Titolo: Io sono buio
Autrice: Kiesten White
Editore: Fabbri
Prezzo cartaceo: 17,00
Prezzo eBook: 6,99
Descrizione:
Una
principessa non dovrebbe essere brutale. Ma Lada, figlia di Vlad Dracul, è
diversa da ogni altra: affamata di potere fin da piccola, preferisce la lotta e
i coltelli alle bambole. L’esatto contrario del fratello Radu, dolce, bellissimo
e delicato come un bocciolo di rosa.
Quando
i due vengono lasciati in ostaggio dal padre, ancora bambini, al sultano dell’Impero
Ottomano – prigionieri di un sovrano crudele e sottomessi a una cultura completamente
diversa dalla propria – Lada inizia a progettare la sua spietata vendetta.
Mentre
la ragazza si prepara a combattere, il figlio del sultano Mehmed si mette tra
lei e il fratello, spingendoli a diventare rivali. E in questo triangolo
avvelenato forze potenti tendono gli animi: desideri di riscatto, gelosie tremende
e un’ambizione sfrenata. Avvolta in un vortice di passioni turbinose, Lada si
troverà di fronte alla scelta più difficile: portare a termine il suo piano o
arrendersi all’unico nemico che forse non è in grado di sconfiggere, l’amore.
L'autrice:
KIERSTEN WHITE è stata autrice bestseller del «New
York Times» con la trilogia Paranormalmente e con i thriller Mind Games, Perfect
Lies, The Chaos of Stars e Illusions of Fate. Vive con la famiglia a San Diego.
Il suo sito è kierstenwhite.com.
La mia recensione:
E se Vlad l’Impalatore fosse stato una donna?
Kiersten White
si lascia ispirare da questa ipotesi, estrosa, ardita, a tratti intrigante,
per riscrivere la storia del famosissimo Vlad Tepes in chiave fantastica. Nella
sua rielaborazione, Vlad II Dracul (Vlad il Drago), non ha avuto tre figli
maschi, ma due maschi – Mircea e Radu – e una femmina, Ladislav. Quest’ultima
non è che un’ombra insignificante agli occhi del padre, giacché una donna non
può diventare un guerriero né può ambire all’ascesa politica, insomma non ha
alcuna possibilità di recare onore o di rendersi utile alla casata di
appartenenza. Il suo destino, nella più rosea delle possibilità, non può che prevedere un matrimonio di
convenienza e un’esistenza scialba.
Lada però non si sente per niente votata a questo.
Seppure nata in un corpo femminile, in lei arde il fuoco del Drago, si sente
coraggiosa, forte, e sin da piccola si dimostra tagliata per la battaglia e il
comando più di quanto potrebbe esserlo un uomo. Di sicuro lo è più di suo fratello
Radu, pavido e delicato come la più fragile delle fanciulle.
Vlad Dracul, in effetti, sembra essere vittima di
una strana beffa del destino, che ha voluto dapprima oltraggiarlo donandogli
un’inutile figlia femmina e poi ha
rincarato la dose concedendogli un maschio che non può dirsi davvero tale.
Nel romanzo ripercorriamo l’infanzia dei due
fratelli. Li vediamo contendersi invano l’amore del genitore fino a essere entrambi
traditi proprio da lui, giacché non esita a cederli in ostaggio al sultano
turco, Murad II, a titolo di garanzia della sua fedeltà all’impero.
Lada e Vald vengono così spediti, come fossero
semplice merce di scambio, in una terra straniera, fra gente che parla una
lingua sconosciuta, venerea un dio diverso dal loro e li disprezza.
Sarà qui che cresceranno, abbandonati da colui che li
ha generati e privati della possibilità di tornare a casa. Negli anni,
tuttavia, sapranno ritagliarsi un loro spazio anche in un contesto così ostile.
I due valacchi, infatti, faranno amicizia con il giovane figlio del sultano,
Mehemed (il futuro Mehemed il Conquistatore) e proprio grazie a questo legame,
che nel tempo diventerà sempre più forte e più controverso, si garantiranno non
solo la sopravvivenza ma anche la possibilità di assicurarsi un ruolo di tutto
rispetto. Per Lada si delineerà appunto il percorso che la condurrà a diventare
la famigerata Ladislav l’Impalatrice.
Non è facile esprimere un’opinione su questo
romanzo, innanzitutto perché è davvero difficile inquadrarlo in una precisa
categoria. A dispetto di quel che può lasciare presagire la quarta di
copertina, non lo si può definire un fantasy, poiché non contiene alcun
elemento fantastico o paranormale; per impianto, argomenti e tematiche,
somiglia molto più a uno storico e tuttavia non lo si può dire neanche tale
perché si fonda su un falso: Ladislav Dracul non è mai esistita.
Ammetto di aver trovato molto spiazzante questo
aspetto dell’opera e, in parte, è stato per me motivo di delusione. Questo
stravolgimento dei fatti reali, in assenza di una chiave fantastica, non mi ha
permesso di spiccare il volo con la fantasia e nello stesso tempo mi ha
confinata in una sorta di limbo in cui la storia si perdeva nella fiction. A
destabilizzarmi è stato il fatto che l’autrice non si limita a romanzare i dati storici
concedendosi alcune licenze, ma li modifica completamente.
Personalmente avrei preferito un’opera dai contorni
più definiti: una rivisitazione storica più aderente alla realtà, sebbene
rimaneggiata, oppure una fantasy vero e proprio, che dalla realtà prendesse
solo spunto per poi allontanarsene di netto, senza mezze misure.
L’aspetto che, invece, ho apprezzato senza riserve e
per il quale, alla fine, penso valga comunque la pena di leggere questo libro è
la caratterizzazione psicologica dei personaggi. La White delinea con mirabile
realismo due personalità agli antipodi come quella di Lada e Radu e, attraverso
i loro diversi modi di essere (entrambi fuori dagli schemi per l’epoca in cui
vivono) mette in luce tematiche di
grande interesse e attualità, come la condizione femminile in una società
spiccatamente maschilista, l’omosessualità, lo scontro fra credi religiosi. Da
questo punto di vista, Io sono buio
stupisce per la sua modernità. Molto ben delineato e vibrante è inoltre il
rapporto di amore/odio fra Lada e Vlad che si esprimerà inizialmente nel
confronto con la figura paterna e poi nel rapporto che instaureranno con
Mehemed. Loro malgrado i due fratelli si ritroveranno a essere sempre rivali
nella vita, condannati a contendersi l’amore di qualcuno e a vedere quell’amore
stesso trasformarsi in una sorta di cancro che avvelena il loro legame.
Una lettura insolita nel complesso. Pur non
convincendomi fino in fondo, di sicuro, è riuscita a catturare la mia
attenzione e a regalarmi emozioni intense.
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