giovedì 19 maggio 2011

Intervista a Frank Spada

 Frank Spada è uno pseudonimo dietro cui si cela l'autore dei romanzi hard boiled Marlowe ti amo e Dimmi chi sei Marlowe. Suoi racconti sono stati selezionati in concorsi e premi letterari, e sono pubblicati in varie antologie e online. 
Marlowe e Frank Spada: due nomi legati a filo doppio. Un detective sopra le righe il primo, il suo creatore il secondo, ad accomunarli, sicuramente è l’aura enigmatica che li avvolge entrambi.
Che significato e quale peso attribuisce al mistero nel suo universo letterario?
Personaggio e autore (eteronimi scambievoli nei ruoli, si badi bene) ripropongono il tema della doppia identità e il paradosso tra unione e scissione di chi riconosce nell’assunto “io sono la realizzazione dei tuoi pensieri e tu la mia immagine” il principio uniformante e paradigmatico della propria vita. Questo tema, che trovò fulminea diffusione letteraria nel periodo romantico – quando le storie incentrate sul doppio incatenarono un soggetto immaginario, sempre maschile, alla mercé di quello reale –, fu successivamente innalzato alla gloria dei cinefili dall’espressionismo della cinematografia tedesca, anticipata dalla psicoanalisi, e subito dopo da quella degli Studios hollywoodiani. Per quanto ci riguarda, ritengo che la fisiologia respiratoria, unita alla curiosità che spinge Marlowe a vivere appesantendosi l’aria e il suo compare, il “perturbante”, a dedicarsi con costanza agli esercizi spirituali (intesi come alcolici) costituiscano tutti assieme il nucleo del mistero che racchiude anche l’autore. Uno che fuma da quand’era ragazzino e che, ancora oggi, non mastica gomma americana solo perché un tizio, una volta, mostrandogli un’emblematica lastra tutta nera pretendeva di convincerlo della sua chiaroveggenza: i fatti l’hanno smentito – precisato che Frank Spada è ancora vivo, piuttosto in là con gli anni e ha smesso di pregare iniziando a scrivere il 7 gennaio del 2007.
Come nasce Marlowe?
Il suo nome doveva essere Marlow, stando al desiderio di suo padre, ma all’anagrafe, sa com’è, a volte basta un’aggiunta, un’omissione… cosicché fu chiamato erroneamente Marlowe.

Marlowe è anche il nome del celebre detective forgiato dalla penna di Chandler. Una semplice coincidenza o un omaggio voluto a questo grande autore?
Certamente. Ma quello si chiamava Philip, mentre questo è Marlowe e basta, anche per sua madre, e proprio in conseguenza a un nome affibbiatogli per caso. Ovvio che un implicito omaggio a Raymond Chandler – quantomeno con il romanzo d’esordio intitolato “Marlowe ti amo” – non è da escludersi; benché l’introduzione a questo libro del prof. Franz Haas induca il lettore a fargli credere che Marlowe sia anche lui stesso.

Molti autori avvertono i loro personaggi come creature vive, entità che una volta create, chiedono insistentemente di essere raccontate e che, a un certo punto, sembrano acquisire una propria autonomia. Quale il suo rapporto con Marlowe?
Tra Marlowe e l’autore, come non bastasse il tentativo di far rivivere in modo originale un celeberrimo detective a oltre mezzo secolo dalla morte di Chandler – problemino non da poco per quanto già detto –, si incunea il fatto che questo Marlowe è vittima di un perturbante. Talché, s’immagini l’ingombro quotidiano che pesa sulla vita di chi vagheggia la sopravvivenza mostrandosi indifferente agli occhi di qualcuno alla ricerca di se stesso e che, guardandosi allo specchio ogni mattina, s’illude di continuare a farla franca sbarbando chi si è nascosto dietro uno pseudonimo.

Come tutti i detective che si rispettino Marlowe è sempre alle prese con dei gialli da risolvere. Da dove trae ispirazione per la creazione dei suoi casi?
Se le dicessi che l’autore ne sa quanto il detective e che entrambi si trovano coinvolti, capovolti e catapultati nel passato – il “luogo” dove ci si sente sempre a casa ma reclusi nell’impossibilità di fuggire dai ricordi, risentimenti e rimpianti compresi? Mi scusi se a questa domanda ho risposto interrogando il caso.


Ritiene sia più difficile imbastire un buon intreccio noir o dar vita a un personaggio capace di imprimersi in maniera indelebile nell’immaginario dei lettori?
Il noir è una buona metafora della ricerca filosofica e scientifica in genere, e tanto più se ci restituisce un’immagine caricaturale, proprio per questo chiara e vivida dell’uomo, dei suoi geni connaturati al “male” e dell’avidità che spinge le sue azioni. A iniziare da quando fracassò con una pietra il cranio di chi pretendeva che un infinitesimo granello ruotante nello spazio non fosse soltanto roba dell’altro – Marlowe… nell’ambiguità cosciente di una nevrotica solitudine, pessimistica e angosciante, tiene in fondina una 45 per far da testimone a quanto avviene, ancora, attorno e dentro di lui, perpetuando l’illusione letteraria di una storia dove mescolanze e contaminazioni sono il kit per non smentire il fato.

Leggendo i suoi libri si ha quasi l’impressione di guardare un film. Una suggestione alimentata dallo stile cinematografico, dall’efficacia delle descrizioni e dal sottofondo musicale che costantemente accompagna la narrazione. Quanto e come la passione per il cinema ha influenzato la sua scrittura?
Il cinema è stato definito la settima arte – quella che le riunisce tutte distinguendole nei ruoli, mettendo spesso in primo piano quel che non si vede a occhio nudo – va da sé che qualcuno che non amava andare a scuola ne abbia approfittato per capire meglio il panorama, a volte inzuccherandosi le orecchie con le colonne sonore.


Come mai ha scelto di ambientare i suoi romanzi in America? Quale il suo legame con questa terra?
La casualità non è che la norma di muoversi in fretta per non farsi prendere, possibilmente, e gli spazi degli States, la libertà che… caspita quanto sono immensamente grandi anche in un vicolo!


Oltre a trasportarci sulla West Coast, i suoi libri  ci fanno viaggiare a ritroso nel tempo facendo rivivere gli anni ’50. Cosa la affascina di quegli anni?
A questa domanda – agganciandomi a quanto ho risposto sopra interrogando il caso, ma precisando un luogo –, risponderei che non dovrebbe essere difficile fare un conticino: i cavalloni del Pacifico in corsa galoppando, le bellezze in aderenti Jantzen al sole, per non dire delle chincaglierie in curva che… ritmo veloce all’imbrunire con le prove in spiaggia? – Shorty Rogers disse che non ci fu nulla di premeditato, nel suonare qualcosa di così specifico e diverso da poter essere chiamato per sempre“West Coast Jazz”.


Il secondo romanzo della serie dedicata a Marlowe, ha un sottotitolo molto suggestivo: “Cinque sensi e un’anima”. La stessa idea è richiamata nel suo blog, con un’aggiunta che colpisce quasi come un pugno allo stomaco (“cinque sensi e un’anima che non perdona”). Possiamo dire che in queste poche ma efficaci parole sia condensato il senso più profondo di questo libro?
Sì, questo è possibile, e vale per Marlowe come per chiunque altro abbia la dannata fortuna di voler interrogarsi in proposito, prima di portare i panni sporchi in lavanderia.


Se le dico “Il Cannocchiale a rovescio”?
E’ lo strumento per allontanare la visione del reale a chi vive in anticipo i ricordi e avvicinare con la curiosità e l’ironia rivolta senza limiti spazio-temporali, o di genere, l’irreale a chi lo segue come un’ombra. Preciso, in ogni caso, che questo Blog è stato aggiornato di recente – dopo 909 commenti che lo avevano reso “pesante” in pochi mesi – per aprire Il Cannocchiale a rovescio 2, sempre di Frank Spada, sul sito Poche chiacchiere di Robin Edizioni dove si può colloquiare con l’autore.

Frank Spada non è solo autore di romanzi. All’attivo ha anche diversi racconti che, peraltro, hanno ottenuto vari riconoscimenti e sono stati pubblicati in diverse antologie. Di recentissima pubblicazione la raccolta antologica “Riso nero” edita da DelosBooks che, tra gli altri autori, ospita anche lei. Le va di svelarci qualcosa a proposito della sua partecipazione a questo progetto editoriale?
L’antologia, nata su iniziativa degli editorialisti Graziano Braschi e Mauro Smocovich diThriller Magazine, vede riuniti 50 scrittori in un libro di oltre 250 pagine: un mix di umorismo nero costituito da 25 racconti gialli & comici, 64 brividi brevi e numerose comiche letali racchiuse in una sola frase – Frank Spada è presente con un racconto, sei brividi brevi e dieci comiche letali.

Concludo questa piacevole chiacchierata chiedendole di anticiparci qualcosa sui suoi progetti futuri. Avremo il piacere di rincontrare Marlowe?

Nel ringraziarla per avermi dato la possibilità di capire un po’ meglio quel che sta succedendo, posso dirle che Marlowe ha preso appuntamento con un vecchio amico in un cimitero – probabilmente s’incontreranno a maggio 2011.
E per saperne di più...
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