venerdì 24 aprile 2015

Recensione: Chelsea & James

Titolo: Chelsea & James
Autore: Giuseppe Cozzo
Editore: self publishing
Pagine: 194
Prezzo cartaceo: 6,24
Prezzo ebook: 0,99
Disponibile su Amazon

Descrizione:
Stati Uniti d'America. Nel tentativo di perseguire il proprio personale senso di giustizia, due ragazzi cercano di fuggire da un ingombrante passato, che li condiziona fortemente. La moralità, immancabilmente relativa, viene messa in discussione, mentre un viaggio li porterà via dalla zona in cui hanno imparato a soffrire. Scopriranno che allontanarsi da un luogo è possibile, ma prendere le distanze dalle proprie vite è un obiettivo che può essere raggiunto solo conoscendo sacrifici forse insopportabili.
 
L'autore:
Giuseppe Cozzo è nato il 10 gennaio 1992. Gli studi universitari non gli impediscono di coltivare la passione per la scrittura, culminata con la realizzazione del suo romanzo d’esordio, “Chelsea & James”, pubblicato senza alcun contributo economico. Per restare in contatto con i suoi lettori, oltre a gestire una pagina Facebook ed un profilo Twitter, cura un blog personale, che può essere visitato all’indirizzo  www.giuseppecozzo.wordpress.com. Sta lavorando al prossimo romanzo, che verrà pubblicato nell'autunno del 2015. 
 
La mia recensione:
Cos’è la giustizia? È una domanda a cui è difficile dare una risposta perché la legge è umana e, come tale, non può essere infallibile, ma soprattutto perché può succedere che la vita ti prenda a calci,  che ti tolga troppo e ti restituisca niente, che ti spinga su quella linea di confine sottilissima che separa il bene dal male, costringendoti a tenerti in equilibrio, fino a che ce la fai. Cadere dalla parte sbagliata, quando non sei più in grado di reggerti, non è affatto improbabile.
Quella di Chelsea e James è appunto la storia di due ragazzi messi alle strette da un destino crudele e desiderosi di fuggire. In principio la loro unica colpa è quella di voler tagliare i ponti col passato. James vuole liberarsi dalla sua gabbia personale e dal peso di essere figlio di nessuno, mentre Chelsea desidera semplicemente vivere senza dover più avere paura, a lei basterebbe un rifugio lontano dagli abusi e dalle percosse.
Obiettivi che chiunque non esiterebbe a condividere ma che, in certi casi, possono essere raggiunti solamente a caro prezzo.
Se scappi dall’inferno senza avere un posto in cui andare, né mezzi o persone che ti aiutino, puoi finire sulla strada a rubare per riempirti lo stomaco; può capitarti di dover violare una proprietà privata per proteggerti dal freddo, di cacciarti in qualche guaio pestando i piedi, senza saperlo, alla persona sbagliata… può addirittura capitarti di dover uccidere per difenderti.
Basta un attimo perché da vittima ti trasformi in criminale finendo incastrato in una reazione  a catena da cui è impossibile tornare indietro.
Quasi fossero una versione moderna di Bonnie e Clyde, i protagonisti di questo romanzo si incontrano per caso, altrettanto casualmente si ritrovano a essere complici in un delitto e, grazie al bisogno di fuga che li accomuna, finiscono per fare squadra.
“Temo che l’attrazione reciproca esistente tra noi non sia dovuta a una vera e propria libera scelta, ma sia piuttosto una forma di costrizione” ammetterà James in principio, ma andando avanti, la costrizione si trasformerà in qualcosa di diverso. Restare insieme allora non sarà più una necessità dettata dalle contingenze, ma un bisogno dettato dal cuore.
Alla sua prova di esordio, Giuseppe Cozzo, imbastisce un plot accattivante in cui c’è spazio per il thrilling ma nondimeno per una struggente storia d’amore. Avventura e romanticismo, stretti in un unico nodo, costituiscono infatti il leitmotiv dell’intera opera.
Benché l’idea di fondo non sia originalissima, l’evoluzione della trama sia abbastanza prevedibile, e alcuni passaggi risultino un tantino inverosimili, l’autore si rivela abilissimo nel creare coinvolgimento emotivo, cosicché leggendo ci si dimentica facilmente dei piccoli difetti e si viene travolti dal turbine di emozioni che ogni singola pagina trasuda. Affilato come la lama di un rasoio e capace di scavare in profondità grazie a una scelta accurata di immagini e parole, lo stile incide e provoca commozione.
Pur scegliendo una narrazione in prima persona, limitata al solo POV di James, l’autore riesce inoltre a fornirci, di riflesso, anche un’analisi introspettiva di Chelsea, consentendoci di immedesimarci in entrambi i personaggi.
Chiaramente non c’è distinzione fra buoni e cattivi, gli attori di questo dramma sono tutti vittime e carnefici allo stesso tempo, proprio perché corrispondono all’impossibilità di dare una risposta univoca sul senso ultimo della giustizia; se giustificarli è impossibile, comprenderli è abbastanza istintivo.
Una lettura che coinvolge a trecentosessanta gradi: se l’avventura scandita da un susseguirsi serrato di colpi di scena ci regala una buona dose di intrattenimento, i quesiti e le osservazioni che si annidano fra le righe stimolano la riflessione, mentre la storia d’amore acquisisce tanta forza da poter appagare in pieno anche i lettori più romantici.






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