Titolo: Per cinque minuti in più
Autrice: Victoria Sue
Traduttore: Natascia Gandini
Editore: Dreamspinner
Pagine: 221
Prezzo: 6,99
Disponibile qui
Descrizione:
Serie Enhanced World, Libro 1
Fin dal momento della sua trasformazione in un umano
potenziato, Talon Valdez sapeva che avrebbe dovuto dire addio alla sua vita e
ai suoi sogni. Trattati con diffidenza, insultati, spesso rinchiusi, i
potenziati sono visti come mostri, disprezzati dalla società e considerati
inadatti a prestare servizio nell’esercito o nelle forze dell’ordine.
Anni più tardi, ha la possibilità di creare una task force
di potenziati all’interno dell’FBI, ma a una condizione: ogni potenziato deve
fare coppia con un essere umano normale.
Finn Mayer sogna di entrare nell’FBI da quando aveva
quattordici anni e ha fatto qualsiasi sacrificio perché ciò avvenisse: ha
sopportato di vivere con una madre egoista, con un fratello omofobo e bullo e
di non avere un compagno. Soffre però di dislessia non diagnosticata e basta
questo a frustrare le sue aspirazioni sul nascere. La sua ultima occasione è
fare coppia con Talon, un potenziato con abilità letali, che però non vuole
affidare i suoi segreti ai normali e che pertanto vuole vederlo fallire.
Quattro sono le settimane a disposizione di Finn per provare
alla squadra quanto vale. Quattro le settimane perché la squadra dimostri al
resto del mondo che può funzionare. E quando un altro gruppo minaccia il loro
successo – mettendo a rischio le loro vite – sarà per quattro settimane che
dovranno sopravvivere.
La mia recensione:
Essere diversi in una società che
punta all’omologazione, spesso può rappresentare un ostacolo alla realizzazione
dei propri sogni. Ciò vale nella realtà attuale e ancor di più nel futuro
immaginato da Victoria Sue. Per ragioni ancora non del tutto note – forse a
causa dell’inquinamento o dei pesticidi – si è sviluppata una nuova razza,
quella dei potenziati, ovvero esseri umani dotati di superpoteri, un po’ come
gli Avengers o I Fantastici quattro. Lungi dall’essere considerati degli eroi,
però, sono considerati mostri e banditi dalla società, perché ritenuti
pericolosi. Nel momento in cui la natura di un potenziato si manifesta,
attraverso un marchio che compare d’improvviso sul volto, scatta il rifiuto e
l’allontanamento dalla famiglia.
Disprezzati e ghettizzati, i
potenziati non godono degli stessi diritti dei cittadini normali e non possono
svolgere le stesse professioni.
Ma c’è chi non condivide il
pensiero più diffuso e si batte per la loro integrazione. Allo scopo, per
esempio, è stata organizzata una task force segreta dall’FBI. L’idea è quella
di far lavorare i potenziati in coppia con umani comuni per dimostrare alla
cittadinanza che i primi non sono necessariamente pericolosi, anzi possono
mettere i loro superpoteri al servizio di tutti, per il perseguimento di un
bene comune. Tuttavia, metterla in pratica non è facile perché, come si può
facilmente immaginare, pochi sono gli agenti normali disposti ad affiancare gli
esseri superdotati.
Potendo, probabilmente, anche Finn
Mayer si tirerebbe indietro, ma lui non ha grandi possibilità di scelta perché
è a sua volta un diverso. A causa della sua dislessia, non può essere ammesso
nell’FBI, come vorrebbe; accettare di entrare a far parte della squadra segreta
H.E.R.O. e di far coppia con il potenziato Talon Valdez, è l’unica chance che
gli rimane per coronare il suo sogno.
È per questo che accetta la sfida e
inizia il suo addestramento. Riuscirà a portarlo a termine e a resistere al
fianco di Talon? L’impresa di sicuro non si prospetta semplice, tanto più
perché il potenziato non sembra affatto felice di averlo fra i piedi, ma sarà
davvero così o la sua apparente ostilità cela qualcos’altro?
Proiettandoci in un’ambientazione
fantascientifica dal sapore distopico, l’autrice ci racconta una storia di
emarginazione, di lotta per l’affermazione dei diritti umani e d’amore, giacché
il rapporto fra Finn e Talon è desinato a evolversi, andando ben oltre lo
stretto ambito lavorativo.
La storia è indubbiamente
appassionante, si legge con curiosità e trasporto perché fa leva sulla
componente emotiva e può contare su personaggi ben caratterizzati, anche dal
punto di vista psicologico. Non posso negare di aver trovato la lettura
godibile, purtroppo però non posso dire nemmeno di esserne rimasta del tutto
soddisfatta. Il punto debole di questo romanzo, secondo me, sta nella totale
mancanza di originalità, e non mi riferisco solo all’idea di fondo
abbondantemente sfruttata da svariati fumetti, libri e film, come quelli citati
in apertura. La somiglianza più stretta l’ho ravvista fra questo romanzo e la
serie dei THIRDS di Charlie Cochet. Qui si parla di potenziati, lì abbiamo a
che fare con una particolare specie di mutanti, ma l’idea di base è
praticamente la stessa e le dinamiche sono molto simili; la stessa coppia
formata da Finn e Talon ricorda tantissimo – troppo – quella formata da Dex e
Sloane.
Leggendo non sono riuscita a
scrollarmi di dosso la sensazione di avere fra le mani una “brutta copia”
dell’opera della Cochet e questo ha raffreddato parecchio il mio entusiasmo.
Trattandosi solo del primo capitolo di una serie, comunque, si può ben sperare
che nel prosieguo i punti in comune diminuiscano fino a scomparire e che la
storia decolli assumendo una propria identità.
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