martedì 29 maggio 2018

Recensione: Per cinque minuti in più

Titolo: Per cinque minuti in più
Autrice: Victoria Sue
Traduttore: Natascia Gandini
Editore: Dreamspinner
Pagine: 221
Prezzo: 6,99
Disponibile qui

Descrizione:
Serie Enhanced World, Libro 1
Fin dal momento della sua trasformazione in un umano potenziato, Talon Valdez sapeva che avrebbe dovuto dire addio alla sua vita e ai suoi sogni. Trattati con diffidenza, insultati, spesso rinchiusi, i potenziati sono visti come mostri, disprezzati dalla società e considerati inadatti a prestare servizio nell’esercito o nelle forze dell’ordine.
Anni più tardi, ha la possibilità di creare una task force di potenziati all’interno dell’FBI, ma a una condizione: ogni potenziato deve fare coppia con un essere umano normale.
Finn Mayer sogna di entrare nell’FBI da quando aveva quattordici anni e ha fatto qualsiasi sacrificio perché ciò avvenisse: ha sopportato di vivere con una madre egoista, con un fratello omofobo e bullo e di non avere un compagno. Soffre però di dislessia non diagnosticata e basta questo a frustrare le sue aspirazioni sul nascere. La sua ultima occasione è fare coppia con Talon, un potenziato con abilità letali, che però non vuole affidare i suoi segreti ai normali e che pertanto vuole vederlo fallire.

Quattro sono le settimane a disposizione di Finn per provare alla squadra quanto vale. Quattro le settimane perché la squadra dimostri al resto del mondo che può funzionare. E quando un altro gruppo minaccia il loro successo – mettendo a rischio le loro vite – sarà per quattro settimane che dovranno sopravvivere.

La mia recensione:
Essere diversi in una società che punta all’omologazione, spesso può rappresentare un ostacolo alla realizzazione dei propri sogni. Ciò vale nella realtà attuale e ancor di più nel futuro immaginato da Victoria Sue. Per ragioni ancora non del tutto note – forse a causa dell’inquinamento o dei pesticidi – si è sviluppata una nuova razza, quella dei potenziati, ovvero esseri umani dotati di superpoteri, un po’ come gli Avengers o I Fantastici quattro. Lungi dall’essere considerati degli eroi, però, sono considerati mostri e banditi dalla società, perché ritenuti pericolosi. Nel momento in cui la natura di un potenziato si manifesta, attraverso un marchio che compare d’improvviso sul volto, scatta il rifiuto e l’allontanamento dalla famiglia.
Disprezzati e ghettizzati, i potenziati non godono degli stessi diritti dei cittadini normali e non possono svolgere le stesse professioni.
Ma c’è chi non condivide il pensiero più diffuso e si batte per la loro integrazione. Allo scopo, per esempio, è stata organizzata una task force segreta dall’FBI. L’idea è quella di far lavorare i potenziati in coppia con umani comuni per dimostrare alla cittadinanza che i primi non sono necessariamente pericolosi, anzi possono mettere i loro superpoteri al servizio di tutti, per il perseguimento di un bene comune. Tuttavia, metterla in pratica non è facile perché, come si può facilmente immaginare, pochi sono gli agenti normali disposti ad affiancare gli esseri superdotati.
Potendo, probabilmente, anche Finn Mayer si tirerebbe indietro, ma lui non ha grandi possibilità di scelta perché è a sua volta un diverso. A causa della sua dislessia, non può essere ammesso nell’FBI, come vorrebbe; accettare di entrare a far parte della squadra segreta H.E.R.O. e di far coppia con il potenziato Talon Valdez, è l’unica chance che gli rimane per coronare il suo sogno.
È per questo che accetta la sfida e inizia il suo addestramento. Riuscirà a portarlo a termine e a resistere al fianco di Talon? L’impresa di sicuro non si prospetta semplice, tanto più perché il potenziato non sembra affatto felice di averlo fra i piedi, ma sarà davvero così o la sua apparente ostilità cela qualcos’altro?
Proiettandoci in un’ambientazione fantascientifica dal sapore distopico, l’autrice ci racconta una storia di emarginazione, di lotta per l’affermazione dei diritti umani e d’amore, giacché il rapporto fra Finn e Talon è desinato a evolversi, andando ben oltre lo stretto ambito lavorativo.
La storia è indubbiamente appassionante, si legge con curiosità e trasporto perché fa leva sulla componente emotiva e può contare su personaggi ben caratterizzati, anche dal punto di vista psicologico. Non posso negare di aver trovato la lettura godibile, purtroppo però non posso dire nemmeno di esserne rimasta del tutto soddisfatta. Il punto debole di questo romanzo, secondo me, sta nella totale mancanza di originalità, e non mi riferisco solo all’idea di fondo abbondantemente sfruttata da svariati fumetti, libri e film, come quelli citati in apertura. La somiglianza più stretta l’ho ravvista fra questo romanzo e la serie dei THIRDS di Charlie Cochet. Qui si parla di potenziati, lì abbiamo a che fare con una particolare specie di mutanti, ma l’idea di base è praticamente la stessa e le dinamiche sono molto simili; la stessa coppia formata da Finn e Talon ricorda tantissimo – troppo – quella formata da Dex e Sloane.
Leggendo non sono riuscita a scrollarmi di dosso la sensazione di avere fra le mani una “brutta copia” dell’opera della Cochet e questo ha raffreddato parecchio il mio entusiasmo. Trattandosi solo del primo capitolo di una serie, comunque, si può ben sperare che nel prosieguo i punti in comune diminuiscano fino a scomparire e che la storia decolli assumendo una propria identità.





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