martedì 4 settembre 2018

Recensione: Avrei voluto essere lì

Titolo: Avrei voluto essere lì
Autore: Francesco Mastinu
Editore: goWare
Pagine: 278
Prezzo ebook: 6,99
Prezzo cartaceo: 13,99

Descrizione:

«Avrei voluto essere lì
in quei momenti bui del passato nostro.
Per dirti tutte le parole che avrei voluto sentirmi dire.»

Questa è una storia come tante, una storia come poche. La biografia di tanti ragazzi gay felici dopo aver percorso il loro sentiero della dignità, ma potrebbe essere la storia di tanti ragazzi con un finale più tragico. Certe parole e certi gesti si imprimono come un marchio sulla carne e ne rimane vittima anche Edoardo. Già a dieci anni deve affrontare il compagno Christian che lo aggredisce all’uscita di scuola: frocio, gli dice. Per Edoardo è un universo che si svela.
Avrei voluto essere lì è una guerra tra ciò che sei e ciò che gli altri vogliono che tu sia, e l’ultima battaglia avverrà nella camera ardente della pubertà, dove Edoardo farà i conti con tutte le discriminazioni subite.
Questo romanzo accarezza la privazione degli affetti, cerca redenzione per la colpa di essere nato così, frocio, per arrivare a comprendere finalmente che ci vuole coraggio per crescere in un mondo di omofobi.

La recensione di Miriam:

Essere gay significa soltanto riconoscere che c’è qualcosa di differente dentro di te. Diventarlo equivale a fare un balzo nel vuoto, capire che non c’è proprio nulla di male.”

A parole sembra facile, un processo quasi lineare in cui saltare nel vuoto significa semplicemente trovare il coraggio di volare senza correre davvero il rischio di cadere. In realtà non sempre le cose vanno così, spesso la diversità spinge sull’orlo di un abisso in cui si rischia sul serio di precipitare. È un baratro fatto di solitudine, incomprensione, sensi di colpa. Edo vi si affaccia sin da ragazzino, ogni volta che Christian  e i suoi compagni lo braccano all’uscita da scuola per picchiarlo e inondarlo con una pioggia di sputi; ogni volta che suo padre gli rivolge un’occhiata di disprezzo per essersi fatto picchiare senza reagire, giacché solo i caghini si comportano in questo modo; ogni volta che si ritrova solo nel bagno con un lametta in mano e cattivi pensieri a ronzargli per la testa.
Il suo peccato consiste appunto nell’essere diverso da come gli altri si aspettano, troppo delicato, poco mascolino nelle movenze, non abbastanza interessato alle compagne. Mentre i coetanei non sembrano avere dubbi sulla sua natura e si affrettano a etichettarlo, Edoardo è confuso e spaventato. Percepisce di essere attratto da persone del suo stesso sesso e nello stesso tempo tenta di negarlo a se stesso.
Avrei voluto essere lì è un lungo, vibrante, monologo, che ricostruisce una storia di bullismo e omofobia, e soprattutto di solitudine. Attraverso una serie di ricordi cha partono dall’infanzia, il protagonista ripercorre il cammino che gradualmente lo ha condotto alla scoperta della propria omosessualità e alla sua accettazione; un percorso doloroso proprio perché minato dall’odio e dall’intolleranza.
Nessuno dovrebbe mai chiedere scusa per essere se stesso, nessuno dovrebbe tentare di diventare altro da sé per sentirsi amato, eppure l’esperienza di Edo racconta l’esatto contrario. La sua è una vita scandita dal senso di inadeguatezza e dall’eterno conflitto, non solo con gli altri ma anche con se stesso, poiché una delle conseguenze del non essere accettati è proprio il radicarsi dentro di sé della convinzione di essere sbagliati e dunque meritevoli di disprezzo.
Con uno stile poetico, caratterizzato da una delicatezza che stride con la durezza dei contenuti, e proprio per questo li fa risaltare con maggior vividezza, Francesco Mastinu ci narra la discesa nell’abisso dell’emarginazione ma anche la risalita, resa possibile dall’amore. Sarà l’incontro con Renato a segnare la svolta, ad aiutare Edo ad accettarsi e poi affermarsi per quello che è, fino a riconciliarsi con se stesso.
Pur trattandosi della vicenda di un singolo, la sua è una storia che ha un certo carattere di universalità, in cui facilmente potrà rispecchiarsi chi è stato bullizzato o emarginato, non necessariamente a causa della propria omosessualità. In un certo senso Edoardo, dando voce ai propri ricordi e alla propria sofferenza, riesce a dare voce a chi è solo e diverso in senso lato, e penso che questo sia uno dei maggiori punti di forza di questo romanzo straordinario. Leggerlo è quasi come compiere un percorso terapeutico – che personalmente consiglierei non solo alle vittime di bullismo e omofobia, ma anche ai carnefici – giacché ci fa comprendere cosa significa sentirsi diversi e quanto dolore ingiustificato può causare la discriminazione, e ci regala anche la speranza mostrandoci come sia possibile rinascere, nonostante tutto.
Avrei voluto essere lì è, infatti, il desiderio intimo, ora gridato a gran voce, che il protagonista rivolge a se stesso bambino, dopo aver toccato il fondo e aver compreso che si può risalire, ma anche il bellissimo messaggio di amore e solidarietà che l’autore sembra voler affidare a chi in Edo si riconosce.
 


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