Titolo: Red Carpet in noir. Delitto a cinecttà
Autore: Antono G. D'Errico
Editore: Umberto Soletti
Pagine: 239
Prezzo: 15,00
Descrizione:
La storia di questo noir riconduce a una confidenza ricevuta
dall'autore da un personaggio di spicco del mondo del cinema italiano. Sono
riconoscibili alcuni tratti di protagonisti reali, che mai potrebbero essere
svelati senza creare danni irreparabili. Si ritrova la vanità del divo della tv
e del cinema che si sente arrivato e intoccabile, al contrario personaggi
minori vengono trascurati e umiliati in un mondo dorato che alimenta gelosie,
ripicche e propositi di vendetta. L'atmosfera si fa rovente quando non è
drammatica e surreale. La mano lunga e potente della politica e l'amore
interessato della persona giusta, al momento giusto, non mancheranno di
esasperare gli animi fino a minacciare la pace di chi si sente al sicuro
dall'alto della sua posizione. Senza aver fatto i conti, però, con vecchi
rancori che si risvegliano e fanno fuoco, quando non resta altro da fare,
quando la follia prende il sopravvento.
La mia recensione:
Il mondo dello spettacolo non si esaurisce sotto le luci
della ribalta, è fatto anche di ombre, di insidie, di compromessi e bocconi
amari da ingoiare.
Pietro Vannucchi, aspirante attore, si ritrova sin da subito
a fare i conti con questa realtà. Come tutti i giovani che coltivano il suo
stesso sogno mira al successo ma la strada è tutta in salita e nulla è
garantito. Contando sull’aiuto di Giulia, la sua compagna che è più grande di
lui e vanta ottime conoscenze nell’ambiente, si accontenta di piccole parti,
cominciando dalla gavetta in teatro, sperando che qualche regista di spicco lo
noti e lo ingaggi in virtù delle sue doti.
Perseguire lo scopo tuttavia è tutt’altro che facile, tanto
più perché il talento non basta per fare carriera in ambito cinematografico o
televisivo. Raccomandazioni, scambi di favore, interessi politici ed economici
inficiano anche questo microcosmo patinato e Pietro lo sperimenterà in prima
persona.
Attraverso le vicende del suo protagonista, l’autore si
sofferma sulle ombre che aleggiano dietro le quinte, ci racconta i retroscena
di un sogno, mettendo in luce le difficoltà, le delusioni, le umiliazioni cui un
ragazzo che aspira a diventare attore può andare incontro e mostrandoci anche
le ripercussioni che tutto ciò può avere sulla vita privata.
A dispetto di quel che lasciano presagire il titolo, il
sottotitolo e la quarta di copertina, Red
Carpet in noir. Delitto a Cineccità non può essere considerato propriamente
un noir, se non nella parte finale: il delitto si consuma ma non è al centro
dell’attenzione, segna solo l’epilogo, assolutamente imprevisto e
inimmaginabile, di una vicenda drammatica – che peraltro avrebbe potuto
concludersi anche in altro modo senza intaccare la trama.
Il romanzo si configura piuttosto come un sentito racconto
di carattere biografico, a tratti intimistico, volto appunto a raccontare il
lato oscuro della scalata al successo.
Inseguendo le sue ambizioni, Pietro si ritrova a nuotare in
una vasca piena di squali. Dal regista/produttore Clerici che finge sincero
interesse – e forse fino a un certo punto lo nutre – e dispensa promesse, salvo
poi giocare un tiro mancino al suo protetto; al rivale Alessio Mayer, che si
professa amico ma è pronto a tutto pur di rubargli la scena, molti sono coloro
che lo circondano dichiarandosi dalla sua parte ma che, in realtà, fanno il
doppio gioco.
Pietro si ritroverà così ad accordare la sua massima fiducia
a uomini che stima e pensa possano aiutarlo professionalmente, per poi vedersi
derubato delle proprie idee o relegato al margine quando meno se lo aspetta.
Vedrà colleghi meno talentuosi di lui raggiungere traguardi più ambiti, perché
disposti a vendersi o perché provvisti di migliori agganci nelle alte sfere.
Andando avanti, sempre più dovrà tirare fuori le unghie e i denti per resistere
in un contesto, sordido, corrotto, per molti versi ostile.
Antonio D’Errico si rivela abile nel tratteggiare la
psicologia del suo personaggio. Mette
bene in luce la sua ambizione che insieme a una ferrea determinazione lo
spinge a perseguire il suo scopo senza lasciarsi arrestare da alcuna difficoltà.
Questo da un lato rappresenta il suo punto di forza, il tratto caratteriale che
alla lunga lo vedrà vittorioso; dall’altro, per l’esattezza nella vita privata,
diventa il suo tallone d’Achille poiché lo porta a mettere in secondo piano gli
affetti, decretando la fine di relazioni importanti. Diverse, infatti, saranno
le donne che lo affiancheranno negli anni ma nessuna storia d’amore – eccetto
forse una – si dimostrerà abbastanza solida da resistere agli scossoni cui
Pietro le sottopone.
È un racconto realistico quello che ci viene proposto, anche
se in alcuni passaggi volutamente spinto agli estremi per dar risalto alle
ombre di cui accennavo all’inizio. La
trama si sviluppa in un crescendo che culmina in un finale tragico, tanto da
non concedere sconti a nessuno.
Sebbene lo stile sia fluido, le numerose ripetizioni e i refusi
sfuggiti alla revisione purtroppo si fanno notare, ma escludendo questa pecca la
lettura rimane interessante. Consigliato a chi è curioso di indagare l’oscurità
che aleggia dietro le luci del palcoscenico.
Nessun commento:
Posta un commento