Titolo: Ritorno
Titolo originale: Return
Serie: Davlova #2
Autrice: A. M. Sexton
Traduttrice: Emanuela Graziani
Titolo originale: Return
Serie: Davlova #2
Autrice: A. M. Sexton
Traduttrice: Emanuela Graziani
Genere: drammatico, distopico
Lunghezza: 313 pagine
Editore: Triskell
Formato: pdf, epub, mobi
Prezzo: € 6,99
Prezzo: € 6,99
Descrizione:
L’eccitante conclusione di “Liberazione”.
Il fuoco infuria nella città di Davlova, sulla scia di una
rivoluzione sanguinosa. L’alta società, che aveva instaurato una tirannia, è
stata deposta. Nel mezzo del caos, Misha e Ayo scappano sulla barca di Miguel
Donato e fuggono attraversando il mare, diretti alla lontana città di
Deliphine.
Misha ha sognato per tutta la vita di lasciarsi Davlova alle
spalle, ma adesso l’unica cosa che vuole è tornare a casa. Non sa se la città è
ancora in piedi o quanti dei suoi amici sono sopravvissuti. Ma prima di tornare
a Davlova e trovare il suo posto nel paesaggio distrutto dei fossati, dovrà
fronteggiare una nuova minaccia a Deliphine: la Dollhouse.
Anche a Deliphine, la maggior parte delle persone crede che
la Dollhouse sia un mito, ma Misha sa la verità. La Dollhouse è reale. È
spietata. Ha i suoi piani.
E rivuole Ayo.La mia recensione:
Qual è il confine fra l’uomo e la bestia, fra l’essere umano
e il frutto delle sue manipolazioni genetiche? In cosa si identifica il
concetto stesso di umanità? Esiste spazio per l’amore in un mondo in cui il suo
significato sembra essersi perso?
Gli interrogativi riecheggianti sin dalle prime battute di
questa serie tornano a farsi pressanti nel capitolo conclusivo.
Dopo il colpo di stato che ha rovesciato il governo di
Davlova, Misha e Ayo si ritrovano in viaggio verso Deliphine. La loro vorrebbe
essere una fuga verso la libertà e l’inizio di una nuova vita, priva di
condizionamenti, ma non si tratta di un obiettivo facile da perseguire. La
morte di Miguel Donato non è bastata a spezzare le loro catene, almeno non
quelle di Ayo, che ha sempre un chip nella testa e continua a rispondere ai
comandi che i suoi programmatori gli
hanno impiantato nel cervello. Ora che il suo padrone è venuto meno, l’ordine
che gli rimbomba nella mente è quello di tornare dai suoi creatori, alla
Dollhouse, e gli è quasi impossibile contrastarlo.
Misha tuttavia non è disposto a lasciarlo andare. Non dopo
aver perso tutto e aver ucciso per lui, non adesso che sente di esserne
innamorato.
Sarà proprio questa la nuova sfida, quella che scandirà
l’inizio del ritorno: affrontare la
Dollhouse, ammesso che esista davvero e non sia solo un mito come taluni
affermano, e far sì che liberi definitivamente Ayo dai suoi condizionamenti,
riportandolo alla sua condizione originaria di semplice essere umano, sempre
che ciò sia possibile.
Appare subito chiaro che si tratta di un’impresa titanica,
costellata di mille dubbi e difficoltà.
La narrazione scorre rapida, all’insegna dell’azione e dei
mille pericoli con cui i due protagonisti devono confrontarsi. Dall’inizio alla
fine ci ritroviamo a trattenere il fiato mentre un senso di catastrofe
imminente incombe. L’autrice imbastisce una trama al cardiopalma, fittissima di
imprevisti al punto da non concedere mai tregua. Quando sembra che la storia
abbia preso una certa direzione e che si stia preannunciando una schiarita, le
carte vengono rimescolate e ci riscopriamo al punto di partenza, di fronte e
nuove minacce, più temibili, più oscure delle precedenti.
Il senso di inquietudine sale perché, questa volta, il
nemico da affrontare è più subdolo. Non ha un volto definito come Donato, ma è
qualcosa di intangibile, di strisciante, privo di una precisa identità.
Sarà una vera odissea
quella che Misha e Ayo dovranno affrontare, un percorso lungo e intricato che,
a un certo punto, li riporterà a Davlova e sarà proprio lì che avranno
appuntamento con il loro destino.
In questo secondo libro l’autrice alza il tiro, assistiamo
quasi a un salto che ci trasporta su un piano narrativo più complesso e più
ricco di sfumature. Mentre si sviluppa
una storia d’amore tanto intensa che strazia l’anima, lo scenario
distopico assume tratti sempre più interessanti, tempestandoci di mille
suggestioni. Quella a cui i due giovani fanno ritorno è una Davlova che si
risveglia all’indomani della rivoluzione, lo scenario però non è quello
immaginato. I vecchi tiranni sono stati deposti ma la vita non sembra essere
migliorata per nessuno. La gente è ridotta alla fame, le costruzioni in
macerie. Si continua a rubare e a prostituirsi per sopravvivere. Sono
cambiati i “padroni”, le barriere architettoniche che separavano la città alta
da quella bassa sono crollate, tuttavia il divario permane. A cosa è servito lottare allora?
La personale battaglia di Misha e Ayo pian piano si
intreccia con gli accadimenti che seguono il colpo di stato e all’obiettivo
originario, quello di liberarsi dalla minaccia della Dollhouse, se ne aggiunge
un secondo, non meno difficile da realizzare: trovare una nuova dimensione in
un contesto ostile e nel contempo reinventarsi.
Tornare a casa per Misha non può significare tornare a
rubare o a vendere il proprio corpo, giacché farlo sarebbe la vera sconfitta.
In effetti, questo personaggio, che già si era rivelato
eccezionale nel capitolo precedente, non smette di stupirci. Qui avremo
occasione di conoscere un Misha ancor più coraggioso, più maturo, ma anche
ottimista e altruista al punto da divenire una sorta di eroe per i suoi
concittadini.
Nondimeno Ayo mostrerà una grandissima forza a dispetto della
sua apparente fragilità, assicurandosi un posto privilegiato nel nostro cuore.
Particolarmente toccanti sono i momenti di intimità fra loro
che qui mantengono una carica erotica altissima ma si spogliano della brutalità
che aveva permeato le descrizioni del libro precedente, per impregnarsi di una sorta di lirismo
struggente.
Alla ricchezza e profondità di contenuti si associa inoltre uno
stile raffinato e poetico che
rappresenta di sicuro un valore aggiunto.
Ritorno è una
profonda storia d’amore fra due anime, martoriate ma mai soggiogate da un
destino avverso, ma anche una storia di ribellione, di solidarietà e speranza.
È l’alba dopo una lunga notte, è morte e rinascita, è la vittoria di chi soffre
e non soccombe, di chi non si nasconde ma comprende che per vincere l’oscurità
bisogna “passarci attraverso”.
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