Titolo: In sella col diavolo
Serie Sex & Mayhem #1
Autore: K. A. Merikan
Genere: gay romance/dark/ contemporaneo
Editore: self publishing
Pagine: 480
Prezzo: 4,99
Disponibile su Amazon
Descrizione:
Dopo un’infanzia desolata e
all’insegna degli abusi, seguita dal suicidio della madre, Lucifer si è
ritrovato solo al mondo, costretto ad arrabattarsi per andare avanti giorno
dopo giorno. Suo padre, presidente del Coffin Nails Motorcycle Club, non gli ha
mai prestato né attenzioni né affetto. Per questo, quando i Nails si presentano
al locale dove lavora come spogliarellista e tuttofare, l’ultima cosa che
Lucifer si aspetta è di finire sotto la custodia di Denti, il vice presidente
del club, famoso per i suoi spietati interrogatori. L’uomo è la bestia più sexy
che il ragazzo abbia mai visto, ma è anche più vecchio ed eterosessuale –
insomma, un prurito che Lucifer non ha speranze di grattare.
La vita di Denti è finita dodici
anni fa, col brutale omicidio del suo ragazzo. La polizia non ha mai trovato i
colpevoli, e tutte le piste si sono rivelate vicoli ciechi; ostinato nel
perseguire la propria giustizia, e intenzionato a ritrovare la pace, l’uomo si
è unito ai Coffin Nails. Peccato che ad anni di distanza, il caso rimanga
aperto, e il fuoco della vendetta continui a consumarlo.
Finché di punto in bianco, Denti
non si ritrova a fare da babysitter a un adolescente che nasconde ferite
profonde e ha un talento per la fuga. Si è ripromesso di non affezionarsi mai
più a nessuno, ma il ragazzino, così sfacciatamente gay, ha bisogno della sua
protezione per sopravvivere nel club dei Nails. E ogni giorno che passa, Denti
si sente più attratto da quegli occhioni blu… Ma è fuori questione andare a
letto col figlio del presidente, anche quando diventa evidente che quella fra
loro non è una semplice attrazione fisica.
Quello che Denti non sa è che
Lucifer potrebbe anche essere la chiave per trovare la pace mentale che tanto
disperatamente insegue.
La mia recensione:
Una madre morta suicida, la
prostituzione vista come unica opportunità per sbarcare il lunario, un padre
che lo ha rifiutato alla nascita.
Di certo la vita di Lucifer
non è una passeggiata, ma la verità è che il peggio deve ancora venire.
Per l’esattezza, il peggio
comincia quando un gruppo di centauri inferociti irrompe nel locale in cui si
esibisce e il giovane scopre che quei brutti ceffi stanno cercando proprio lui.
Lucifer viene letteralmente
prelevato dal suo mondo, sbattuto su una sella e portato via. Allo smarrimento
per quel che sta accadendo, e per cui non ha alcuna spiegazione, si aggiunge la
sorpresa nel momento in cui scopre che il capo della banda che lo ha rapito – i Coffin Nails – è Prete, suo padre… proprio quel padre che lo ha
abbandonato e che avrebbe tanto voluto accanto a sé. Peccato che sia arrivato
tardi, quando Lucifer si è ormai abituato a cavarsela da solo e sarebbe lieto
di vederlo tornare nell’inferno da cui è schizzato fuori.
Inferno. È proprio questo che sembra a
Luci il covo in cui viene recluso, del resto suo padre è un satanista (lo
stesso nome che gli ha appioppato prima di svanire lo testimonia) e guida una
gang di criminali noti in città per la loro efferatezza.
In realtà, l’uomo non sembra
animato da cattivi propositi nei suoi confronti: ha appena scoperto che il
ragazzo ha perso la madre e che si prostituisce per vivere. Benché non provi
alcun trasporto emotivo e non abbia voglia di occuparsi
personalmente di lui, intende assumersi qualche responsabilità: vuole
rimetterlo in riga, farlo tornare a scuola, far sì che smetta di vendersi.
Insomma, gli sta tendendo una
mano, a modo suo… a modo molto suo, giacché il tipo che incarica di fargli da
“babysitter” ha più che altro l’aria di un orco cattivo. Denti: è così che lo
chiamano i fratelli della gang,
perché cavare a crudo quelli dei nemici è la sua specialità.
Il primo impatto per Luci,
come prevedibile, non è idilliaco. Tanto per cominciare si becca una punizione
corporale, prima ancora di giungere a destinazione. Denti gli fa paura e il suo
istinto sarebbe quello di fuggirgli lontano, però lo trova anche bellissimo: un
Barbanera in versione sexy per il quale sa che potrebbe fare follie.
Un sogno proibito – perverso? – che, in modo del tutto
inatteso, finirà per irrompere nella realtà scompaginando tutto.
Il primo messaggio che giunge
dritto al cuore, leggendo questo romanzo, è che anche nella situazione
all’apparenza più nera, persino laddove sembra esserci solo violenza, cattiveria,
solitudine, può nascondersi qualcosa di buono.
Le Merikan ci descrivono un
universo ruvido, quello della malavita, dello spaccio, dello stupro, del
traffico di organi, delle lotte fra clan rivali, e lo fanno senza concedere
sconti a nessuno. I loro personaggi sono tipi loschi, sono quelli che il senso
comune schiererebbe senza esitazioni dalla parte dei cattivi; sono delinquenti
privi di scrupoli, che infrangono la legge, picchiano e uccidono senza pietà.
Eppure osservandoli da vicino, ci si rende conto che non sono i mostri che
sembrano. Si può storcere il naso per le loro scelte di vita e per la loro
ferocia, ma appare innegabile che non siano esseri del tutto immuni ai
sentimenti e che hanno un loro codice d’onore. I Coffin Nails sono malviventi, è vero, però stanno dando la caccia a
dei trafficanti di organi; commettono reati abitualmente, ma a volte succede
pure che si sostituiscano alla legge quando non tutela i più deboli e le forze
dell’ordine nicchiano.
Prete è un satanista, un
violento, un uomo che ha abbandonato un figlio e non ha esitato a farne nascere
degli altri –
Beelzebub e Astaroth, giusto per restare in tema – ma nondimeno è un padre che sa ammettere i suoi
errori e sa come fare ammenda; è anche un amico, un alleato dotato di un certo
senso di giustizia, a cui non manca la capacità del perdono.
Denti è un assassino, un
energumeno esperto nell’arte della tortura, eppure sa prendersi cura di un
ragazzino ferito, facendo quello che nessuno, nemmeno i suoi genitori, hanno
mai fatto per lui.
Vivendo nella stramba
famiglia allargata messa su da Prete, Luci finirà per trovare il suo posto nel
mondo. Non riceverà solo botte, regole, imposizioni, occhiate torve. Stando fra i suoi presunti aguzzini, imparerà
ad avere fiducia in se stesso, a provare un senso di appartenenza e troverà l’amore, non solo quello devastante e
totalizzante che lo legherà a Denti, ma anche quello per i fratelli acquisiti,
per il genitore, per i nuovi amici.
In sella col diavolo è un dark romance a tinte forti, affronta tematiche dure e lo fa attraverso
un linguaggio esplicito, descrizioni che non lasciano nulla all’immaginazione e
che, a volte producono l’effetto di un pugno allo stomaco, però la lettura non
risulta mai disturbante. La violenza fra queste pagine è presente in dosi
massicce, ma non è mai gratuita, non è mai fuori luogo, è sempre funzionale
alla trama ed è anche mitigata da vere e proprie docce di tenerezza: inattese
quanto gradite, come un temporale dopo una lunga siccità.
Ho adorato questo romanzo perché
affama e sazia allo stesso tempo, vibra e fa vibrare le corde dell’anima,
sferza come una verga e ci accarezza, racconta gli aspetti più crudi della
realtà, ma sa far brillare con forza anche la luce dell’amore e della speranza.
Come cantava De Andrè: “dai diamanti non nasce, niente, dal letame
nascono i fior”. Ecco, avventurandovi in questa storia affonderete il naso
nel letame e, nel contempo, vedrete nascere i fiori più belli.
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