Titolo: Lo strano mondo di Alex Woods
Autore: Gavin Extence
Editore: Garzanti
Pagine: 352
Prezzo: 16,40
Autore: Gavin Extence
Editore: Garzanti
Pagine: 352
Prezzo: 16,40
Descrizione:
Per Alex Woods la notte è un momento magico, l'unico momento in cui può gettarsi la paura alle spalle. Ogni notte si affaccia alla finestra per guardare le stelle. La stanza è invasa da libri di astronomia, la sua passione. Studiare le eterne e immutabili leggi che regolano l'universo è l'unico modo per fuggire dalla sua vita disordinata. Alex sa cosa significa essere strano. Non ha mai conosciuto suo padre, e sua madre è una lettrice di tarocchi che l'ha cresciuto in un negozio pieno di candele, incensi e pozioni. E da quando ha dieci anni soffre di attacchi epilettici che riesce a controllare solo ascoltando musica classica ed enumerando i nomi delle costellazioni. A scuola i bulli lo perseguitano senza tregua. Un giorno, mentre fugge dall'ennesimo pestaggio, Alex cade e rotola in un giardino, devastando la siepe. Quando apre gli occhi si trova la canna di un fucile piantata in faccia. A imbracciare l'arma è il signor Peterson, un bislacco e arcigno vedovo. Un uomo solo, con una ferita nel cuore che non ha intenzione di rivelare a nessuno. Fra i due nasce la più improbabile delle amicizie, fatta di coltivazione di sostanze stupefacenti e letture dei romanzi più dissacranti. Ma quando il signor Peterson scopre di avere una grave malattia, per Alex giunge il momento di sovvertire tutte le leggi dell'universo e intraprendere il più strambo dei viaggi. Perché solo lui può salvarlo…
Per Alex Woods la notte è un momento magico, l'unico momento in cui può gettarsi la paura alle spalle. Ogni notte si affaccia alla finestra per guardare le stelle. La stanza è invasa da libri di astronomia, la sua passione. Studiare le eterne e immutabili leggi che regolano l'universo è l'unico modo per fuggire dalla sua vita disordinata. Alex sa cosa significa essere strano. Non ha mai conosciuto suo padre, e sua madre è una lettrice di tarocchi che l'ha cresciuto in un negozio pieno di candele, incensi e pozioni. E da quando ha dieci anni soffre di attacchi epilettici che riesce a controllare solo ascoltando musica classica ed enumerando i nomi delle costellazioni. A scuola i bulli lo perseguitano senza tregua. Un giorno, mentre fugge dall'ennesimo pestaggio, Alex cade e rotola in un giardino, devastando la siepe. Quando apre gli occhi si trova la canna di un fucile piantata in faccia. A imbracciare l'arma è il signor Peterson, un bislacco e arcigno vedovo. Un uomo solo, con una ferita nel cuore che non ha intenzione di rivelare a nessuno. Fra i due nasce la più improbabile delle amicizie, fatta di coltivazione di sostanze stupefacenti e letture dei romanzi più dissacranti. Ma quando il signor Peterson scopre di avere una grave malattia, per Alex giunge il momento di sovvertire tutte le leggi dell'universo e intraprendere il più strambo dei viaggi. Perché solo lui può salvarlo…
L'autore:
Extence Gavin è nato nel 1982 e cresciuto nel
villaggio di Swineshead, Lincolnshire, Inghilterra. Tra i 5 e gli 11
anni ha goduto di una carriera breve ma illustre come giocatore di
scacchi, vincendo numerosi campionati nazionali. A Mosca e San
Pietroburgo si è trovato a competere con le giovani promesse degli
scacchi: ha vinto una sola partita.
Dopo il successo mondiale del suo primo romanzo Lo strano mondo di Alex Woods, sta già lavorando al suo secondo. Quando non scrive ama cucinare, dedicarsi all'astronomia amatoriale e andare ad Alton Towers, il principale parco divertimenti della Gran Bretagna.
Dopo il successo mondiale del suo primo romanzo Lo strano mondo di Alex Woods, sta già lavorando al suo secondo. Quando non scrive ama cucinare, dedicarsi all'astronomia amatoriale e andare ad Alton Towers, il principale parco divertimenti della Gran Bretagna.
La mia recensione:
Essere colpiti da un meteorite nel bagno di casa è altamente
improbabile, sopravvivere a un simile incidente lo è ancora di più. Bisogna
essere tremendamente sfigati per farsi beccare in un posto tanto sbagliato nel
momento più sbagliato che ci sia, ma anche incredibilmente fortunati per
uscirne vivi. Se state pensando che sia assurdo o semplicemente impossibile, è
evidente che non avete ancora conosciuto Alex Woods perché a lui tutto ciò è
capitato davvero. Il terribile impatto con lo strano corpo piovuto dallo spazio
lo ha reso epilettico complicando un bel po’ la sua vita ma ha anche
risvegliato in lui un grandissimo interesse per l’astronomia e le misteriose
leggi della fisica.
Per molti versi sembra essere rimasto bambino, quasi che il meteorite abbia fermato il tempo, per altri sembra essere cresciuto a un ritmo accelerato diventando molto più maturo di quanto ci si aspetti da un ragazzino della sua età. Per molti aspetti ha sviluppato un’intelligenza superiore alla norma, si esprime con grandissima proprietà di linguaggio, fa calcoli complicati con estrema facilità e snocciola conoscenze sulla fisiologia del cervello che farebbero invidia a un professore, ma a scuola è una frana perché gli sfuggono le nozioni più semplici.
Tanto basta a renderlo un “diverso”, ma il caso ha deciso di essere oltremodo generoso con lui in materia di stravaganza cosicché si ritrova anche una madre che fa la cartomante e che non ha la più pallida idea di chi possa essere suo padre. Ce n'é abbastanza perché Alex diventi il bersaglio ideale per i bulli della scuola che non perdono occasione per schernirlo e riempirlo di botte.
Sarà proprio fuggendo dai suoi aguzzini che un giorno “inciamperà” nella serra del signor Peterson e finirà per essere sorpreso tra le piante devastate, ovviamente solo dopo che i veri responsabili del disastro sono scappati via.
Se state immaginando un signore benevolo dedito a coltivare rose, siete completamente fuori strada − a questo punto avrete capito che il giovane Woods e la banalità viaggiano su binari paralleli. Il signor Peterson è infatti un vedovo arcigno dalla parolaccia sempre in punta di lingua e il grilletto facile e la sua è una preziosa coltivazione di marijuana.
Per molti versi sembra essere rimasto bambino, quasi che il meteorite abbia fermato il tempo, per altri sembra essere cresciuto a un ritmo accelerato diventando molto più maturo di quanto ci si aspetti da un ragazzino della sua età. Per molti aspetti ha sviluppato un’intelligenza superiore alla norma, si esprime con grandissima proprietà di linguaggio, fa calcoli complicati con estrema facilità e snocciola conoscenze sulla fisiologia del cervello che farebbero invidia a un professore, ma a scuola è una frana perché gli sfuggono le nozioni più semplici.
Tanto basta a renderlo un “diverso”, ma il caso ha deciso di essere oltremodo generoso con lui in materia di stravaganza cosicché si ritrova anche una madre che fa la cartomante e che non ha la più pallida idea di chi possa essere suo padre. Ce n'é abbastanza perché Alex diventi il bersaglio ideale per i bulli della scuola che non perdono occasione per schernirlo e riempirlo di botte.
Sarà proprio fuggendo dai suoi aguzzini che un giorno “inciamperà” nella serra del signor Peterson e finirà per essere sorpreso tra le piante devastate, ovviamente solo dopo che i veri responsabili del disastro sono scappati via.
Se state immaginando un signore benevolo dedito a coltivare rose, siete completamente fuori strada − a questo punto avrete capito che il giovane Woods e la banalità viaggiano su binari paralleli. Il signor Peterson è infatti un vedovo arcigno dalla parolaccia sempre in punta di lingua e il grilletto facile e la sua è una preziosa coltivazione di marijuana.
Per porre rimedio al danno che non ha fatto Alex sarà
condannato a svolgere dei lavoretti per lui ma, anche in questo caso, ogni
aspettativa sarà disattesa. Lì dove avrebbe immaginato vetri rotti da
sostituire, viali da spazzare o staccionate da ridipingere, si ritroverà una
macchina da guidare, nonostante non abbia l’età per farlo, e l’intera
bibliografia di Kurt Vonnegut da leggere.
Tra una lettura de Le sirene di Titano e La colazione dei Campioni, mentre in sottofondo vanno CD di musica classica, i silenzi del signor Peterson e la logorrea di Alex si avvicineranno fino a incastrarsi come due pezzi di un puzzle e insieme alle piante di cannabis comincerà a germogliare un’insolita quanto profonda amicizia.
Tra una lettura de Le sirene di Titano e La colazione dei Campioni, mentre in sottofondo vanno CD di musica classica, i silenzi del signor Peterson e la logorrea di Alex si avvicineranno fino a incastrarsi come due pezzi di un puzzle e insieme alle piante di cannabis comincerà a germogliare un’insolita quanto profonda amicizia.
"Come ben sai non sono
certo un uomo di fede,
ma ho fede in te".
A quel punto sarete completamente dentro lo strano mondo di
Alex Woods, tanto dentro da sentirvene parte e da non poter più tornare
indietro. Ma più lo conoscerete e più vi renderete conto che, in fin dei conti,
così strano non è perché, a dispetto delle bizzarre coincidenze, delle
stravaganze dei suoi abitanti, dell’unicità del suo stesso protagonista, è un
microcosmo che racconta di sentimenti universalmente condivisibili, di amore,
di dolore e del grande enigma rappresentato dalla morte.
È un libro fuori dagli schemi e assolutamente sorprendente questo di Gavin Extence. Nonostante l’incipit ci sbatta subito in faccia l’immagine della morte, si sviluppa quasi fosse una commedia seguendo il ritmo di una narrazione leggera e spiccatamente ironica. È Alex a raccontarci la storia in prima persona e lo fa con l’ingenuità, l’immediatezza, l’arguzia mista a candore che lo caratterizzano. Si fa comprendere, si fa amare, ci fa sorridere il tenerissimo Woods, ma non solo, attraverso i suoi occhi ci fa conoscere davvero il signor Peterson e ci fa amare anche lui riuscendo a scalfire la sua corazza. Proseguendo però, ci si accorge che i toni scanzonati gradualmente si smorzano e, quasi in maniera brusca, ci si riscopre a duettare con il vero argomento del romanzo.
Inizialmente, complice la quarta di copertina, immaginavo di ritrovarmi a leggere un libro sul tema dell’epilessia; dopo i primi capitoli ho avuto la sensazione che i riflettori si spostassero sulla diversità e sull’amicizia… intendiamoci, Lo strano mondo di Alex Woods parla anche di questo ma, fondamentalmente ruota intorno allo spinoso tema dell’eutanasia.
La sensibilità, la delicatezza ma anche il crudo realismo con cui l’autore riesce ad affrontare l’argomento, mi hanno lasciato senza fiato.
Non vi nascondo che ho divorato quasi l’intero romanzo alla velocità della luce, tanto era avvincente, scorrevole, fresco, ma giunta a pagina 238 mi sono dovuta fermare. Da quel punto in poi l’ho centellinato, a ogni riga ero costretta a fermarmi, non solo perché mi si annebbiava la vista ma perché avevo necessità di fare lunghi respiri prima di poter andare oltre.
D’improvviso ho avuto la sensazione che le parole pesassero come macigni, ho faticato per mandarle giù ma vi garantisco che ne è valsa la pena.
Uno dei libri più commoventi, coraggiosi, profondi che mi sia mai capitato di leggere, mi ha lasciato dentro una scheggia d’infinito e, nello steso tempo, penso di aver lasciato un pezzetto di me tra le sue pagine.
Grazie Alex per avermi permesso di accompagnarti nel tuo “folle” viaggio!
È un libro fuori dagli schemi e assolutamente sorprendente questo di Gavin Extence. Nonostante l’incipit ci sbatta subito in faccia l’immagine della morte, si sviluppa quasi fosse una commedia seguendo il ritmo di una narrazione leggera e spiccatamente ironica. È Alex a raccontarci la storia in prima persona e lo fa con l’ingenuità, l’immediatezza, l’arguzia mista a candore che lo caratterizzano. Si fa comprendere, si fa amare, ci fa sorridere il tenerissimo Woods, ma non solo, attraverso i suoi occhi ci fa conoscere davvero il signor Peterson e ci fa amare anche lui riuscendo a scalfire la sua corazza. Proseguendo però, ci si accorge che i toni scanzonati gradualmente si smorzano e, quasi in maniera brusca, ci si riscopre a duettare con il vero argomento del romanzo.
Inizialmente, complice la quarta di copertina, immaginavo di ritrovarmi a leggere un libro sul tema dell’epilessia; dopo i primi capitoli ho avuto la sensazione che i riflettori si spostassero sulla diversità e sull’amicizia… intendiamoci, Lo strano mondo di Alex Woods parla anche di questo ma, fondamentalmente ruota intorno allo spinoso tema dell’eutanasia.
La sensibilità, la delicatezza ma anche il crudo realismo con cui l’autore riesce ad affrontare l’argomento, mi hanno lasciato senza fiato.
Non vi nascondo che ho divorato quasi l’intero romanzo alla velocità della luce, tanto era avvincente, scorrevole, fresco, ma giunta a pagina 238 mi sono dovuta fermare. Da quel punto in poi l’ho centellinato, a ogni riga ero costretta a fermarmi, non solo perché mi si annebbiava la vista ma perché avevo necessità di fare lunghi respiri prima di poter andare oltre.
D’improvviso ho avuto la sensazione che le parole pesassero come macigni, ho faticato per mandarle giù ma vi garantisco che ne è valsa la pena.
Uno dei libri più commoventi, coraggiosi, profondi che mi sia mai capitato di leggere, mi ha lasciato dentro una scheggia d’infinito e, nello steso tempo, penso di aver lasciato un pezzetto di me tra le sue pagine.
Grazie Alex per avermi permesso di accompagnarti nel tuo “folle” viaggio!
Recensione meravigliosa, per un libro altrettanto meraviglioso! L'ho recensito proprio ieri e non posso che essere d'accordo :) La frase che hai riportato è stupenda!
RispondiEliminaCorro a leggere la tua recensione! Sono contenta che anche tu lo abbia trovato meraviglioso!
EliminaBellissima recensione! ^^ L'ho recensito l'altro ieri e mi è piaciuto davvero tanto! Come te, l'ho divorato alla velocità della luce!! :D
RispondiEliminaA presto!
Grazie! Ho letto e commentato anche la tua. Mi sa che questo libro ci trova tutti d'accordo! ;)
EliminaMi hai incuriosita moltissimo, è raro trovare libri che regalano emozioni profonde e indimenticabili!
RispondiEliminaAllora questo libro non ti deluderà :)
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