Titolo: Stregata
Autrice: Sylva Day
Editore: Harper Collins/Harlequin Mondadori
Pagine: 189
Prezzo:14,90 (prezzo web 12,67)
Descrizione:
Victoria St. John sa di non essere fatta per questo mondo, di essere troppo magica e pericolosa per aggirarsi, con le sembianze di una donna bellissima e sensuale, tra gli esseri umani inconsapevoli. Ma Max Westin è il sesso fatto persona. Victoria riesce a percepire la sua presenza dall'elettricità che si crea nell'aria. L'eccitazione è palpabile ora che sono uno di fronte all'altra e il desiderio dilaga come una marea montante non appena Max la guarda con quegli occhi grigi, duri come l'acciaio, caldi come fuoco ardente. Gli basta pronunciare il suo nome perché Victoria percepisca in tutto il suo essere la nota di dominio a cui vuole sottomettersi. Il desiderio di compiacere un padrone, in fondo, è nella sua natura e Max è venuto a riprenderla, a riportare la ribelle Victoria al posto a cui appartiene. E forse cedere alla potente volontà di Max è proprio quello che cerca. Ma non così in fretta, non senza prima aver giocato ancora un po'...
L'autrice:
Sylvia Day è
autrice bestseller n.1 nella classifi ca del New York Times, ha scritto
oltre 20 romanzi vincitori di molti premi e venduti in più di 40 Paesi.
È al vertice delle classifi che in ben 28 Paesi, con oltre 16 milioni di copie vendute.
La sua Crossfi re Series è stata opzionata per una serie televisiva da Lionsgate.
Per Harlequin Mondadori ha già pubblicato il bestseller Afterburn/Aftershock.
La mia recensione:
Quando
si parla di Sylvia Day sono una voce abbastanza fuori dal coro. Nonostante il
suo enorme successo, fino a oggi, non è riuscita a conquistarmi davvero. Ho
letto diversi suoi libri, passando dall’erotico puro al paranormal, ma in
nessun caso ha suscitato il mio completo entusiasmo, tanto che anche quando
l’ho apprezzata l’ho fatto con qualche riserva. Il motivo è sempre lo stesso,
che è un po’ una costante nei suoi romanzi: le trame sono deboli e scarne,
impalcature minimali che danno l’impressione di avere il solo scopo di reggere
le scene hot, numerose e approfondite nei minimi dettagli. Ogni sua storia suscita
curiosità, offre interessanti spunti e soprattutto i paranormal lasciano
presagire interi mondi ricchi di fascino e tutti da esplorare, ma puntualmente
affronta tutto in maniera affrettata, soffermandosi esclusivamente sulla parte erotica, che finisce per invadere
la scena, quasi che tutto ciò che esula dall’erotismo fosse giusto un elemento
di contorno, un incomodo da liquidare al più presto per giungere a ciò che
davvero le interessa raccontare.
Insomma,
leggendo i suoi libri si finisce per fare indigestione di sesso rimanendo però
con un sacco di domande prive di risposte e curiosità inappagate, questo almeno
è quello che capita a me.
Stregata
purtroppo non fa eccezione, anzi fra i suoi libri è forse quello che mi ha
delusa di più, perché nel caso specifico nemmeno l’idea di partenza mi ha
convinta fino in fondo.
La
protagonista femminile è Victoria, un Famiglio, ovvero una creatura magica in
grado di cambiare aspetto: di trasformarsi da donna in gatta e viceversa. Nel
mondo fantastico abbozzato dall’autrice e regolato dal leggi ferree, ogni Famiglio
è abbinato a uno Stregone che ne è in sostanza il padrone. Victoria è stata per
anni il Famiglio dello stregone Darius, ma alla sua morte si è trasformata in
una gatta selvatica, non riuscendo ad accettare altri padroni. La storia
comincia proprio quando uno stregone potentissimo, Max Westin, viene incaricato
dal Sommo Consiglio di fare un ultimo tentativo: se nemmeno lui riuscirà ad
addomesticare Victoria, la donna/gatto dovrà essere uccisa.
Le
ragioni di tutto ciò non sono spiegate nei dettagli, come accennavo sopra, la
parte paranormal è gestita con molta superficialità e lascia tanti quesiti
irrisolti. A occupare pagine e pagine sono invece le strategie messe in atto da
Max per addomesticare Victoria, strategie tutte a sfondo erotico, giacché, da
quel che si evince, il mezzo attraverso cui gli Stregoni legano a sé i Famigli
è la dominazione sessuale (anche in merito non è dato sapere esattamente
perché).
Personalmente,
ho trovato l’idea di base un po’ maschilista. A essere sincera, l’immagine di
questa creatura a metà fra donna e animale che deve essere messa in riga da un
maschio dominante, come fosse una bestiolina
in un circo, più che stuzzicante mi è parsa mortificante per il genere
femminile. Leggendo ho provato pena per Victoria e rabbia nei confronti di Max
che, in virtù del ruolo che ricopre, mi è parso tutt’altro che desiderabile
come uomo.
Benché
la visione di fondo non sia proprio nelle mie corde, lo strano universo magico
in cui si colloca questa sorta di training erotico, mi ha incuriosita e avrebbe
anche potuto intrigarmi. Ancora una volta ho intravisto spiragli interessanti
fra un amplesso e l’altro, ma si è trattato solo di un piccolo assaggio, troppo
poco per potermi ritenere soddisfatta.
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