Titolo: La nostaalgia degli atomi
Autore: Linus Reichlin
Editore: Atmosphere Libri
Pagine: 316
Prezzo: 17 euro
Autore: Linus Reichlin
Editore: Atmosphere Libri
Pagine: 316
Prezzo: 17 euro
Descrizione:
Bruges, tranquilla cittadina nelle Fiandre, sonnecchia sotto una pioggia
insistente. Jensen, ispettore di polizia con un'insolita passione per gli
elettroni e i fotoni, conta i giorni che mancano al pensionamento anticipato.
Nella cantina trasformata in laboratorio, tutto è ormai pronto per l’esperimento
della doppia fenditura, nel quale è racchiuso il "segreto" della meccanica
quantistica e dell'universo intero. A scombinare i piani dell'ispettore, un
ricco turista americano che si presenta in commissariato affermando di aver
ricevuto una lettera minatoria. Il giorno dopo, l'americano è morto e i suoi
figli, due gemelli undicenni, sono spariti. La causa della morte è oscura:
l'aorta è recisa di netto dall'interno. La sua autopsia indica un omicidio che
supera le capacità umane. Un'altra figura enigmatica, Annik O'Hara, donna
bellissima, cieca e poco incline ai compromessi, è interessata, come Jensen, a
ritrovare i due gemelli, o meglio la loro babysitter, Esperanza, una giovane
messicana con doti di chiaroveggenza che le ha ucciso il marito. Le tracce
porteranno Jensen e O'Hara in Arizona, poi in Messico, in una apocalittica
Sierra Madre, insieme, ai confini del mondo spiegabile.
L'autore:
Linus
Reichlin è nato nel 1957 in Svizzera e oggi vive a Berlino. Dopo lunghi
soggiorni nel sud della Francia e in Canada, ha cominciato a scrivere reportage
per i quali ha ricevuto nel 1996 il premio Ben Witter della ZEIT. La
nostalgia degli atomi (Die
Sehnsucht der Atome, 2008) è il suo
romanzo di esordio e il primo di una serie dedicata all'ispettore Hannes Jensen.
Balzato di colpo al terzo posto nella classifica dei migliori romanzi gialli
scritti in lingua tedesca, ha ottenuto nel 2009 il German
Crime Fiction Award, il più prestigioso
premio dedicato ai thriller.
La mia recensione:
In
natura tutte le trasformazioni spontanee tendono al disordine. In maniera molto
semplificata è quanto attesta il concetto di entropia introdotto dalla meccanica
quantistica.
Nessun timore, non ho intenzione di tediarvi con strane elucubrazioni scientifiche, non ne sarei all’altezza. Tuttavia, questa “tendenza al disordine” – citata spesso dal protagonista che è un appassionato di fisica – rispecchia in maniera efficace il romanzo di cui sto per parlarvi.
Un thriller davvero insolito che, sin dall’inizio, sembra ribaltare i consueti schemi. Si parte dall’ordine di una situazione tipica, la scena di un ipotetico delitto, per sfociare nel caos di una situazione tanto assurda da risultare quasi irreale.
Per cominciare abbiamo un morto, Brian Ritter, ma stabilire se il suo decesso sia da attribuirsi a un omicidio, a un suicidio o a una causa naturale è praticamente impossibile: l’autopsia, di fatto, pare escludere tutte e tre le ipotesi, giungendo a una conclusione impossibile.
Ovviamente abbiamo anche un commissario, Jensen il quale indaga, non allo scopo di incastrare il colpevole ma per scagionare se stesso. Tecnicamente è appena andato in pensione e spera di dedicarsi unicamente ai suoi esperimenti sulla doppia fenditura per tutto il tempo che gli resta da vivere, ma era ancora in servizio quando Ritter si è presentato in commissariato sostenendo di aver ricevuto delle minacce e, trattandosi di un alcolista, non lo ha preso sul serio. Adesso il suo ex-capo lo accusa di negligenza, sicché risolvere il mistero diventa una questione personale.
Nessun timore, non ho intenzione di tediarvi con strane elucubrazioni scientifiche, non ne sarei all’altezza. Tuttavia, questa “tendenza al disordine” – citata spesso dal protagonista che è un appassionato di fisica – rispecchia in maniera efficace il romanzo di cui sto per parlarvi.
Un thriller davvero insolito che, sin dall’inizio, sembra ribaltare i consueti schemi. Si parte dall’ordine di una situazione tipica, la scena di un ipotetico delitto, per sfociare nel caos di una situazione tanto assurda da risultare quasi irreale.
Per cominciare abbiamo un morto, Brian Ritter, ma stabilire se il suo decesso sia da attribuirsi a un omicidio, a un suicidio o a una causa naturale è praticamente impossibile: l’autopsia, di fatto, pare escludere tutte e tre le ipotesi, giungendo a una conclusione impossibile.
Ovviamente abbiamo anche un commissario, Jensen il quale indaga, non allo scopo di incastrare il colpevole ma per scagionare se stesso. Tecnicamente è appena andato in pensione e spera di dedicarsi unicamente ai suoi esperimenti sulla doppia fenditura per tutto il tempo che gli resta da vivere, ma era ancora in servizio quando Ritter si è presentato in commissariato sostenendo di aver ricevuto delle minacce e, trattandosi di un alcolista, non lo ha preso sul serio. Adesso il suo ex-capo lo accusa di negligenza, sicché risolvere il mistero diventa una questione personale.
Unica
pista da seguire per scoprire la verità è rappresentata da due gemelli di dieci
anni, svaniti nel nulla, e un nome senza
volto: Esperanza Toscano Aguilar.
I
primi due sono i figli di Ritter che Jesen ha incontrato e interrogato quando l’uomo
era ancora vivo e di cui ora non c’è più traccia; la seconda è una
guaritrice messicana descritta proprio
dai due bambini come l’unica persona in grado di proteggerli dal padre cattivo,
evocando un angelo.
Certo,
rintracciarla disponendo solo di un nome non è affatto semplice ma il destino –
o il caso – vuole che una sconosciuta bussi alla sua porta per offrirgli un
insperato aiuto. Si tratta di Annik O’Hara, una donna cieca che ha perso da
poco il marito. L’uomo è morto, probabilmente assassinato, mentre indagava per
conto del Vaticano sui presunti miracoli compiuti dalla Aguilar e lei vuole
andare a trovare la donna per far chiarezza sulla vicenda, almeno è quello che
dice.
Annik
sa come e dove raggiungere la guaritrice ma, a causa del suo handicap, non può
affrontare il viaggio da sola.
Sarà
così che per svolgere le sue indagini Jensen si ritroverà a compiere un lungo e
avventuroso viaggio in compagnia di una stranissima invalida che non sembra
raccontarla giusta. Insomma, un’aiutante in teoria, che rappresenterà un giallo
nel giallo.
Non
meno sopra le righe saranno i vari personaggi che incontreranno strada facendo,
che offriranno il loro aiuto o porranno intralci,
come l’albergatore nano Dunbar, il gigante Botella, il vecchio Gonzales o il
losco Ramon. Una carrellata di figure così bizzarre da conferire alla
narrazione sfumature, a tratti, surreali.
Si
tratterà di un viaggio fisico che dal Belgio condurrà Jensen e O’Hara fino in Messico alla
ricerca di un villaggio sperduto fra le montagne, ma anche di un cammino
metaforico che porrà a confronto due visoni opposte del mondo: quella
miracolistica, sostenuta dalla fede, e quella scientifica supportata dalle
formule e da dati inconfutabili… o forse no.
Può
essere che Ritter sia morto per effetto di una preghiera rivolta da una santona
a un angelo per aiutare due bimbi maltrattai?
Jensen
che ama la fisica ed è una mente razionale non può ammettere simili assurdità,
eppure c’è un dubbio che alberga dentro di lui e lo tormenta da anni perché c’è stato un
tempo, ormai lontano, in cui ha desiderato ardentemente la morte di qualcuno e
quel desiderio si è trasformato in realtà.
Ecco
allora che risolvere il caso Ritter per lui non significa solo scagionare se
stesso dall’accusa di negligenza del suo superiore, ma liberarsi da un
opprimente senso di colpa che lo attanaglia sin da bambino.
Forse
uno dei thriller più originali che abbia mai letto, un imperdibile mix di
mistero e filosofia che incolla alla pagina e, nello stesso tempo, sguinzaglia il
pensiero sulla scia dei più gradi misteri dell’universo.
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