Titolo: Il libro delle verità nascoste
Autrice: Amy Gail Hansen
Editore: Garzanti
Pagine: 288
Prezzo: 16,40
Descrizione:
Ruby vuole solo dimenticare. Vuole solo cancellare l'ultimo anno al
Tarble College e nascondere nel profondo quel segreto che non ha
confessato a nessuno. Eppure, quando crede che il peggio sia alle spalle
si ritrova tra le mani il libro da cui tutto è cominciato. Il libro che
custodisce le ombre del suo passato. È all'interno di una valigia: il
bagaglio di Beth, una compagna di college che da pochi giorni è
scomparsa.
Ruby non poteva immaginare che Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf
riuscisse ancora a toccare le note più recondite della sua anima. A
riportarla faccia a faccia con le sue paure. Ma lei è l'unica a
conoscere il suo fascino oscuro. Tra quelle pagine ha visto crescere
un'ossessione per le scrittrici suicide, donne fragili che si sono
abbandonate al gesto più estremo. Un'ossessione che giorno dopo giorno
l'ha avvicinata sempre più a Mark, il suo professore di letteratura.
Eppure Ruby non può lasciare che quest'incubo si impadronisca di nuovo
di lei, proprio ora che Beth è sparita. Deve cercarla. La ragazza sa che
c'è solo un luogo che racchiude tutte le risposte. L'ultimo posto in
cui vorrebbe tornare: Tarble, la sua università.
Lì dove ha imparato che ciò che conta è essere i migliori, a qualunque
prezzo. Lì dove misteriosi tentativi di suicidio le parlano di un
destino a cui è difficile sfuggire. Lì dove, nel silenzio degli antichi e
bui corridoi, ogni traccia riconduce a quel libro su cui c'è ancora
molto da svelare. Perché dietro un animo fragile può celarsi un grande
coraggio e dietro un amore innocente qualcuno che colpisce dove fa più
male.
L'autrice:
Amy Gail Hansen ha trascorso la sua infanzia nei pressi di New Orleans.
Dopo essersi laureata in inglese ha lavorato come insegnante,
giornalista e scrittrice a Chicago, dove vive con il marito e i tre
figli. Il libro delle verità nascoste è il suo romanzo d'esordio.
La mia recensione:
Un
lavoro insolito quanto monotono, un lutto ancora da elaborare, il senso di
sconfitta per aver mancato un traguardo importante. La vita di Ruby somiglia a
un fragile castello di carte, faticosamente edificato, ma pronto a crollare al
minimo soffio di vento.
E
la folata arriva, violenta, imprevista, spiazzante. Non ha nulla di etereo
però, anzi ha la forma squadrata e la dura consistenza di una valigia. Una
valigia smarrita, pronta per essere restituita alla legittima proprietaria,
solo che… la proprietaria in questione non è Ruby. La targhetta apposta sul
bagaglio reca il suo nome, ma appartiene a Beth, una sua ex compagna di
college.
Il
mistero si infittisce quando, aprendola, la ragazza vi trova una copia di Una stanza tutta per sé di Virginia
Woolf, ovvero il romanzo su cui stava scrivendo la sua tesi di laurea; uno dei
tanti di cui ha dovuto sbarazzarsi dietro consiglio della sua psicoterapeuta.
Sì,
perché Ruby ha maturato nel tempo una strana ossessione per le scrittrici morte
suicide, giungendo al punto di tentare lei stessa un gesto simile, e stava appunto
cercando di liberarsene insieme ai fantasmi del passato, prima che l’inattesa
consegna l’agguantasse con forza per riportarla indietro.
È
davvero per caso che quel libro è tornato nelle sue mani? È un caso che la
valigia dell’amica sia stata riconsegnata proprio a lei?
Sono
interrogativi impossibili da ignorare, tanto più perché Beth è scomparsa.
Questo
incipit gravido di mistero introduce una storia di confine, un thriller
psicologico magistralmente congegnato che si gioca tutto sul perturbante. Sin dalle
prime battute si percepisce che qualcosa di negativo sta accadendo, ma non si
riesce a comprendere di cosa si tratti realmente. Un senso di inquietudine
crescente serpeggia sotto pelle insieme a un dubbio persistente che accompagna la
lettura: il pericolo è fuori? Ha il volto e la mano armata di un serial killer,
oppure è dentro e ha i contorni sfuggenti della follia?
L’intera
trama si snoda in un territorio indefinito, a tratti surreale, in cui è davvero
difficile distinguere la linea di demarcazione tra realtà e allucinazione. I
ricordi dolorosi di Ruby si intrecciano
con il suo disagio psichico; le esperienze concrete con le visioni delle scrittrici del passato; i sospetti e le
verità strappate a piccoli morsi sulla
scomparsa di Beth con i cocci di una relazione amorosa andata in frantumi
insieme alla sua stabilità emotiva.
La
complessa personalità della protagonista rappresenta il fulcro intorno a cui si
snodano gli eventi, occorre penetrare la
sua mente e poi volgere lo sguardo fuori per tentare di riconsegnare alla loro
giusta dimensione tutti i tasselli di
questo romanzo, in grado di tenersi in
perfetto equilibrio tra suspense e introspezione.
Il libro delle verità nascoste,
infatti, travalica i confini di genere riuscendo a coniugare il thriller con il racconto di stampo più
intimistico; un racconto che scava nell’animo umano alla ricerca del suo nucleo
fragile, non trascurando di scandagliare l’amore e, nello stesso tempo, traccia
un percorso quasi parallelo, teso a intessere un dialogo con alcune figure di
spicco della letteratura. Per svelare i segreti di Ruby occorrerà prestare
attenzione anche ad autrici come Virginia Woolf, Sylvia Plath, Charlotte
Perkins Gilman, indagare i recessi più reconditi del processo creativo, sondare
gli abissi della depressione, affrontare i lati oscuri della mente geniale.
Amy
Gail Hansen riesce così a tenerci sulla corda coinvolgendoci in un giallo mozzafiato
e, contemporaneamente, ci prende per mano guidandoci lungo un sentiero accidentato,
lì dove la ricerca della soluzione coincide con una ricerca interiore, tesa alla
conquista della propria identità e del proprio equilibrio.
Mi è piaciuto abbastanza. Alcune trovate le ho trovate un po' forzate, ma è un buon esordio!
RispondiEliminaA me è piaciuto parecchio, è un thriller diverso dal solito e regala anche un'occasione per avvicinarsi, o riavvicinarsi, ad alcune grandi scrittrici del passato.
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