Titolo: Straniero in terra straniera
Autore: Robert A. Heinlein
Editore: Fanucci
Data di pubblicazione ebook: 12 ottobre
Data di pubblicazione cartaceo: 26 ottobre
Prezzo ebook: 9,99
Prezzo cartaceo: 22,00
Descrizione:
Valentine Michael Smith è nato durante la prima missione
umana su Marte ed è l’unico sopravvissuto alla spedizione. Cresciuto dai
Marziani, non è abituato al contatto con gli esseri umani, e al suo rientro
sulla Terra è completamente inconsapevole di tutto ciò che lo sta aspettando.
Michael, infatti, non ha idea di cosa siano le donne, non conosce le culture
terrestri né il concetto di religione. Spedito sulla Terra dovrà imparare a
diventare un umano e a comprendere i pregiudizi e le abitudini sociali, a lui
alieni. Il suo ritorno è carico di conseguenze: è l’erede di un gigantesco
impero finanziario, oltre che il padrone di Marte. Sotto la protezione
dell’irascibile Jubal Harshaw, il giovane Michael scopre ed esplora il senso
morale degli esseri umani e il vero significato dell’amore puro. Fonda una sua
chiesa, predicando l’amore libero e diffondendo le capacità psichiche che ha
acquisito dai Marziani, affrontando con forza e determinazione l’inevitabile
destino riservato a ogni Messia. Le sue credenze e i suoi poteri, che vanno ben
oltre i limiti dell’uomo, condurranno a una trasformazione che altererà
inevitabilmente e per sempre gli abitanti della Terra...
La mia recensione:
Tornare a casa e riscoprirsi alieni: sembra paradossale ma è
quello che accade, in senso letterale, a Valentine Michael Smith. Generato da
una coppia di umani partiti in missione su Marte, e morti insieme a tutti gli
altri membri dell’equipaggio, Mike, unico sopravvissuto, è stato allevato dai
marziani. Quando, a distanza di parecchi anni, fa ritorno sulla Terra si
ritrova a contemplare un paesaggio che non gli è per niente familiare, a
osservare fisionomie che, per quanto simili alla sua, gli risultano estranee, a
udire una lingua che per sommi capi comprende, avendola studiata, ma che
differisce da quella che abitualmente parla. È uno straniero a tutti gli
effetti; uno straniero fra la sua gente, che allo stesso modo non lo riconosce
e lo guarda con sospetto.
Non è un’accoglienza calorosa quella che i terrestri gli riservano.
L’Uomo di Marte – così viene subito ribattezzato –, viene rinchiuso in una
clinica, esaminato, interrogato, come fosse una cavia da laboratorio. Non è
solo timore del diverso e nemmeno pura curiosità scientifica ad animarli. Essendo
il solo superstite del gruppo partito tanti anni addietro, secondo un documento
stipulato prima della missione, lui è erede di un’immensa fortuna, oltre che
padrone di Marte, stando a quel che sancisce la legge. Studiare, comprendere,
stabilire un contatto con quello che, nella sostanza, è il rappresentante di
una cultura diversa, sono obiettivi che passano in secondo piano quando la
posta in gioco, in termini economici e di potere, è così alta. La vera priorità
del governo americano è manipolare Mike al fine di mettere le mani sulla sua
ricchezza e, qualora l’operazione non dovesse riuscire, eliminarlo senza farsi
troppi scrupoli.
Il cinismo e l’avidità che caratterizzano gli umani non
trovano corrispondenza nell’alieno,
che ignaro di tutto, e desideroso di avviare uno scambio culturale, crede di
essere trattato da ospite, nel rispetto dei bizzarri costumi terrestri, e di
avere di fronte dei potenziali amici.
Su questo equivoco di partenza e sull’avventura, a tratti
rocambolesca, che seguirà quando qualcuno deciderà di schierarsi dalla parte
dell’Uomo di Marte e difenderlo dai propri simili, Heinlein edifica un romanzo
di straordinaria portata filosofica. L’intrigante espediente narrativo innesca,
infatti, un complesso intreccio di riflessioni che abbracciano il concetto di
verità, la religione, l’etica, il modo stesso di intendere e vivere la vita. L’intera
trama si regge sul confronto fra due weltanschauung, quella umana e quella
marziana, orchestrando un gioco di specchi che finisce per mettere in luce, con
una efficacia quasi agghiacciante, la piccolezza umana ma anche la ricchezza
che può scaturire da un’apertura mentale.
Lo spessore letterario è altissimo ma la lettura si rivela
molto scorrevole e non annoia mai perché ai passi più prettamente filosofici,
quelli in cui viene descritto il pensiero marziano, si alternano momenti più
dinamici in cui l’azione non manca e il divertimento s’impadronisce della scena
– diverse sono le situazioni comiche e le gaffe di cui Mike si rende
protagonista a causa della sua ignoranza degli usi e costumi umani.
I terrestri, strada facendo, si spaccano in due gruppi: da
un lato si schierano gli avversari di Mike, coloro che vogliono derubarlo di
ciò che gli appartiene, usarlo e gettarlo via, e che lo considerano anche una
minaccia proprio perché portatore di un modo di pensare diverso; dall’altro si
pongono i suoi sostenitori, coloro che lo considerano una ricchezza non per ciò
che ha ereditato materialmente ma per il bagaglio culturale che si porta dietro
e che è ben disposto a condividere. Sono coloro che, abbattendo qualsiasi
barriera razziale, sceglieranno di diventare suoi fratelli d’acqua e di lasciarsi iniziare a una nuova concezione del
mondo, probabilmente più coraggiosa, più libera, più votata all’amore
universale.
Pagina dopo pagina, l’autore crea un intero microcosmo
immaginario, non fisico ma concettuale. Un mattone per volta edifica la cultura
marziana, definendone le leggi, i costumi, l’etica e così facendo dischiude le
porte su un impianto teorico che, per quanto frutto di fantasia e attribuito a
una razza aliena, ci induce a riflettere su tematiche di interesse umano.
Mike finisce per porsi come uno specchio in grado di
riflettere i limiti dell’uomo, nella misura in cui si erge a detentore della
verità assoluta e si trincera dietro i suoi pregiudizi e, nello stesso tempo,
ci invita a superare quei limiti e a guardare oltre. Leggere questo libro è
un’esperienza unica proprio perché ci concede uno sguardo sull’oltre e sulle sue infinite possibilità. Seguendo
l’Uomo di Marte nel suo difficile cammino si può cogliere il meraviglioso
significato dell’essere fratelli d’acqua, l’ipotesi (rassicurante?) che la
morte sia solo scorporazione, la possibilità di un amore totalizzante e privo
di regole, fino a grokkare l’idea
ardita – forse sacrilega per qualcuno – di essere
Dio.
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