In libreria dal 3 dicembre 2013
Titolo: Senza scampo - la mia vita rubata da faide e
‘ndrangheta
Autore: Carmelo Gallico
Autore: Carmelo Gallico
Editore: Edizioni
Anordest
Collana: Linea Controcorrente
Pagine: 252
Prezzo: 14.90 €
Collana: Linea Controcorrente
Pagine: 252
Prezzo: 14.90 €
MI TROVO AL 41bis DA VENT’ANNI. MAI
NESSUNO
MI HA DETTO PRECISAMENTE DI COSA SONO
ACCUSATO . SE NON DI CHIAMARMI GALLICO...
MI HA DETTO PRECISAMENTE DI COSA SONO
ACCUSATO . SE NON DI CHIAMARMI GALLICO...
Roma, 22 mag. -
(Adnkronos) - LE DUE ANIME DI CARMELO.
“Premio letterario Bancarella nelle scuole. Il primo classificato per la saggistica, si cela dietro lo pseudonimo: Erasmus. Ma chi è il misterioso autore del saggio premiato? È Carmelo Gallico. Un colpo di scena, che svela un’identità e un singolare destino. Arrestato in un’operazione antimafia insieme al padre e a due fratelli pluriomicidi e latitanti, Carmelo Gallico sconta la pena al 41 bis da oltre vent’anni.”
“Premio letterario Bancarella nelle scuole. Il primo classificato per la saggistica, si cela dietro lo pseudonimo: Erasmus. Ma chi è il misterioso autore del saggio premiato? È Carmelo Gallico. Un colpo di scena, che svela un’identità e un singolare destino. Arrestato in un’operazione antimafia insieme al padre e a due fratelli pluriomicidi e latitanti, Carmelo Gallico sconta la pena al 41 bis da oltre vent’anni.”
Descrizione:
SENZA SCAMPO Nella narrazione
di Carmelo Gallico la parte sbagliata del mondo prende il nome di Malamorti e
più che un luogo è l’emblematica rappresentazione di una Calabria di ‘ndrangheta
e faide dove chi non muore ammazzato muore in galera.
Carmelo, in quella parte sbagliata di mondo, ci è nato e cresciuto; già da bambino impara cosa sia il carcere, andando a trovare il padre detenuto.
La morte si presenta quando aveva 15 anni, quando gli uccidono il fratello ventenne. E poi quando, una notte, tentano di sterminare la sua famiglia ed egli rimane sepolto sotto le macerie della casa, distrutta.
Costretto a lasciare il liceo, gli amici e la normalità esistenziale che tanti suoi coetanei posseggono, spesso senza rendersene conto, ne sentirà la mancanza, cercandola a lungo, anche tuttora.
Convinto che solo lasciandosi alle spalle questo scenario, le cose avrebbero potuto cambiare, decide di partire per un paese lontano, oltre gli oceani, ma un grave incidente stradale glielo impedisce.
Rimane quindi in Calabria, quella Calabria, dove le vicende famigliari lo trascinano in un vortice impetuoso che ruota attorno alla Giustizia e al suo corso; a 25 anni, inevitabilmente verrebbe da dire, entra in carcere.
Seguono i lunghi anni dei processi. Condanne, assoluzioni, altre condanne divenute definitive e pene da scontare.
Quella di Carmelo non è una storia dei giorni nostri; è una storia antica, senza tempo che affonda la propria consistenza negli archetipi delle sue radici.
La ‘ndrangheta appare come l’elemento di sfondo della storia, un monolite che lascia percepire la propria mostruosa capacità di egemonizzare vite ed esistenze, senza che lo scorrere di generazioni abbia un qualche potere di modificare il corso di destini già decisi.
Il bambino, il ragazzo, il giovane di questa storia rappresentano, nelle parole di Carmelo, tutti i bambini, i ragazzi, i giovani traditi prima dai loro padri, poi dalla loro cultura e infine dalle logiche di inflessibilità che la Giustizia spesso utilizza per confermare la condizione di equidistanza fra la bilancia e la spada tenute in mano, nei secoli.
L'autore:
Carmelo, in quella parte sbagliata di mondo, ci è nato e cresciuto; già da bambino impara cosa sia il carcere, andando a trovare il padre detenuto.
La morte si presenta quando aveva 15 anni, quando gli uccidono il fratello ventenne. E poi quando, una notte, tentano di sterminare la sua famiglia ed egli rimane sepolto sotto le macerie della casa, distrutta.
Costretto a lasciare il liceo, gli amici e la normalità esistenziale che tanti suoi coetanei posseggono, spesso senza rendersene conto, ne sentirà la mancanza, cercandola a lungo, anche tuttora.
Convinto che solo lasciandosi alle spalle questo scenario, le cose avrebbero potuto cambiare, decide di partire per un paese lontano, oltre gli oceani, ma un grave incidente stradale glielo impedisce.
Rimane quindi in Calabria, quella Calabria, dove le vicende famigliari lo trascinano in un vortice impetuoso che ruota attorno alla Giustizia e al suo corso; a 25 anni, inevitabilmente verrebbe da dire, entra in carcere.
Seguono i lunghi anni dei processi. Condanne, assoluzioni, altre condanne divenute definitive e pene da scontare.
Quella di Carmelo non è una storia dei giorni nostri; è una storia antica, senza tempo che affonda la propria consistenza negli archetipi delle sue radici.
La ‘ndrangheta appare come l’elemento di sfondo della storia, un monolite che lascia percepire la propria mostruosa capacità di egemonizzare vite ed esistenze, senza che lo scorrere di generazioni abbia un qualche potere di modificare il corso di destini già decisi.
Il bambino, il ragazzo, il giovane di questa storia rappresentano, nelle parole di Carmelo, tutti i bambini, i ragazzi, i giovani traditi prima dai loro padri, poi dalla loro cultura e infine dalle logiche di inflessibilità che la Giustizia spesso utilizza per confermare la condizione di equidistanza fra la bilancia e la spada tenute in mano, nei secoli.
L'autore:
CARMELO GALLICO, è nato a palmi (RC). Premio
Bancarella 2002 per la migliore recensione sui libri in concorso; Premio
Letterario E. Casalini; Premio Internazionale L’Aquila; Premio di Drammaturgia
Annalisa Scafi. Nel 2005 ha pubblicato frammenti di vita. È
coautore con la regista Emanuela Giordano dell’opera La corsa di
Monciccì, rappresentata al Teatro Eliseo di Roma nel
2008.
Grazie per essere passata di qui!:)
RispondiElimina