché la minaccia dei servizi sociali è sempre presente.
Nonostante di brutture ne abbia subite parecchie nella sua giovane vita, Tommy non riesca a immaginare un dolore più grande di quello che potrebbe causargli una separazione dai suoi fratelli.
La sua chiusura al mondo esterno è dettata, dunque, soprattutto dalla paura; paura di attirare l’attenzione delle persone sbagliate o di chi, magari credendo addirittura di fare del bene, potrebbe privarlo della sua unica ragione di vita.
Quando Bobby comincia a ronzargli intorno, Tommy ne è infastidito. Sebbene sia un ragazzo bellissimo, da cui si sente pericolosamente attratto, è certo che frequentarlo non può essere una buona idea, tanto più perché si tratta di un polizotto.
“Non ho bisogno di te” sarebbero appunto le parole che vorrebbe gridargli ogni volta che si avvicina offrendosi di dargli una mano… ogni volta che gli rivolge un sorriso alimentando speranze che sa di non dover coltivare, per evitare di uscirne distrutto. Tuttavia Bobby è un ragazzo molto ostinato e non è tipo da lasciarsi intimidire; sa perfettamente cosa vuole ed è pronto a fare tutto il possibile per ottenerlo.
A dispiegarsi fra le pagine è quasi una favola moderna, la favola di un angelo in divisa che pian piano si insinua nella vita di un ragazzo baciato dalla sfortuna per riconsegnargli la speranza e regalargli l’amore.  
Bobby, infatti, pian piano, riuscirà a fare breccia nella corazza di Tommy e a vincere la sua diffidenza, dimostrandogli che, dopotutto, la realtà non è affollata solo di persone cattive e che il vento può sempre cambiare.
L’intera storia si tinge di chiaroscuri, mettendo a confronto la cruda situazione di cui Tommy e i suoi fratelli sono protagonisti e la dolcezza della storia d’amore che gradualmente sboccia fra lui e Bobby.
Ho trovato la lettura coinvolgente dal punto di vista emotivo anche perché i due protagonisti, seppure in modo diverso, trasmettono una potente carica di positività. Difficile rimanere insensibili di fronte alla maturità e alla dedizione di Tommy nei confronti dei suoi fratelli, così come alla dolcezza e alla generosità di Bobby. Entrando in casa O’Shea, quando i due genitori scriteriati sono assenti, si percepisce un tepore che scalda il cuore; nonostante la povertà, il caos –  inevitabile quando tante persone si ritrovano  a vivere in uno spazio ristretto –,  si respira armonia, solidarietà, spirito di collaborazione, al punto che ci si rende conto, in maniera incontrovertibile, di quanto l’amore sia ciò che più conta.
Essendo particolarmente attratta dai drammi a tinte forti, devo ammettere che avrei preferito una narrazione un po’ più cruda. L’autrice pone molto l’accento sulle svolte e sui sentimenti postivi, lasciando, invece, più all’immaginazione del lettore gli aspetti tragici che rimangono appena abbozzati. Mentre non risparmia dettagli nel descrivere gli sforzi di Tommy per garantire ai fratelli una vita dignitosa, le sue rinunce e poi la nascita del bellissimo sentimento che lo legherà a Bobby, si limita  a piccoli cenni quando tocca tematiche scabrose come la tossicodipendenza dei genitori, le violenze subite dai piccoli, gli aspetti più controversi dell’affido. Una delicatezza che mi è parsa, a tratti, eccessiva per argomenti spinosi come quelli affrontati, ma che potrà essere percepita come un valore un aggiunto da chi preferisce letture dai toni soft.


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