mercoledì 12 aprile 2017

Recensione: Morte a San Siro

Titolo: Morte a San Siro. Milano, il mistero di villa Pozzi
Autore: Alessandro Bastasi
Editore: Fratelli Frilli
Pagine: 288
Prezzo: 12,90

Descrizione:
«In zona San Siro a Milano una macabra scoperta ha funestato questa mattina il lavoro di Khalid Buhar, macchinista dell’impresa edile Milano Costruzioni, mentre si accingeva a spianare il terreno a ridosso di una vecchia villa, abbattuta per far posto a un nuovo ipermercato di proprietà del magnate svizzero Karl Heimer. Stava operando con la scavatrice quando, dalle macerie, sono improvvisamente venuti alla luce alcuni resti umani». Guido Barbieri, professore di storia in pensione, non ha dubbi: si tratta di Angela Pozzi, scomparsa a 17 anni nel lontano 1965. Una ragazza della quale lui, diciottenne, era follemente innamorato. Ma sembra che la morte di Angela Pozzi interessi solo a lui e di riflesso alla figlia Laura, giornalista di un’emittente televisiva. La magistratura ha infatti gatte da pelare molto più urgenti e pressanti. Sarà però un nuovo inaspettato delitto a richiedere l’intervento deciso di Daniele Ferrazza, un commissario di polizia giudiziaria che nutre per Laura un interesse non soltanto professionale. Il commissario si troverà ad affrontare un caso oscillante tra passato e presente, all’apparenza indecifrabile. Tanto indecifrabile da sfuggire ai canoni classici dei fatti di sangue. La vera protagonista del romanzo è come sempre Milano, con la trasformazione che ha subito, dagli anni Sessanta ad oggi, da città industriale a città di servizi multietnica, dove sono scomparse le latterie, i trani, il fumo delle ciminiere e lo smog delle caldaie a carbone, lasciando il posto ad asettici uffici, al proliferare dei media, al trionfo del digitale. Una mutazione nella quale si specchia il rapporto non facile tra un padre cresciuto sull’onda ideologica di un Novecento che non c’è più e una figlia pragmatica e interamente dedita alla carriera professionale, e nella quale la presenza ingombrante dei media nei casi giudiziari diventa la normalità. “Oggi i processi si fanno in televisione”, commenta uno dei personaggi. Una realtà del nostro tempo che qui trova l’ennesima conferma.

L’autore:
Alessandro Bastasi è nato a Treviso nel 1949. A 27 anni si è trasferito a Milano, dove attualmente vive e lavora. Con un passato di attore teatrale, a Venezia ha recitato al teatro Ridotto con il mitico Gino Cavalieri, ha continuato in seguito a calcare le scene fino all'ultima partecipazione nell’atto unico Virginia (2010) di Giuseppe Battarino e altri. Nella seconda metà degli anni ’70 ha scritto numerosi articoli di argomento teatrale per riviste del settore (“Sipario”, “La Ribalta”). Tra il 1990 e il 1993 ha vissuto a Mosca. Gli avvenimenti di quegli anni – di passaggio dall’URSS alla nuova Russia – gli hanno dato materia per il suo primo romanzo La fossa comune, pubblicato nel 2008 e ambientato nella capitale russa. In seguito ha dato alle stampe: La gabbia criminale (romanzo, Eclissi Editrice 2010), Città contro (romanzo, Eclissi Editrice 2011), Ologrammi (racconto, MilanoNera Edizioni 2012), La caduta dello status (racconto pubblicato sul quotidiano “Il Manifesto” 2012), Cronaca di un’apocalisse annunciata (racconto, nell’antologia Cronache dalla fine del mondo, Historica Edizioni 2012), La scelta di Lazzaro (romanzo, Meme Publishers editore 2013), Milan by night (racconto, nell’antologia Una notte a Milano, Novecento Editore 2014) ed Era la Milano da bere (Fratelli Frilli Editori, 2016). Altri racconti sono presenti in vari siti letterari.

La mia recensione:
I tempi cambiano, le città si evolvono. Laddove sorgeva una vecchia villa appartenuta alla famiglia Pozzi sta per essere edificato un nuovo ipermercato, voluto da un magnate svizzero. L’ennesimo scempio architettonico cui non si può che assistere impotenti, giacché l’economia è il motore che muove la società. Tuttavia, i lavori subiscono una battuta d’arresto nel momento in cui dal terreno emergono dei resti umani.
Gli esami rivelano che si tratta di un cadavere sepolto lì da moltissimi anni, troppi perché la polizia si interessi veramente al caso, ma non abbastanza per un anziano professore in pensione che, nell’apprendere la notizia dai media, con il pensiero vola al periodo della sua giovinezza, ricorda e non ha dubbi sull’identità della vittima. Del resto i primi amori non si scordano mai e Guido Barbieri, da ragazzo,  per la bellissima  Angela Pozzi aveva una cotta. L’uomo pensa che si tratti proprio di lei, della figlia del proprietario della villa, misteriosamente scomparsa nel 1965, all’età di diciassette anni, e mai più ritrovata.
La sua convinzione ottiene ben presto conferma ma la situazione pare destinata a rimanere in una fase di stallo: il caso viene riaperto e affidato al commissario Daniele Ferrazza ma, dopo così tanto tempo, dispera di poterlo risolvere, mentre e il fratello della ragazza, che è il suo parente più prossimo ancora in vita, sembra più interessato a insabbiare che ad  approfondire la questione.
Di tutt’altro avviso rimane Guido che, invece, è determinato a  scoprire la verità e per farlo coinvolge la figlia Laura, giornalista televisiva. Per quanto datato, un crimine fa sempre notizia e ai giorni nostri, si sa, i processi si fanno anche e soprattutto in televisione.
L’intrigante giallo ideato da Alessandro Bastasi crea così un ponte fra passato e presente; le indagini tese a ricostruire l’accaduto e risolvere il mistero che ruota intorno all’omicidio di Angela Pozzi pone a confronto la Milano degli anni Sessanta con quella attuale, mostrandoci non solo i cambiamenti fisici subiti dalla città ma anche quelli che hanno investito i costumi, le abitudini, la mentalità. Per far luce sul crimine commesso questo cambiamento sarà determinante, poiché lo stesso profilo della vittima e le ipotesi legate alla sua scomparsa potranno essere comprese bene solo se contestualizzate. Angela, in effetti, incarnava lo spirito sessantottino, era una ragazza ribelle ed emancipata che sfidava le convenzioni,  a partire dal suo abbigliamento  e sognava una carriera nel mondo dello spettacolo. Per quel che si sa, aveva anche una relazione amorosa contrastata dalla famiglia, poiché il ragazzo da lei scelto fra tanti spasimanti era un “terrone” e non vantava la stessa estrazione sociale dei Pozzi.
Guido e Laura, formano una coppia di investigatori provetti insolita e accattivante. Mentre li vediamo impegnati nelle indagini, abbiamo occasione di conoscerli anche nella loro dimensione privata e di appassionarci alle loro vicende. Scopriamo così che Guido è vedovo, vive solo, anche se nello stesso palazzo della figlia e, pur essendole molto legato, spesso ha difficoltà a esternare i suoi sentimenti. Laura, dal suo canto, è una donna ambiziosa e votata alla carriera, ha un figlio ma il suo matrimonio è finito e fa davvero fatica a lanciarsi in una nuova relazione.
Il mistero di villa Pozzi, in maniera inaspettata finirà per rinsaldare il legame fra Guido e Laura, proprio perché si innescherà fra loro un rapporto di complicità e collaborazione, ma fornirà alla giornalista anche un’occasione insperata per conoscere un uomo che, forse, infrangerà la sua corazza e scioglierà il gelo che avvolge il suo cuore.
Se amate i gialli, non potrete che apprezzare questo romanzo. La trama ben congegnata, lo stile fluido, il ritmo incalzante alimentano la curiosità mentre il finale riserva un colpo di scena assolutamente imprevedibile.
Pur scandagliando un crimine che risale a più di cinquant’anni fa, inoltre, Morte a San Siro sorprende per l’attualità delle tematiche affrontate, offrendosi come una lente che, filtrando un’altra epoca si trasforma gradualmente in uno specchio fedele dei nostri tempi.






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