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sabato 7 maggio 2016

Recensione: In sella col diavolo

Titolo: In sella col diavolo
Serie Sex & Mayhem #1
Autore: K. A. Merikan
Genere: gay romance/dark/ contemporaneo
Editore: self publishing 
Pagine: 480  
Prezzo: 4,99
 Disponibile su Amazon
Descrizione:
Dopo un’infanzia desolata e all’insegna degli abusi, seguita dal suicidio della madre, Lucifer si è ritrovato solo al mondo, costretto ad arrabattarsi per andare avanti giorno dopo giorno. Suo padre, presidente del Coffin Nails Motorcycle Club, non gli ha mai prestato né attenzioni né affetto. Per questo, quando i Nails si presentano al locale dove lavora come spogliarellista e tuttofare, l’ultima cosa che Lucifer si aspetta è di finire sotto la custodia di Denti, il vice presidente del club, famoso per i suoi spietati interrogatori. L’uomo è la bestia più sexy che il ragazzo abbia mai visto, ma è anche più vecchio ed eterosessuale – insomma, un prurito che Lucifer non ha speranze di grattare.
La vita di Denti è finita dodici anni fa, col brutale omicidio del suo ragazzo. La polizia non ha mai trovato i colpevoli, e tutte le piste si sono rivelate vicoli ciechi; ostinato nel perseguire la propria giustizia, e intenzionato a ritrovare la pace, l’uomo si è unito ai Coffin Nails. Peccato che ad anni di distanza, il caso rimanga aperto, e il fuoco della vendetta continui a consumarlo.
Finché di punto in bianco, Denti non si ritrova a fare da babysitter a un adolescente che nasconde ferite profonde e ha un talento per la fuga. Si è ripromesso di non affezionarsi mai più a nessuno, ma il ragazzino, così sfacciatamente gay, ha bisogno della sua protezione per sopravvivere nel club dei Nails. E ogni giorno che passa, Denti si sente più attratto da quegli occhioni blu… Ma è fuori questione andare a letto col figlio del presidente, anche quando diventa evidente che quella fra loro non è una semplice attrazione fisica.
Quello che Denti non sa è che Lucifer potrebbe anche essere la chiave per trovare la pace mentale che tanto disperatamente insegue.
 
La mia recensione:
Una madre morta suicida, la prostituzione vista come unica opportunità per sbarcare il lunario, un padre che lo ha rifiutato alla nascita.
Di certo la vita di Lucifer non è una passeggiata, ma la verità è che il peggio deve ancora venire.
Per l’esattezza, il peggio comincia quando un gruppo di centauri inferociti irrompe nel locale in cui si esibisce e il giovane scopre che quei brutti ceffi stanno cercando proprio lui.
Lucifer viene letteralmente prelevato dal suo mondo, sbattuto su una sella e portato via. Allo smarrimento per quel che sta accadendo, e per cui non ha alcuna spiegazione, si aggiunge la sorpresa nel momento in cui scopre che il capo della banda che lo ha rapito i Coffin Nails è Prete, suo padre… proprio quel padre che lo ha abbandonato e che avrebbe tanto voluto accanto a sé. Peccato che sia arrivato tardi, quando Lucifer si è ormai abituato a cavarsela da solo e sarebbe lieto di vederlo tornare nell’inferno da cui è schizzato fuori.
Inferno. È proprio questo che sembra a Luci il covo in cui viene recluso, del resto suo padre è un satanista (lo stesso nome che gli ha appioppato prima di svanire lo testimonia) e guida una gang di criminali noti in città per la loro efferatezza.
In realtà, l’uomo non sembra animato da cattivi propositi nei suoi confronti: ha appena scoperto che il ragazzo ha perso la madre e che si prostituisce per vivere. Benché non provi alcun trasporto emotivo e non abbia voglia di occuparsi personalmente di lui, intende assumersi qualche responsabilità: vuole rimetterlo in riga, farlo tornare a scuola, far sì che smetta di vendersi.
Insomma, gli sta tendendo una mano, a modo suo… a modo molto suo, giacché il tipo che incarica di fargli da “babysitter” ha più che altro l’aria di un orco cattivo. Denti: è così che lo chiamano i fratelli della gang, perché cavare a crudo quelli dei nemici è la sua specialità.
Il primo impatto per Luci, come prevedibile, non è idilliaco. Tanto per cominciare si becca una punizione corporale, prima ancora di giungere a destinazione. Denti gli fa paura e il suo istinto sarebbe quello di fuggirgli lontano, però lo trova anche bellissimo: un Barbanera in versione sexy per il quale sa che potrebbe fare follie.
Un sogno proibito perverso? che, in modo del tutto inatteso, finirà per irrompere nella realtà scompaginando tutto.
Il primo messaggio che giunge dritto al cuore, leggendo questo romanzo, è che anche nella situazione all’apparenza più nera, persino laddove sembra esserci solo violenza, cattiveria, solitudine, può nascondersi qualcosa di buono.
Le Merikan ci descrivono un universo ruvido, quello della malavita, dello spaccio, dello stupro, del traffico di organi, delle lotte fra clan rivali, e lo fanno senza concedere sconti a nessuno. I loro personaggi sono tipi loschi, sono quelli che il senso comune schiererebbe senza esitazioni dalla parte dei cattivi; sono delinquenti privi di scrupoli, che infrangono la legge, picchiano e uccidono senza pietà. Eppure osservandoli da vicino, ci si rende conto che non sono i mostri che sembrano. Si può storcere il naso per le loro scelte di vita e per la loro ferocia, ma appare innegabile che non siano esseri del tutto immuni ai sentimenti e che hanno un loro codice d’onore. I Coffin Nails sono malviventi, è vero, però stanno dando la caccia a dei trafficanti di organi; commettono reati abitualmente, ma a volte succede pure che si sostituiscano alla legge quando non tutela i più deboli e le forze dell’ordine nicchiano.
Prete è un satanista, un violento, un uomo che ha abbandonato un figlio e non ha esitato a farne nascere degli altri Beelzebub e Astaroth, giusto per restare in tema ma nondimeno è un padre che sa ammettere i suoi errori e sa come fare ammenda; è anche un amico, un alleato dotato di un certo senso di giustizia, a cui non manca la capacità del perdono.
Denti è un assassino, un energumeno esperto nell’arte della tortura, eppure sa prendersi cura di un ragazzino ferito, facendo quello che nessuno, nemmeno i suoi genitori, hanno mai fatto per lui.
Vivendo nella stramba famiglia allargata messa su da Prete, Luci finirà per trovare il suo posto nel mondo. Non riceverà solo botte, regole, imposizioni, occhiate torve.  Stando fra i suoi presunti aguzzini, imparerà ad avere fiducia in se stesso, a provare un senso di appartenenza e  troverà l’amore, non solo quello devastante e totalizzante che lo legherà a Denti, ma anche quello per i fratelli acquisiti, per il genitore, per i nuovi amici.
In sella col diavolo è un dark romance a tinte forti, affronta tematiche dure e lo fa attraverso un linguaggio esplicito, descrizioni che non lasciano nulla all’immaginazione e che, a volte producono l’effetto di un pugno allo stomaco, però la lettura non risulta mai disturbante. La violenza fra queste pagine è presente in dosi massicce, ma non è mai gratuita, non è mai fuori luogo, è sempre funzionale alla trama ed è anche mitigata da vere e proprie docce di tenerezza: inattese quanto gradite, come un temporale dopo una lunga siccità.
Ho adorato questo romanzo perché affama e sazia allo stesso tempo, vibra e fa vibrare le corde dell’anima, sferza come una verga e ci accarezza, racconta gli aspetti più crudi della realtà, ma sa far brillare con forza anche la luce dell’amore e della speranza.
Come cantava De Andrè: “dai diamanti non nasce, niente, dal letame nascono i fior”. Ecco, avventurandovi in questa storia affonderete il naso nel letame e, nel contempo, vedrete nascere i fiori più belli.













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