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martedì 27 febbraio 2018

Recensione: La mossa del principe

Titolo: La mossa del principe
Titolo originale: The Prince’s Gambit
Serie: Captive Prince #2
Autrice: C. S. Pacat
Traduttrice: Claudia Milani
Editore: Triskell
Collana: reserve
Genere: storico fantastico
Lunghezza: 285 pagine
Prezzo Ebook: € 5,99
Prezzo Cartaceo: € 12,00

Descrizione:
Con i loro due paesi sull'orlo di una guerra, Damen e il suo nuovo padrone, Laurent, dovranno lasciarsi alle spalle gli intrighi del palazzo e concentrarsi sulle più ampie forze del campo di battaglia mentre viaggiano verso il confine per scongiurare un complotto fatale.
Costretto a nascondere la sua identità, Damen si sente sempre più attratto dal pericoloso e carismatico Laurent, ma via via che la fiducia nascente tra i due uomini si approfondisce, le scomode verità del passato minacciano di infliggere il colpo mortale al delicato legame che ha cominciato a unirli…

La mia recensione:
Sequel de Il principe Prigioniero, La mossa del principe riprende la storia dal punto in cui l’avevamo lasciata ma ci propone subito un cambio di scenario, proiettandoci in un contesto molto diverso da quello a cui ci eravamo abituati. La minaccia di una nuova guerra fra Vere e Akielos si fa sempre più pressante, così il principe Laurent decide di partire verso il confine per una missione di pace. Stringere nuove alleanze, spegnere i focolai ribelli, conquistare luoghi strategici, addestrare e fortificare l’esercito: sono questi gli obiettivi che animano il viaggio. Oltre che da un manipolo di uomini fidati, sceglie di farsi accompagnare dal suo schiavo Damen. Essendo un akielonese, egli può rivelarsi utile nell’anticipare possibili mosse avversarie, inoltre conosce meglio dei veriani i territori che si apprestano a raggiungere, ma non è solo questo il motivo per cui Laurent lo vuole al suo fianco. La verità è che, sebbene nemico a causa delle sue origini, Damen gli ha salvato la vita e ha dimostrato di poterlo proteggere meglio degli uomini della sua stessa scorta. Per quanto suoni paradossale, sembra essere la persona su cui può fare maggiore affidamento. Proprio in virtù di questo, il rapporto fra i due appare cambiato. Pur continuando a essere ingabbiato nel ruolo di schiavo, Damen diventa per il principe una sorta di consigliere, un braccio destro con cui si confronta, spesso quasi da pari a pari, per elaborare piani e prendere decisioni importanti.
In effetti, il veriano non cessa mai di stupire il suo padrone, e in questa occasione sfodera delle sorprendenti doti da stratega (sorprendenti per lui, ovviamente, che seguita a ignorare la sua vera identità).
In questo secondo capitolo della serie, abbandoniamo dunque la corte con i suoi intrighi, la sua corruzione e le sue perversioni, per spostarci fuori dai confini di Vere ed esplorare altre parti del regno. Mentre il volume precedente ci ha fatto conoscere la cultura e la politica veriane, consentendoci di familiarizzare con un mondo sconosciuto, qui entriamo nel vivo di una trama più dinamica in cui prevale l’azione. Agguati, scontri, strategie belliche ma anche negoziazioni sono gli elementi che danno consistenza al plot, senza tuttavia accantonare le complesse dinamiche che legano i due protagonisti. Nel fiondarci in un’avventura marcatamente low fantasy, l’autrice continua a prestare molta attenzione alla psicologia dei suoi personaggi, procedendo nella tessitura di un racconto in cui i sentimenti e i conflitti interiori giocano un ruolo fondamentale.
Da questo punto di vista svolge un lavoro mirabile perché, lungi dal proporci protagonisti stereotipati e dai comportamenti inverosimili, tratteggia in maniera approfondita e credibile due diversi uomini dalle personalità sfaccettate.
In linea con Il principe prigioniero, anche questo nuovo capitolo si connota come un fantasy degno di questo nome, in cui non c’è spazio per improbabili e sdolcinate fiabe d’amore ma si delinea con chiarezza il dramma, anche interiore, che può scatenare una guerra, la difficoltà di continuare a nutrire sentimenti di affetto e lealtà per qualcuno in un contesto in cui sembrano prevalere l’odio e la necessità di prevaricare gli altri.
Il principe Laurent in questa fase ci riserva parecchie sorprese. La sua corazza algida comincia a incrinarsi e pian piano emerge la sua vera personalità. Dopo averlo visto nel ruolo di essere cinico, spietato, freddo, iniziamo a scorgere il suo lato più umano in cui si annidano anche una certa sensibilità, la capacità di amare e nondimeno un profondo senso di lealtà e giustizia. Persino il mito che lo dipinge come incapace di lasciarsi andare ai piaceri del sesso verrà sfatato, ma lascerò a voi scoprire come.
Mentre Laurent impara a fidarsi sempre più di Damen e a considerarlo sotto una luce nuova, quest’ultimo si ritrova stritolato nella morsa di un forte conflitto interiore. Anche lui si sta legando al principe, ne è attratto e inizia a nutrire per lui sentimenti opposti all’odio, tuttavia si sente sporco perché lo sta ingannando tenendo nascosta la sua identità. Il suo segreto diviene ogni giorno più pesante ma il timore che venga scoperto non è più tanto legato alle punizioni e alle nefaste conseguenze che potrebbero derivarne, quanto alle implicazioni che avrebbe sul loro rapporto.
Proprio per scongiurare questa eventualità, Damen conta di sparire senza lasciare traccia di sé al termine della missione, ma riuscirà a tener fede a questo proposito?
Pur risparmiandoci un vero e proprio cliffhanger, C.S. Pacat ha in serbo un bel colpo di scena nel finale che ci lascia con il fiato sospeso ma soprattutto una gran voglia di leggere il seguito.




  

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