Titolo: Il nascondiglio
Autore: Amy Lane
Traduttore: Caterina Bolognesi
Editore: Dreamspinner
Genere: contemporaneo
Pagine: 229
Prezzo: 6,99
Disponibile qui
Descrizione:
L’infanzia di Terrell Washington è stata una tripla schifezza: non c’è
nessun vantaggio a essere nero, gay e povero in America. Terrell si è fatto
strada fuori dal ghetto solo per colpire un soffitto di cristallo e trovarsi
imprigionato nel ristorante di una popolare catena a fare il barista con una
laurea in giornalismo. L’unica nota positiva è Colby Meyers, un suo collega che
non ha paure o inibizioni e che non conosce limiti. Terrell e Colby passano
l’estate al fiume e le loro pause sul retro del Papiano. Per quanto Terrell sia
terrorizzato all’idea di uscire allo scoperto, gli è impossibile stare lontano
dal magnetico sorriso di Colby e dalla sua risata contagiosa.
Ma Colby ha finito l’università, adesso, e ha grandi progetti per il futuro… progetti che Terrell è certo che lasceranno il suo nero culo secco nella polvere di Sacramento, fino a un momento mozzafiato, rubato nel mezzo del caos del ristorante, che gli dice che potrebbe sbagliarsi. Quando quell’istante viene infranto da un mistero e da un atto di violenza, Terrell e Colby rimangono con due rompicapi da risolvere: chi ha ucciso quel furfante del loro capo e come potranno far confluire le loro vite, il loro nero e il loro bianco, in un unico scintillante futuro?
Ma Colby ha finito l’università, adesso, e ha grandi progetti per il futuro… progetti che Terrell è certo che lasceranno il suo nero culo secco nella polvere di Sacramento, fino a un momento mozzafiato, rubato nel mezzo del caos del ristorante, che gli dice che potrebbe sbagliarsi. Quando quell’istante viene infranto da un mistero e da un atto di violenza, Terrell e Colby rimangono con due rompicapi da risolvere: chi ha ucciso quel furfante del loro capo e come potranno far confluire le loro vite, il loro nero e il loro bianco, in un unico scintillante futuro?
La mia recensione:
Un posticino appartato sul retro del Papiano: è un piccolo angolo di mondo, buio, polveroso e maleodorante, ma per Terrell equivale a un pezzetto di paradiso quando lo raggiunge con Colby per una pausa sigaretta. Stargli accanto a distanza ravvicinata, potergli parlare, è qualcosa che lo rende felice non solo perché Colby è un amico ma perché sente un’attrazione incredibile nei suoi confronti. È per lui che Terrell ha deciso di mettersi l’apparecchio per raddrizzarsi i denti, per potergli regalare un sorriso più gradevole, anche se sa che il suo è un sogno proibito. Il suo amore non potrà mai essere ricambiato, perché lui non ammetterà mai di essere gay, perché Colby non lo è e soprattutto perché è un bianco e, sin da piccolo, gli hanno insegnato che bianchi e neri appartengono a due mondi diversi, inconciliabili.
Un posticino appartato sul retro del Papiano: è un piccolo angolo di mondo, buio, polveroso e maleodorante, ma per Terrell equivale a un pezzetto di paradiso quando lo raggiunge con Colby per una pausa sigaretta. Stargli accanto a distanza ravvicinata, potergli parlare, è qualcosa che lo rende felice non solo perché Colby è un amico ma perché sente un’attrazione incredibile nei suoi confronti. È per lui che Terrell ha deciso di mettersi l’apparecchio per raddrizzarsi i denti, per potergli regalare un sorriso più gradevole, anche se sa che il suo è un sogno proibito. Il suo amore non potrà mai essere ricambiato, perché lui non ammetterà mai di essere gay, perché Colby non lo è e soprattutto perché è un bianco e, sin da piccolo, gli hanno insegnato che bianchi e neri appartengono a due mondi diversi, inconciliabili.
Almeno questo è ciò che crede
fino alla fatidica notte in cui tutto cambia, una notte magica e maledetta allo
stesso tempo, giacché si verificano due avvenimenti, l’uno meraviglioso,
l’altro terribile: mentre sono in pausa lavoro nel loro nascondiglio, Colby lo
bacia, demolendo in un secondo tutti i suoi pregiudizi; contemporaneamente,
qualcuno all’interno del locale uccide il direttore, Will Templeton, con un
colpo di pistola.
È lo
snodo a partire dal quale si sviluppa un romanzo che sorprende per la sua
profondità, infatti, dietro la
bellissima storia d’amore che pian piano decolla e il piccolo giallo che
seguita a svolgersi sullo sfondo vivacizzando la trama, si cela molto di più,
non da ultima la denuncia sociale. Facendoci penetrare nel tessuto
socioculturale di Sacramento e dei suoi ghetti (non poi così dissimile da
quello di molti altri piccoli centri suburbani), Amy Lane ci racconta di
razzismo, omofobia, emarginazione, bigottismo, disoccupazione, violenza.
Il nascondiglio fisico in cui
incontriamo i protagonisti per la prima volta, in realtà, non è che una
metafora della condizione in cui si ritrova Terrell da sempre. Nato a cresciuto
in un ghetto, e potendo contare solo sull’affetto di una zia che l’ha adottato,
ha imparato a tenersi al margine, a sentirsi inferiore agli altri per il colore
della sua pelle e, soprattutto, a negare a se stesso e agli altri la sua natura,
poiché essere omosessuali in una comunità omofoba significa rischiare di non
sopravvivere. Nascondersi per Terrell è diventata una regola di comportamento,
dacché ha imparato che per stare al mondo ed evitare il peggio deve indossare
una maschera, fingere di essere quello che non è ma che gli altri si aspettano,
soffocando i suoi sentimenti e i suoi sogni… compreso quello di realizzarsi
professionalmente. Terrell, infatti, si è laureato in giornalismo, ma nel posto
in cui vive è escluso che possa fare carriera: fare il barista in locale come
il Papiano è il massimo che possa concedersi per sbarcare il lunario.
Queste sono amare verità,
tuttavia Colby le mette in crisi poiché, pur riconoscendo che l’amico ha
ragione, sa che restarsene rintanati in un nascondiglio non è la soluzione, né
l’unica possibilità. Il mondo è vario, il mondo è grande. Esistono luoghi in
cui essere gay non è considerata un’aberrazione e in cui il colore della pelle
non conta… d’altra parta esistono anche persone per cui un simile dettaglio non
ha alcuna importanza, anzi! Lui ama il colore di Terrell, ama il suo sorriso
di metallo, le sue gambe leggermente
storte (retaggio di una prolungata
malnutrizione), ama tutto di lui, anche se ha atteso un tempo infinito
prima di confessarlo, temendo un rifiuto. Già, perché su una cosa Terrell ha
sempre sbagliato clamorosamente: ha preso una grande cantonata nel valutare il
ragazzo che ama. Scoprire di aver sbagliato sarà proprio il primo passo per
uscire fuori dal guscio che si è creato e regalarsi una seconda possibilità.
Delicato, romantico e duro
allo stesso tempo, Il Nascondiglio è
un libro che emoziona e fa riflettere. L’autrice non ci racconta favole, ci
spiattella una realtà difficile, cruda, per quello che è, però si rivela
abilissima nel mantenere in vita una fiammella di speranza, quella fiammella
che alimenta i sogni e con essi il coraggio del cambiamento.
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