Titolo: Qualcosa in cui credere
Autrice: Enedhil
Genere: Fantasy
Editore: Triskell
Lunghezza: 243 pagine
Prezzo: € 5,99
Descrizione:
Quando il Parco Giochi sulla collina di
Accession apre i cancelli, Fabien, il razionale e diffidente fabbro del
villaggio, decide di darla vinta alla curiosità e di attraversare il confine
che lo separa da quel mondo fatto di ingegnosi artifici. Sotto al tendone de
“Il Giardino di Ghiaccio”, circondato da atmosfere innevate e gelide statue che
sembrano vive, il giovane conosce Riw, un misterioso ragazzo che dice di essere
l’Inverno e che scalda il cuore del fabbro con un fuoco ben diverso da quello a
cui è abituato.
A dieci anni da quell’incontro, spinto da
sensazioni che non riesce più a controllare, Fabien ritorna ad Accession. Qui
il suo bisogno di ritrovare quel giovane che sembrava padroneggiare la neve e
il ghiaccio diventa più incalzante. Fabien vede ben presto esaudito quel
desiderio, ma quando Riw gli chiede di seguirlo, rivelandogli una verità
incredibile, si ritrova coinvolto in uno scontro dal quale dipende il destino
del suo mondo.
In un Tempo dominato da Stagioni ed
Elementi, riuscirà Fabien ad ascoltare il proprio cuore e a trovare qualcosa in
cui credere?
La mia recensione:
Fabien è il giovane figlio di un fabbro.
La concretezza della forgia, la realtà della fatica, la tangibilità degli
oggetti che suo padre gli ha insegnato a modellare rappresentano tutto il suo
mondo, un mondo in cui non c’è spazio per i sogni e per la fantasia, tanto che
quando ad Accession giunge un famoso luna park itinerante, non se ne sente
particolarmente attratto. Tuttavia, la curiosità non gli manca ed è proprio ciò
che lo spinge a varcare i cancelli e concedersi un giro, se non altro si
divertirà a smascherare l’inganno, a ridere dell’ingenuità di chi si fa abbindolare
da piccoli trucchi.
Neve finta, sagome di cartone, illusioni
ottiche. In effetti il ragazzo non scorge che questo nel momento in cui si
avventura nell’attrazione principale del Parco: il giardino d’inverno. Ciò
nonostante, la visita non lo lascia indifferente e gli regala un ricordo che
non riuscirà più a cancellare: passeggiando nel giardino incantato, Fabien
incontra un ragazzo bellissimo che dice di chiamarsi Riw e di essere l’incarnazione
della stagione invernale. Di certo, si tratta solo di una recita, una finzione
orchestrata per suggestionare i più piccoli, ma la sua avvenenza è autentica e
contribuisce a far maturare nel fabbro la consapevolezza di non essere etero.
Passano gli anni e il luna park non riapre
i battenti. Fabien continua a non credere nelle favole, ma non cessa di sognare
Riw, e in cuor suo spera di rincontrarlo. Dopo una lunga attesa, il suo
desiderio viene esaudito perché il Parco ricompare, come per magia, ed è proprio
Inverno a cercarlo, anche se lo fa per un motivo che il ragazzo non avrebbe mai
immaginato. Il bellissimo principe delle
nevi, farnetica di una guerra in atto fra le stagioni, un conflitto che
minaccia di fermare il Tempo, danneggiando l’intera umanità, e sostiene che
Fabien sia il solo a poter scongiurare il pericolo forgiando un’arma magica… Si
tratta del vaneggiamento di un pazzo o, dopotutto, c’è un fondo di verità? Per
scoprirlo, il fabbro dovrà accettare di
seguire una bizzarra compagnia viaggiante.
Pur avendo apprezzato il romanzo nel
complesso, devo ammettere di averlo trovato leggermente sottotono rispetto a Catene di Ametista, l’opera che mi ha
fatto conoscere e amare quest’autrice. Ho apprezzato le sue capacità narrative
e stilistiche anche qui, ma questa volta non è riuscita a coinvolgermi e a regalarmi
emozioni pari a quelle che ho provato alla Corte di Namîr.
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