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lunedì 27 luglio 2015

Excerpt reveal: La mia vendetta con te di Giovanna Roma


Ciao a tutti,
qualche giorno fa vi ho presentato La mia vendetta con te di Giovanna Roma uscito lo scorso 22 luglio (qui)

Oggi vi propongo un breve estratto che l'autrice ha deciso di condividere con tutti noi.


Estratto:



Sono dei possenti colpi alla porta a risvegliarmi.
«Cazzo, Kate. Porta il culo fuori di lì o giuro che te lo picchio a sangue!»
Non appena riconosco la voce, schizzo fuori dalla vasca.
«A...arrivo, un attimo.»
«Apri questa dannata porta! Subito!»
Mi avvolgo il corpo infreddolito in un morbido accappatoio bianco di spugna. Apro tremante la porta e lo vedo entrare come una furia, rosso in volto e con occhi minacciosi.
«Perché cazzo ti sei chiusa dentro?» sbraita adirato.
«Non sapevo se ci fosse qualcun altro in casa a parte noi due» spiego come se fosse evidente.
«E anche se fosse?» ribatte sollevando le spalle.
«Ma potrebbe entrare qualcuno» insisto.
Maksim alza la mano destra e la cala sul mio viso due volte, dritto e rovescio.
«Ti avverto, stronza, non chiuderti mai più a chiave. I miei ospiti ed io dobbiamo sempre avere accesso a te.»
Impallidisco di colpo, perché ora mi sono chiare come non mai le sue intenzioni. “Non parli sul serio” ribatto con le lacrime agli occhi. «Se era questo il tuo obiettivo sin dall’inizio, allora perché non hai lasciato che Nikolaj o quei quattro tizi della taverna mi violentassero?»
Maksim si avvicina con aria potente e intimidatoria.«Tu non spalancherai le gambe al primo cazzo che ti attira, come fossi una puttana qualunque. Le aprirai solo se te l’ordinerò io e per chi vorrò io.» Le sue dita scattano dritte intorno al mio collo. É così veloce che neanche lo vedo muoversi. Gli occhi scintillanti rabbia sono ipnotici. «Tu mi appartieni, Katerina ed esegui soltanto i miei comandi.» Lo dice con una calma così gelida da farmi perdere un battito. A poco a poco mi libera dalla sua presa. Sento il peso di ogni cosa: i decimi di febbre, le sue parole, i suoi insulti e minacce, i suoi schiaffi. E scoppio in un pianto che mi accascia al suolo.
«Io ti possiedo. Ogni parte di te mi appartiene. Mente» prosegue quella fredda voce passandomi un dito sulla fronte. «Perché è a me che pensi quando vieni e corpo, perché reagisce così solo con me.»
Maksim mi prende per capelli e tira fino in corridoio. Urlo per il dolore, strillo di lasciarmi andare, finché non molla la presa. Con la punta del piede mi solleva il mento perché lo guardi dritto negli occhi. Le braccia incrociate sul petto, le possenti spalle e il volto duro gli conferiscono un aspetto minaccioso ed io smetto subito di piangere. La mia espressione è un concentrato di odio.


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