mercoledì 30 settembre 2015

Recensione: Chase nell'ombra

Titolo: Chase nell'ombra 
Titolo originale: Chase in shadow 
Serie Johnnies. Libro 1. 
Autrice: Amy Laine 
Genere: romance contemporaneo  
Editore: Dreamspinner 
Pagine: 372 
Prezzo: 6,99 
Disponibile qui
 

Descrizione:

Chase Summers: un ragazzo d’oro. Una bella ragazza, dei buoni amici e un futuro promettente. 
Ma nessuno conosce il vero Chase.
Chase Summers ha una lametta da rasoio appoggiata al polso e l’odore dell’addio al suo amante appiccicato alla pelle. C’è una porta nel suo cuore, così spaventosa che preferirebbe morire piuttosto che aprirla, e le bugie che ha utilizzato per tenerla chiusa diventano più deboli a ogni tocco proibito. La vita di Chase è in disfacimento e la decisione di liberare la sua sessualità in segreto ha contribuito a mandare in pezzi la sua mente più velocemente. 
Chase ha la possibilità di vivere un amore vero e salvarsi. Può anche aver incontrato Tommy Halloran nel mondo del gay a pagamento – mondo in cui non importa il numero di amanti, l’importante è girare una buona scena – ma se vuole la guarigione che l’amore di Tommy ha da offrirgli, dovrà trovare il coraggio di lasciare l’ombra del passato per la luce del sole. Potrebbe voler dire chiedere troppo a un uomo che ha passato tutta la vita a nascondere il suo vero io. Chase lo sa fin troppo bene: le sole cose che prosperano nell’oscurità di un cuore sono i demoni personali che amano guardarci sanguinare.

La mia recensione:

Chase ha una porta rossa nella testa. Da una vita lotta per tenerla chiusa, perché sa che se le consentisse di aprirsi, tutto ciò che ha costruito con grande fatica si ridurrebbe in polvere.
Un lavoro umile ma dignitoso, una bella casetta, una ragazza fantastica: sono questi i mattoni con cui ha edificato la sua vita perfetta… in realtà, solo un castello di bugie.
In un altro spazio, in altro tempo, lontano dagli occhi di chi lo conosce bene – o crede di conoscerlo – lui è Chance, un attore, peraltro molto apprezzato, di porno gay.
Ma anche questa non è che una maschera, giacché il vero Chase non è quello che si finge etero nella quotidianità, dividendo il suo appartamento e i progetti per il futuro con la bella Mercy, ma nemmeno l’attore che, sempre dichiarandosi etero, fa sesso con altri uomini sul set allo scopo di rendere più sostanziosa la sua misera paga da operaio.
Il vero Chase è nell’ombra, appunto, protetto da una porta rossa e da una corazza fatta di molti strati di bugie.
La sua è la storia di un ragazzo che non può accettarsi per quello che è, perché è convinto che la sua diversità sia la causa dell’orrore che ha marchiato a fuoco la sua infanzia. È la storia di un ragazzo che finge per paura, privandosi così della possibilità di essere felice.
Quando scopre il mondo di Johnnies, quello del porno gay, si illude per un attimo di aver trovato la sua via di fuga, perché può finalmente sperimentare le gioie del sesso come lo ha sempre sognato, senza dover fare coming out. E, in effetti, tutto procede a meraviglia fino a che non subentra l’amore a sconvolgere gli equilibri… a quel punto Chase non può che scegliere se lasciarsi soffocare dalla sua stessa maschera o farla cadere, lasciando che l’uomo di cui è innamorato lo prenda per mano riportandolo alla luce.
È un romanzo a tinte molto forti questo di Amy Lane, sotto diversi punti di vista. Forti sono le luci del set che illuminano scene di sesso a pagamento, prive di filtri e di mezze misure; forti sono i toni dei flashback che fanno irruzione nella mente di Chase, immagini che raccontano di dolore e sangue; ma vivido e brillante tanto da risultare quasi accecante è anche il colore dell’amore che, da un certo punto in poi, impregna le pagine e il cuore di chi legge. Un amore dolcissimo, ma per nulla smielato, delicato come un fiore ma allo stesso tempo solido come una roccia.
La prima parte ci introduce nel mondo di Johnnies, un microcosmo che sinceramente non so se definire più realistico o romanzato, non conoscendolo affatto. L’ambiente del porno gay descritto dalla Lane mi ha stupito perché pur essendo ruvido, esplicito, prosaico come me l’aspettavo, mi ha rivelato dei lati nascosti che hanno avuto la capacità di sorprendermi. Fra un ripresa e l’altra, emerge, infatti, un forte cameratismo fra gli attori, un senso di solidarietà e di amicizia disinteressata che va oltre il lavoro.
In quello che appare – e per molti versi sicuramente è – un ambiente sordido, Chase ritrova quasi una famiglia, un nido in cui sente di essere compreso, forse più che a casa, e in cui può essere, se non se stesso, qualcuno che gli somiglia.
Inizialmente si viene investiti dalle scene di sesso a comando e si prova quasi un senso di fastidio per la meccanicità dei rapporti, per l’assenza dei sentimenti. Pian piano però, i riflettori si spengono e affiorano le personalità dei vari ragazzi, i loro vissuti, le loro paure, i loro sogni, e diventa praticamente impossibile non affezionarsi a ciascuno di loro.
I due protagonisti, tratteggiati a trecentosessanta gradi, sono entrambi personaggi complessi, con un bagaglio di problemi piuttosto pesanti sulle spalle. Se Chase ci costringe a fare i conti con i suoi  traumi infantili e con lo spettro della depressione, Tango ci porge un vissuto in cui si annida il mostro della bulimia.
Pur affrontando tematiche molto drammatiche, il romanzo si lascia leggere in un soffio; le parentesi colorate rappresentate dai momenti goliardici condivisi dai ragazzi di Johnnies e finanche la stravaganza di uno strizzacervelli che lavora a maglia durante le sedute, alleggeriscono spesso  la tensione, strappandoci qualche sorriso fra le tante lacrime. Personalmente ho apprezzato tanto anche l’epilogo per il suo realismo, perché trasmette un senso di speranza senza, tuttavia, fornirci l’illusione che tutto si risolva per il meglio con un semplice schiocco di dita. L’happy end, in questo caso, non è che l’inizio di un nuovo capitolo in cui il dolore e le difficoltà restano, ma i protagonisti possono iniziare a volare leggeri, liberi dal peso della finzione.







 








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