Titolo: Nessuno escluso
Autore: M.J. Arlidge
Editore: Corbaccio
Pagine: 400
Prezzo: 16,40
Descrizione:
Southampton. Quasi un anno dopo i tragici avvenimenti di Questa volta tocca a te.
Il cadavere di un uomo viene ritrovato in una casa disabitata. Il cuore
è stato strappato e spedito alla moglie e ai figli. Lui è la prima
vittima e l’ispettore di polizia Helen Grace sa bene che non sarà
l’ultima. Ma come mai un uomo felicemente sposato viene ritrovato così
lontano da casa sua nel cuore della notte?
I
media parlano di uno Jack lo Squartatore al contrario: un serial killer
che dà la caccia a uomini di famiglia con una doppia vita. Helen
percepisce la furia che cova dietro gli omicidi, ma ciò che non sa è
quanto sia terribile né cosa l’aspetti alla fine di questa catena
mortale. Il nuovo romanzo di M.J. Arlidge, Nessuno escluso, arriva nelle librerie italiane dopo aver venduto 280.000 copie nella sola Inghilterra. Il libro è in uscita in 22 Paesi.
La mia recensione:
Ripensate
per un attimo ai delitti di Jack lo Squartatore e immaginate una situazione in
cui i ruoli sono ribaltati: non più un serial killer che uccide le prostitute,
ma una prostituta, trasformatasi in assassino seriale, che giustizia i suoi
clienti.
Intrigante,
sebbene non originalissima, è proprio questa l’idea alla base di Nessuno escluso.
Tutto
comincia quando, in un quartiere malfamato di Southampton, viene ritrovato il
cadavere di un uomo barbaramente mutilato e privato del cuore. Contestualmente,
l’organo debitamente impacchettato viene recapitato alla sua famiglia.
È
solo l’inizio di una serie di delitti che a partire da qui si ripetono con lo
stesso modus operandi.
Le
vittime sono, all’apparenza, tutti uomini irreprensibili, mariti invidiabili e
padri modello che nessuno si aspetterebbe mai di incontrare in una zona della
città notoriamente frequentata da delinquenti e prostitute. Sin dalle
primissime indagini, emergerà tuttavia che si tratta di soggetti dalla doppia
vita e che ad accomunarli è proprio la passione per la stessa prostituta.
Angel,
è questo il nome d’arte che le hanno attribuito i membri del forum Bitchfest in
cui si recensiscono le prostitute e i clienti in incognito si scambiano pareri
e informazioni utili. Per il resto di lei non si sa nulla, nemmeno quale sia il
suo aspetto, giacché scovare e interrogare in tempo utile gli uomini che l’hanno
frequentata sembra essere una missione impossibile.
Il
romanzo si sviluppa sul filo delle indagini svolte dalla squadra di polizia
incaricata di svelare l’identità di questo “Squartatore” in minigonna e
assicurarlo alla giustizia, ma è la stessa squadra a fornire lo spunto perché
altre piccole storie si incastrino nel plot portante. Il caso viene infatti affidato
a tre investigatori che recano con loro dei trascorsi particolari. L’ispettore
Helen Grace, in un recente passato, ha ucciso la sorella, rivelatasi una serial
killer; ancora incapace di metabolizzare l’accaduto, sfoga i suoi sensi di
colpa attraverso pratiche di sesso sadomaso. Charlie Brooks, sequestrata dalla
sorella di Helen quando le indagini erano ancora in corso, è appena rientrata
in servizio dopo una pausa durante la quale ha cercato di superare il trauma e
rimettere insieme i pezzi; nonostante si senta pronta per rimettersi in
carreggiata, il suo rapporto con la Grace è ancora molto teso e tornare ad
affiancarla in servizio non le risulterà affatto facile. Tony Bridges, invece deve
fare i conti con la grave malattia che ha colpito la moglie paralizzandola dalla testa in giù;
di sicuro è un buon poliziotto, ma i problemi familiari rischiano di invadere
la sfera lavorativa procurando impreviste complicazioni.
Insomma,
un team composto da persone capaci ma dall’equilibrio precario, le cui vicende personali,
emergeranno strada facendo e avranno anche delle ripercussioni sulle indagini.
A
tirar fuori gli scheletri dagli armadi e a mescolare pubblico e privato
contribuirà anche la giornalista Emilia Garanita, donna cinica e senza scrupoli
pronta a calpestare qualsiasi valore etico pur di assicurarsi uno scoop.
La
caratterizzazione dei membri della squadra investigativa e l’attenzione dedicata
alle loro storie personali, dal mio punto di vista rappresenta proprio il
maggior punto di forza di questo romanzo, che pur lasciandosi leggere con
piacere, di certo non apporta nessuna ventata di novità, rimanendo piuttosto
fortemente ancorato ai cliché del genere.
La
componente più marcatamente thriller si dispiega in maniera abbastanza
prevedibile e senza grandissimi misteri. Sebbene i dettagli si conquistino solo
nella parte finale, fin dall’inizio il lettore ha ben chiaro l’identikit dell’assassino
nonché il suo movente ‒ un movente forte, decisamente comprensibile, al punto
da farci apparire la colpevole quasi come la vera vittima, ma anche piuttosto
scontato.
Non
posso dire che il romanzo mi sia dispiaciuto, nel complesso è un buon thriller,
apprezzabile tanto più perché denuncia l’ipocrisia di quegli uomini che,
vestendosi di falsi moralismi, finiscono spesso per maltrattare gli esseri più
deboli; devo però ammettere che da un caso editoriale come questo mi aspettavo
una marcia in più.
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