mercoledì 25 maggio 2016

Recensione: Il nascondiglio

Titolo: Il nascondiglio
Autore: Amy Lane
Traduttore: Caterina Bolognesi
Editore: Dreamspinner
Genere: contemporaneo
Pagine: 229
Prezzo: 6,99
Disponibile qui

Descrizione:

L’infanzia di Terrell Washington è stata una tripla schifezza: non c’è nessun vantaggio a essere nero, gay e povero in America. Terrell si è fatto strada fuori dal ghetto solo per colpire un soffitto di cristallo e trovarsi imprigionato nel ristorante di una popolare catena a fare il barista con una laurea in giornalismo. L’unica nota positiva è Colby Meyers, un suo collega che non ha paure o inibizioni e che non conosce limiti. Terrell e Colby passano l’estate al fiume e le loro pause sul retro del Papiano. Per quanto Terrell sia terrorizzato all’idea di uscire allo scoperto, gli è impossibile stare lontano dal magnetico sorriso di Colby e dalla sua risata contagiosa.
Ma Colby ha finito l’università, adesso, e ha grandi progetti per il futuro… progetti che Terrell è certo che lasceranno il suo nero culo secco nella polvere di Sacramento, fino a un momento mozzafiato, rubato nel mezzo del caos del ristorante, che gli dice che potrebbe sbagliarsi. Quando quell’istante viene infranto da un mistero e da un atto di violenza, Terrell e Colby rimangono con due rompicapi da risolvere: chi ha ucciso quel furfante del loro capo e come potranno far confluire le loro vite, il loro nero e il loro bianco, in un unico scintillante futuro?


La mia recensione:
Un posticino appartato sul retro del Papiano: è un piccolo angolo di mondo, buio, polveroso e maleodorante, ma per Terrell equivale a un pezzetto di paradiso quando lo raggiunge con Colby per una pausa sigaretta. Stargli accanto a distanza ravvicinata, potergli parlare, è qualcosa che lo rende felice non solo perché Colby è un amico ma perché sente un’attrazione incredibile nei suoi confronti. È per lui che Terrell ha deciso di mettersi l’apparecchio per raddrizzarsi i denti, per potergli regalare un sorriso più gradevole, anche se sa che il suo è un sogno proibito. Il suo amore non potrà mai essere ricambiato, perché lui non ammetterà mai di essere gay, perché Colby non lo è e soprattutto perché è un bianco e, sin da piccolo, gli hanno insegnato che bianchi e neri appartengono a due mondi diversi, inconciliabili. 
Almeno questo è ciò che crede fino alla fatidica notte in cui tutto cambia, una notte magica e maledetta allo stesso tempo, giacché si verificano due avvenimenti, l’uno meraviglioso, l’altro terribile: mentre sono in pausa lavoro nel loro nascondiglio, Colby lo bacia, demolendo in un secondo tutti i suoi pregiudizi; contemporaneamente, qualcuno all’interno del locale uccide il direttore, Will Templeton, con un colpo di pistola.
È lo snodo a partire dal quale si sviluppa un romanzo che sorprende per la sua profondità, infatti,  dietro la bellissima storia d’amore che pian piano decolla e il piccolo giallo che seguita a svolgersi sullo sfondo vivacizzando la trama, si cela molto di più, non da ultima la denuncia sociale. Facendoci penetrare nel tessuto socioculturale di Sacramento e dei suoi ghetti (non poi così dissimile da quello di molti altri piccoli centri suburbani), Amy Lane ci racconta di razzismo, omofobia, emarginazione, bigottismo, disoccupazione, violenza.
Il nascondiglio fisico in cui incontriamo i protagonisti per la prima volta, in realtà, non è che una metafora della condizione in cui si ritrova Terrell da sempre. Nato a cresciuto in un ghetto, e potendo contare solo sull’affetto di una zia che l’ha adottato, ha imparato a tenersi al margine, a sentirsi inferiore agli altri per il colore della sua pelle e, soprattutto, a negare a se stesso e agli altri la sua natura, poiché essere omosessuali in una comunità omofoba significa rischiare di non sopravvivere. Nascondersi per Terrell è diventata una regola di comportamento, dacché ha imparato che per stare al mondo ed evitare il peggio deve indossare una maschera, fingere di essere quello che non è ma che gli altri si aspettano, soffocando i suoi sentimenti e i suoi sogni… compreso quello di realizzarsi professionalmente. Terrell, infatti, si è laureato in giornalismo, ma nel posto in cui vive è escluso che possa fare carriera: fare il barista in locale come il Papiano è il massimo che possa concedersi per sbarcare il lunario.
Queste sono amare verità, tuttavia Colby le mette in crisi poiché, pur riconoscendo che l’amico ha ragione, sa che restarsene rintanati in un nascondiglio non è la soluzione, né l’unica possibilità. Il mondo è vario, il mondo è grande. Esistono luoghi in cui essere gay non è considerata un’aberrazione e in cui il colore della pelle non conta… d’altra parta esistono anche persone per cui un simile dettaglio non ha alcuna importanza, anzi! Lui ama il colore di Terrell, ama il suo sorriso di  metallo, le sue gambe leggermente storte (retaggio di una prolungata  malnutrizione), ama tutto di lui, anche se ha atteso un tempo infinito prima di confessarlo, temendo un rifiuto. Già, perché su una cosa Terrell ha sempre sbagliato clamorosamente: ha preso una grande cantonata nel valutare il ragazzo che ama. Scoprire di aver sbagliato sarà proprio il primo passo per uscire fuori dal guscio che si è creato e regalarsi una seconda possibilità.
Delicato, romantico e duro allo stesso tempo, Il Nascondiglio è un libro che emoziona e fa riflettere. L’autrice non ci racconta favole, ci spiattella una realtà difficile, cruda, per quello che è, però si rivela abilissima nel mantenere in vita una fiammella di speranza, quella fiammella che alimenta i sogni e con essi il coraggio del cambiamento.











 

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