lunedì 29 ottobre 2012

Recensione: Un Amore di Angelo

Titolo: Un Amore di Angelo
Autrice: Federica Bosco
Editore: Newton Compton
Collana: Anagramma
Pagine: 384
Prezzo: 9,90

Descrizione:
Nei mesi trascorsi a Firenze a casa della nonna, Mia ha sempre sentito Patrick vicino a sé. Da quando le onde del mare lo hanno inghiottito, non ha mai smesso di udire la sua voce, e la sua presenza veglia su di lei come un angelo. Adesso Mia è di nuovo in Inghilterra e ha finalmente ottenuto l’occasione che attendeva da sempre: un’audizione alla Royal Ballet School. Ma quando, su quel palco, ha capito che il sogno stava per trasformarsi in vita reale, ha pronunciato il suo no. Non ha potuto rinunciare alla libertà di danzare senza regole, vincoli, restrizioni. Pat le è stato sempre accanto, anche di fronte a una decisione così complicata. Per Mia può ora iniziare una nuova vita: lei e Nina, l’amica del cuore con cui ha ricostruito un rapporto che pensava perso, vanno a vivere a Londra, dove Mia si iscrive a una scuola d’arte che la entusiasma, The Brit. Ma Londra non è solo divertimento e cambiamenti: le due amiche dovranno affrontare insieme anche la difficile gravidanza di Nina. A sostenerla, come sempre, ci sarà l’eterea presenza di Patrick…

L'autrice: 

Federica Bosco è scrittrice e sceneggiatrice. Con la Newton Compton ha pubblicato Mi piaci da morire, L’amore non fa per me, L’amore mi perseguita (la trilogia delle avventure sentimentali di Monica), Cercasi amore disperatamente e S.O.S. amore: tutti hanno avuto un grande successo di pubblico e di critica, in Italia e all’estero. È anche autrice di due “manuali di sopravvivenza” per giovani donne: 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi) e 101 modi per dimenticare il tuo ex e trovarne subito un altro. Un amore di angelo è il capitolo conclusivo della trilogia checomprende Innamorata di un angelo e Il mio angelo segreto. Potete leggere di lei sul suo seguitissimo blog all’indirizzo www.federicabosco.com.

La mia recensione:

Appartengo alla folta schiera di lettrici che, avendo seguito con passione le vicende di Mia e Patrick, hanno atteso con trepidazione la pubblicazione del capitolo conclusivo della trilogia.
Desideravo rincontrare i personaggi a cui mi ero affezionata ed ero curiosa di scoprire come sarebbe finita la storia. A lettura conclusa provo un profondo senso di nostalgia, segno evidente che, ancora una volta, l’autrice ha fatto centro.
Penso che la scrittura di Federica Bosco abbia qualcosa di magico perché riesce a rapire ed emozionare pur senza ricorrere a grandi effetti speciali. Nonostante la presenza di un angelo tra i protagonisti, a partire dal secondo volume, conferisca un piccolo tocco surreale al racconto, la sua è una storia che si compone di ingredienti semplici, di piccole e grandi esperienze di vita universalmente condivisibili. I tre capitoli che compongono la saga hanno il sapore e i colori di una favola moderna ma, nel contempo, ci regalano un affresco genuino e realistico dell’adolescenza. Leggendo questi libri ho avuto la sensazione di fare un tuffo nel mio stesso passato, di rivivere le gioie, i dolori, le grandi speranze e le illusioni che hanno contrassegnato  i miei sedici anni. Forse, proprio per questo, pur non avendo una spiccata indole romantica, sono caduta nel vortice e mi sono lasciata conquistare in pieno.
Con Un Amore di Angelo il cerchio si chiude in maniera perfetta, probabilmente nell’unico modo possibile affinché non si perdesse il contatto con la realtà senza, tuttavia, rinunciare al sogno.
Dopo aver brillantemente affrontato l’audizione alla Royal Ballet School, Mia si ritrova a fare i conti con se stessa, a guardare dentro di sé per capire cosa desidera davvero e quale direzione dare al suo futuro. Comprende che una scuola improntata sulla disciplina ferrea e sullo spirito di competizione non può permetterle di esprimere al meglio la sua creatività. Chiusa in una gabbia dorata, di sicuro non sarebbe felice, finalmente prende in mano le redini del suo destino e compie una scelta: seguire Nina, l’amica ritrovata, a Londra e iscriversi alla Brit, una scuola d’arte in cui potrà sperimentare anche altri tipi di danza.
Per le due ragazze  è l’inizio di una nuova importantissima esperienza, quasi un battesimo del fuoco che segnerà il loro ingresso nel mondo degli adulti.
Sebbene l’amica di famiglia Betty le segua a Londra e la zia Kate sia loro vicina di casa, entrambe devono imparare a badare a se stesse. La prova è resa più dura dal fatto che Nina aspetta un bambino e sta per compiere il difficile salto che dalla spensieratezza dell’adolescenza la catapulterà in una dimensione fatta di responsabilità e rinunce.
Mia p ancora contare sulla presenza del suo Angelo −  voce onnipresente nella sua testa che la guida e la incoraggia − ma si ritrova a fronteggiare una serie di difficoltà. Da una parte c’è sua madre che fatica ad accettare la sua scelta e c’è la nonna che, disapprovando, si è irrimediabilmente allontanata da lei. Dall’altra c’è la nuova scuola che rappresenta una preziosa occasione ma anche una grande sfida. E poi c’è lei, Nina, piccola e fragile con la sua creatura in grembo alla quale deve il suo sotegno.
Naturalmente non mancheranno nuovi incontri, più e meno fortunati, che ci permetteranno di affezionarci a nuovi personaggi. Conosceremo, tra gli altri, il temibile insegnante di coreografia Goddart, la cugina di Nina Eileen che ci riserverà qualche sorpresa, l’antipatica Joey e il simpaticissimo Adam che riuscirà a suscitare la gelosia di Patrick.
Con lo stile frizzante e ironico che la caratterizza, Federica Bosco ci introduce in questa nuova fase della vita di Mia, disegnando il suo percorso di crescita. Nei primi capitoli rincontriamo la ragazzina fortemente provata dalle esperienze drammatiche che l’hanno segnata e ancora incapace di elaborare il lutto. Malgrado sia animata dalla voglia di reagire, ostenta un atteggiamento immaturo, tende a piangersi addosso e a fuggire di fronte alle avversità tanto da risultare, a tratti, esasperante. Gradualmente però la vediamo evolversi e tirare fuori una grinta insospettabile, grinta che le sarà indispensabile per acquisire definitivamente la consapevolezza di non poter andare avanti rimanendo ancorata al passato.
Così come nei libri precedenti, non mancano i piccoli complotti, le gag divertenti e alcune svolte tipicamente da fiaba ma i sentimenti rimangono costantemente autentici e padroneggiano la scena dall’inizio alla fine. Leggendo si ride, si piange, si sogna e ci si risveglia, proprio così come accade nella realtà di tutti i giorni.
Man mano che le pagine scorrono − e vi garantisco che è davvero difficile distogliere lo sguardo − il romanzo si connota sempre più come un dolcissimo inno alla vita, un invito a riflettere su quanto sia imprevedibile e incredibilmente breve, e proprio per questo meritevole di essere sorbita fino all’ultima goccia. Vivere, vivere intensamente, senza lasciarsi irretire dalla paura di soffrire, restare con i piedi ben saldi per terra ma mai rinunciare a sognare, in fondo niente conta più di questo.






 




 

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