Titolo: Un cielo pieno di misteri
Autore: Rick R. Reed
Traduttore: Victor MIllais
Editore: Dreamspinner
Pagine: 222
Prezzo: 6,99
Data di pubblicazione: 14 agosto 2018
Disponibile qui
Descrizione:
Cosa accadrebbe
se il tuo primo amore scomparisse e fosse dichiarato morto, ma tornasse
vent’anni più tardi?
Questo il
dilemma che Cole Weston è costretto ad affrontare. Ormai felicemente sposato
con Tommy D’Amico, si ritrova catapultato in un presente surreale quando il suo
primo amore, Rory Schneidmiller, ricompare inaspettatamente.
Dov’è stato Rory
fino a quel momento? Ha viaggiato nel tempo? Cosa gli è successo vent’anni
prima, quando una strana massa è comparsa nel cielo notturno e lo ha condotto
nello spazio? Rory non ricorda niente di quel periodo. Per lui è come se
fossero trascorsi solo pochi giorni.
Rory ama ancora
Cole con la tipica passione del primo amore. E Cole non ha mai dimenticato
Rory, ma Tommy è sempre stato la sua roccia, sempre al suo fianco da quando
Rory è scomparso.
Cole è costretto
a scegliere tra un idealizzato e passionale primo amore e il conforto di un
lungo matrimonio. Come farà a decidere? Chi mai si trova ad affrontare un
dilemma del genere? La risposta potrebbe nascondersi tra le stelle…
La mia recensione:
Rory e Cole sono
poco più che ventenni, hanno l’intera vita davanti, sono follemente innamorati
e hanno appena coronato il sogno di andare a vivere insieme. La loro felicità è
immensa e sembra incrollabile, almeno fino a che non accade qualcosa di
imprevisto, che rovina tutto. Una sera come tante, Rory esce per fare due passi
e non fa più ritorno a casa.
Comincia un’estenuante
attesa, riempita da migliaia di punti interrogativi e dalle ipotesi più
disparate, seguono le ricerche, puntigliose,
disperate, ma il ragazzo sembra svanito senza lasciare traccia.
Potrebbe essere
l’incipit di un thriller o di un romanzo di fantascienza, giacché l’unica cosa
che apprendiamo sul momento della sparizione è che Rory vede una strana luce
nel cielo e poi si sente risucchiare verso l’alto, proprio così come accade a
chi riferisce episodi di abduction. In realtà, a dispetto dell’etichetta stessa
con cui ci viene presentato, Un cielo
pieno di misteri non può essere ascritto a nessuno dei due generi. Andando
avanti, la seconda ipotesi parrà confermata e il romanzo conserverà alcuni elementi
dal sapore fantascientifico, ma quella che l’autore ci racconta è
essenzialmente una storia d’amore, intensa e senza dubbio sopra le righe.
Il libro si
divide in due parti: nella prima assistiamo alla scomparsa di Rory e al difficile
percorso che Cole è costretto a compiere per elaborare la perdita e trovare la
forza di andare avanti. In questa fase si inserisce la figura di Tommy, che lo
sosterrà, lo aiuterà a gestire il dolore e gradualmente diventerà un punto
fermo nella sua vita, non un sostituto di Rory, perché Cole non lo dimenticherà
mai davvero, ma comunque l’uomo che prenderà il posto al suo fianco.
Nella seconda
parte, compiamo un salto in avanti di vent’anni e assistiamo, invece, all’improvvisa
ricomparsa di Rory. Dovrebbe essere il momento della verità, quello in cui il
mistero si risolve, ma non accade, perché il ragazzo non ricorda nulla di
quello che gli è accaduto. Non sa dov’è stato né con chi, e non è nemmeno
consapevole di essere stato via per due decenni; gli sembra trascorso solo un
giorno, o poco più, da quanto si è assentato e il dato sconcertante è che il
suo fisico pare avallare questa ipotesi. Rory è ancora un ventenne, mentre il
suo amato, i suoi familiari, i conoscenti sono invecchiati. Lui è rimasto lo
stesso mentre il mondo che lo circonda è cambiato. L’attenzione si focalizza
proprio sugli stati d’animo e sul modo in cui i protagonisti reagiscono a
questa situazione anomala. Sulla gioia di ritrovarsi che, nel caso specifico,
coincide con la consapevolezza di essersi persi irrimediabilmente perché un gap
di così tanti anni è impossibile da colmare, perché Cole è andato avanti e tutto
quello che ha vissuto dal giorno della scomparsa del compagno in poi non si può
cancellare con un colpo di spugna.
La componente
fantascientifica non viene sviscerata, rimane solo un’ipotesi sullo sfondo, un
pretesto per raccontare l’amore e analizzare alcuni aspetti delle relazioni
umane. L’amore può davvero dirsi eterno? Può sopravvivere al tempo che passa e
ai cambiamenti? Nell’ipotesi assurda che una persona amata, persa, potesse
tornare indietro dopo molto tempo sarebbe davvero possibile ricucire il
rapporto?
Sono principalmente
queste, e altre simili, le domande suscitate dalla lettura, o perlomeno quelle
su cui Reed concentra l’attenzione e alle quali tenta di fornire una risposta,
eludendo quelle che riguardano il presunto rapimento alieno e che di fatto
rimangono in sospeso.
Essendo una
grande appassionata di sci-fi, non nego che l’approfondimento di certi aspetti
mi sia mancato. La mia curiosità di scoprire qualcosa a proposito dell’esperienza
di abduction vissuta da Rory era tanta e purtroppo è rimasta totalmente
insoddisfatta. Nonostante ciò ho apprezzato tantissimo il romanzo per la sua
originalità e per l’interessante prospettiva a partire dalla quale l’autore ci
racconta l’amore, finendo per confezionare un romance davvero diverso dal
solito e, per molti versi, più profondo. Sebbene venga analizzato a fondo solo
il personaggio di Cole, mentre Rory viene caratterizzato in maniera più
superficiale e sfuggente, l’autore ci offre parecchi spunti di riflessione, non
solo sui sentimenti ma anche sul concetto stesso di tempo, lasciandosi andare
ad alcune interessanti considerazioni filosofiche.
Stupendo il
finale che, a dispetto dell’impianto surreale del racconto, ci riporta con i
piedi per terra e, rinunciando a facili happy end dal sapore fiabesco, ci
travolge con il suo struggente realismo.
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