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mercoledì 20 dicembre 2017

Recensione: New York 2140

Titolo: New York 2140
Autore: Kim Stanley Robison
Editore: Fanucci
Prezzo ebook: 4,99  
Prezzo cartaceo: 25,00



Descrizione: 
Il livello delle acque del mare si è alzato, sommergendo improvvisamente l’intera città di New York. Ogni strada si è trasformata in un canale, ogni grattacielo in un’isola a sé stante. Ma per i residenti di un edificio di Madison Square, la New York del 2140 è ben lontana dall’essere una metropoli isolata e perduta, e tutto sembra procedere esattamente come prima del disastro climatico. Il commerciante riesce a trovare occasioni dove tutti gli altri vedono solo problemi; per il detective il lavoro sembra non mancare mai; la star di internet continua ad ammaliare milioni di persone con le sue avventure su un dirigibile; e, infine, l’amministratrice di un grattacielo continua a essere rispettata per la sua frenesia di controllo e la cura maniacale dei dettagli. Ma la minaccia adesso sta giungendo dall’alto, dai programmatori, residenti temporanei sui tetti, la cui scomparsa darà avvio a una catena di eventi che influenzeranno per sempre l’esistenza dei newyorkesi e metteranno in pericolo le fondamenta della città stessa.

La mia recensione:
Due grandi inondazioni hanno modificato drasticamente la città di New York, mettendone a repentaglio la stessa sopravvivenza. Il livello delle acque si è alzato al punto da sommergerla. Solo gli ultimi piani dei grattacieli più alti sono rimasti in superficie ed è proprio da lì che i superstiti hanno ricominciato. L’istinto di sopravvivenza, come sempre accade, ha prevalso sulla forza distruttiva della natura. Le parti sommerse degli edifici sono state impermeabilizzate e la vita si è concentrata sulle vette. Ponti di collegamento, quartieri galleggianti, imbarcazioni e dirigibili per gli spostamenti, colture idroponiche organizzate sui terrazzi dei palazzi sono alcune delle strategie adottate per reinventare la città che, di fatto, è rinata assumendo un volto nuovo.
È in questo scenario postapocalittico, inquietante e ammaliante allo stesso tempo, che si sviluppa New York 2140. Come facilmente si può immaginare, le inondazioni non hanno prodotto modifiche solo al livello paesaggistico, ma hanno modificato la flora e la fauna, mettendo a rischio alcune specie, hanno cambiato lo stile di vita dei newyorkesi, che hanno dovuto adattarsi alla nuova realtà, hanno prodotto scossoni nell’economia, determinando una crisi che ha sancito il crollo dei prezzi, e hanno stravolto l’assetto politico e sociale.
Alcune dinamiche, tuttavia, sono rimaste invariate: anche in un contesto così inedito rimane chi comanda e chi è sopraffatto, ci sono i ricchi e i poveri, c’è chi vive di espedienti, chi insegue la fama sfruttando la situazione corrente e chi continua a fare affari alle spalle dei più deboli.
La storia si concentra su un grattacielo in particolare, il Met, e sulle vicende dei suoi inquilini. Ci sono Mutt e Jeff, due programmatori accampati in una fattoria all’ultimo piano, che decidono di sabotare le sedici leggi che governano la città; l’ispettrice Gen; il vecchio Hexter e i suoi piccoli amici Stefan e Roberto, due ragazzini poveri e senza famiglia  ̶  quasi una versione del futuro di Huckleberry Finn  ̶  che vanno sempre a caccia di avventure e stratagemmi per sbarcare il lunario; Amelia, star del cloud, che quando non staziona nel suo appartamento viaggia a bordo del suo dirigibile, la Migrazione Assistita, per salvare specie in estinzione, documentando le sue avventure in un programma televisivo di successo; Vlade, il prezioso manutentore; Franklin, operatore finanziario e Charlotte, l’amministratrice.
Tutto comincia con l’improvvisa scomparsa di Mutt e Jeff, su cui Gen viene chiamata a indagare. In concomitanza con questo evento, iniziano a verificarsi alcuni atti di sabotaggio ai danni del Met, mentre la sua amministratrice riceve proposte di acquisto. Gli strani accadimenti, all’apparenza slegati, iniziano a intrecciarsi fra loro profilando un’ipotesi inquietante: che qualcuno, spinto da interessi economici, stia tentando, di indurre gli inquilini del grattacielo a sgomberare e vendere?
Di sicuro, in un mondo che continua ad andare a fondo un edificio che si sviluppa in altezza è un bene prezioso, uno spazio vitale ambito ma destinato a pochi. È più che plausibile dunque che sia al centro di una macchinazione ordita da coloro che detengono i fili del potere.
Calandoci nelle atmosfere liquide e suggestive della sua New York galleggiante, Kim Stanley Robinson, elabora una trama avventurosa, fantasiosa ma futuribile, che appassiona e sorprende.
Leggendo entreremo nei meccanismi e nei segreti di un nuovo modello sociale, e nello stesso tempo voleremo su un dirigibile che trasporta orsi polari; seguiremo due ragazzini intraprendenti e sognatori alla ricerca di un tesoro perduto nelle profondità delle acque o sulle tracce della tomba di Melville; saremo coinvolti nelle indagini poliziesche tese a scoprire la verità sul rapimento dei due programmatori e nella lotta di un gruppo di persone determinate e tenersi stretto il loro unico bene.
Quando gli occupanti del Met percepiranno il rischio di perdere la loro casa faranno infatti fronte comune per impedire che ciò accada, ognuno fornirà il suo contributo alla causa e sarà proprio lo spirito di collaborazione a trasformarli in una squadra vincente.
Immaginando un futuro lontano, l’autore ci spinge a riflettere su alcuni aspetti del nostro presente e sulle loro possibili implicazioni a lungo termine, partendo dalla minaccia reale del riscaldamento globale ci offre la visione di un domani plausibile, individuando non solo nell’inventiva stimolata dalla necessità di sopravvivere, ma soprattutto nella coesione fra esseri umani, nella solidarietà che si rafforza per una causa comune, la possibile chiave per far sì che la nostra specie vada comunque avanti, senza perdere la speranza.











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