domenica 24 settembre 2017

Recensione: L'anno che è passato

Titolo: L'anno che è passato
Autrice: Amanda Reynolds
Editore: Corbaccio
Pagine: 320
Prezzo: 16,90

Descrizione: 
Quando Jo si risveglia in fondo alle scale di casa e vede suo marito chino su di lei, non ha memoria di quel che è successo. Per fortuna non si è fatta nulla di grave, ma la caduta le ha provocato  un’amnesia che copre gli ultimi dodici mesi. Jo comincia con fatica a mettere insieme i tasselli della propria vita, ma i ricordi sono confusi e il marito e i figli non sono di aiuto. Tutti sembrano volerle nascondere qualcosa. E in effetti, a mano a mano che Jo si riappropria di brandelli del suo passato recente, quel che vede la sorprende, la inquieta, la disturba, perché non collima con l’immagine serena di una donna appagata dalla vita famigliare, con un marito affettuoso, due figli ormai grandi e responsabili, una bella villa in campagna. Cosa è successo durante l’ultimo anno? Perché dai recessi della sua memoria emergono volti sconosciuti, situazioni inconsuete, sensazioni di pericolo incombente? Perché si sente così sospettosa di tutti, degli amici, dei figli, del marito… persino di se stessa?

L'autrice: 
Amanda Reynolds vive nelle Cotswolds in Inghilterra, dove insegna scrittura creativa. Con i suoi racconti ha partecipato a numerosi festival letterari. L’anno che è passato è il suo primo romanzo.

La mia recensione: 
Un anno è un tempo breve se rapportato a un’intera vita, ma se vi venisse sottratto? Se tutto ciò che avete fatto, provato, pensato negli ultimi dodici mesi venisse spazzato via, vi sembrerebbe di aver subito solo una piccola perdita?
La verità è che in un anno possono accadere tante cose, si possono verificare cambiamenti tali da stravolgere un’esistenza, un arco temporale così breve può contenere qualcosa di essenziale e perderlo può rivelarsi molto più che destabilizzante.
È quanto accade a Jo: in seguito a una caduta dalle scale, perde i sensi e quando rinviene scopre di essere rimasta indietro. I suoi ultimi ricordi risalgono a un anno prima, tutto ciò che si colloca fra quel momento e quello del suo incidente è come svanito nel nulla, e la cosa più spiazzante è che la realtà attuale appare drasticamente diversa da quella che ricordava. Sembra che il prima e il dopo, nel suo caso, corrispondano a due vite diverse.
Per esempio, Jo ricorda un figlio iscritto all’università e una figlia single andata a vivere da sola di recente. D’improvviso, invece, scopre che il primo ha abbandonato gli studi per dedicarsi alla musica e si fa vedere di rado, mentre la seconda ha un ragazzo di cui lei non ha memoria e che è stato causa di una grave rottura con la famiglia.
Due duri colpi da digerire, tanto per cominciare. Ma non è solo questo a provocarle un forte malessere: ogni volta che la donna fa domande a suo marito Rob affinché l’aiuti a ricostruire il puzzle dei mesi trascorsi e dimenticati, si scontra con un muro fatto di silenzio o, nella migliore delle ipotesi, di mezze risposte. La sua impressione è che il coniuge non voglia aiutarla davvero a ricordare, ma perché mai?
Il suo è stato davvero un incidente o c’è dell’altro? Perché il suo cellulare, sicuramente ricco di indizi sul suo passato recente, è scomparso? Perché ogni volta che chiude gli occhi Jo vede un uomo che la attrae e la inqueta allo stesso tempo senza riuscire a capire chi sia?
Nessuno pare genuinamente disposto ad aiutarla ma lei è determinata ad andare fino in fondo.
Questo il punto di partenza da cui si snoda un thriller psicologico ben congegnato e in grado di suscitare un forte senso di inquietudine.
Costringendoci a trattenere il fiato, spingendoci a voltare le pagine con rapidità per scoprire cosa è accaduto, ma anche depistandoci di continuo con maestria, Amanda Reynolds ci intrappola in un labirinto narrativo in cui la suspense assume il sapore della precarietà che caratterizza il vissuto di qualsiasi essere umano. Quel che è accaduto a Jo, in mille modi e per ragioni diverse, potrebbe accadere a chiunque: la memoria che spesso diamo per scontata è qualcosa di prezioso ma che può andare perduto, e perderla significa smarrire in buona parte se stessi.
La protagonista non deve semplicemente risolvere un giallo che la riguarda e capire se è in pericolo, deve ritrovare se stessa, ricostruire la propria identità e ritrovare le coordinate che le permettono di stare al mondo.
Nel suo caso il tutto si tinge di mistero e angoscia perché nel tempo cancellato, in effetti, si nascondono terribili segreti e quando la verità verrà a galla avrà il potere di travolgere lei quanto il lettore con la potenza di un uragano.
La narrazione in prima persona si articola in due tempi, capitoli collocati nel presente si alternano ad altri retrodatati di un anno che gradualmente ricostruiscono gli avvenimenti. Da un lato seguiamo gli sforzi di Jo di recuperare la memoria e le sue personali indagini, dall’altro scopriamo un pezzo per volta quello che è accaduto facendo un salto a ritroso. La lettura procede sulla scia di questa altalena fino a che le due metà della storia non si sovrappongono restituendoci il quadro d’insieme. In questo modo, abbiamo la possibilità di immedesimarci totalmente nella protagonista e di rivivere tutte le sue emozioni, i suoi stati d’animo, e di percepire con chiarezza tutta la tensione che caratterizza il suo percorso di ricerca.
Un romanzo intrigante, dal finale sorprendente e intenso, giacché oltre a fornirci una soluzione imprevedibile fa emergere il coraggio di una donna che dopo aver perso tutto si riappropria del suo destino.


 


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