In libreria il 23 maggio 2013
Titolo: Rivolta e rassegnazione
Autore: Jean Améry
Editore: Bollati Boringhieri
Collana: Nuova Cultura Introduzioni
Pagine: 152
Prezzo: 16,00 euro
«Il libro nasce da un grande paradosso, che gli conferisce genio e poesia»
[Claudio Magris]
Descrizione:
Solitamente
ci affrettiamo a togliere dalla vista ogni segno o richiamo della
nostra debolezza, della nostra mortalità, e ciò è più che comprensibile.
In un’epoca in cui l’intelligenza si distoglie non solo dalle vicende
immediate della coscienza, ma più in generale dall’uomo, Améry riflette
in questo suo libro sul vissuto, sui segni che la vita lascia sul nostro
corpo, registrando con la maggiore lucidità e fedeltà possibili i
processi nei quali si trova invischiato chi invecchia, cioè tutti noi.
Le sue sono le riflessioni di uno stoico estremo, che procedono
sostanzialmente con il metodo dell’introspezione, senza tuttavia
trascurare l’osservazione e l’immedesimazione, ma tralasciando
volutamente ogni criterio di scientificità, o tantomeno di rigore
logico. Con la stessa disincantata lucidità con cui ha analizzato la sua
esperienza di sopravvissuto ad Auschwitz, Jean Améry riflette su
quell’implacabile perdita di terreno che chiamiamo invecchiare, e, anche
se la sua analisi mette in gioco la sua propria sfera personale, e
nonostante non vi sia traccia di dubbie attribuzioni di valore del
declino – la saggezza dei vecchi, la nobiltà della rassegnazione –, le
sue parole riguardano tutti noi.
Jean Améry (Vienna 1912 - Salisburgo 1978), pseudonimo di Hans Chaim Mayer, dopo gli studi di filosofia in patria emigra all’epoca dell’annessione dell’Austria da parte della Germania nazista in Belgio, dove partecipa alla resistenza. Catturato, viene deportato ad Auschwitz, dove resterà fino alla liberazione del campo, nel 1945. Tra le sue opere, pubblicate da Bollati Boringhieri: Intellettuale a Auschwitz (2011), Levar la mano su di sé. Discorso sulla libera morte (2012) e Charles Bovary, medico di campagna. Ritratto diun uomo semplice (1992).
In libreria dal 30 maggio
Titolo: La seconda morte di Mallory
Autore: Reinhold Messner
Editore: Bollati Boringhieri
Collana: Varianti
Pagine: 236
Prezzo: 16,50 euro
Descrizione:
Nel
1924, lo scalatore inglese George Mallory, insieme al compagno Andrew
Irvine, tentò la prima conquista dell’Everest. Entrambi morirono
nell’impresa – erano al terzo tentativo – ma nessuno ha mai saputo con
certezza se prima o dopo aver raggiunto
la cima. Di
sicuro, entrambi furono avvistati a circa
250 metri
dalla vetta, prima che scomparissero per
sempre dietro alle nubi. Poi, nel 1999, il ritrovamento del corpo
perfettamente conservato di Mallory ha riproposto questa storia
leggendaria. Purtroppo Mallory non aveva con sé la macchina fotografica
che avrebbe potuto confermare o meno il compimento dell’impresa: non fu
mai ritrovata neppure la foto della moglie che intendeva lasciare sulla
cima a testimonianza della sua conquista.
Reinhold
Messner, il più grande scalatore vivente, celebre tra l’altro per aver
compiuto la prima ascensione dell’Everest senza ossigeno e in solitaria,
proprio sulla parete tentata da Mallory sessant’anni prima, affronta
l’enigma della fine del suo predecessore, e ci offre una ricostruzione
insieme documentata e romanzesca. Attraverso la vicenda pionieristica di
Mallory, riletta alla luce della propria esperienza e ricostruita al di
là del mito, l’autore di questo racconto appassionante accompagna il
lettore sulla scena himalayana, quando era ancora sede d’imprese
eroiche, prima che diventasse meta turistica per comitive. E fornisce,
forse, la soluzione dell’enigma.
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