venerdì 19 ottobre 2018

Recensione: La casa degli specchi

Titolo: La casa degli specchi
Autore: Rosalie Hawks
Editore: Triskell
Collana: Reserve
Prezzo: 5,99

Descrizione:
Anno 2212. La Terra è diventata cupa e poco ospitale, le città crescono e si evolvono in verticale in grattacieli maestosi. Gli abitanti appartengono alle città, non il contrario. Non tutti, però, concordano su quest’ultimo punto.
Tra loro, un criminale crudele, un agente integro, una talpa inarrestabile e un investigatore determinato. Questi però sono solo dei ruoli. Dentro una casa degli specchi, quale profilo corrisponde esattamente alla persona a cui è stato assegnato?
In un mondo in cui si è Raccolti, Ignorati o Scartati e solo i più sani, forti e intelligenti possono vivere, giunge la vendetta di chi per colpa del Sistema ha perso tutto.
Chi e quanti sono i vendicatori?

La mia recensione:
Una società  spietata, che non ammette vie di mezzo, in cui l’opzione è essere raccolti o scartati. Un governo autoritario che scippa letteralmente le vite dei suoi sudditi alle famiglie, trasformando ipotetici esseri liberi in soldatini al suo servizio.
Lo scenario distopico in cui Rosalie Hawks ci proietta, richiama con forza quello di molteplici altre opere ascrivibili allo stesso genere. Non ci sorprende con interpretazioni originali, ma sin dalle prime battute ci trasmette un senso di claustrofobia e impotenza. Nel futuro immaginario di cui ci narra, all’età di otto anni, tutti i bambini vengono sottoposti  a una selezione che può fare la differenza fra la vita e la morte. I deboli, i difettosi, i ragazzini privi di qualità che possano essere sfruttate per il progresso della comunità vengono scartati, il che significa essere eliminati in senso letterale. Quelli che, invece, mostrano doti interessanti vengono raccolti, ovvero presi sotto la tutela delle autorità e addestrati per svolgere precisi compiti.
In questo contesto si collocano i crimini compiuti da un personaggio molto pericoloso, identificato come Corvo, giacché quando lancia proclami via web utilizza l’immagine di questo volatile come avatar, ma di cui nessuno conosce la vera identità. Sequestro e traffico di minori sono fra le principali accuse che gli vengono mosse. Per incastrarlo il governo ha organizzato una squadra speciale anti Corvo che riunisce i migliori agenti di cui dispone… e qui iniziano le vere note dolenti, almeno dal mio punto di vista, perché, escludendo un elemento, che è anche il padre biologico di uno dei sottoposti (Charles), gli agenti in questione sono teenager, la cui età media non supera i diciannove anni. Sebastian, Robin e Bernadette sono i soggetti accuratamente selezionati per svolgere un compito cruciale ai fini di salvare vite e garantire l’ordine costituito, e sono tutti ragazzini. Ciò li rende poco credibili nel loro ruolo ed è uno dei motivi per cui il romanzo stesso non è riuscito a convincermi fino in fondo. Purtroppo non è questa l’unica nota stonata, poiché quando, già dopo poche pagine, l’identità del Corvo viene svelata, in termini di età e conseguente credibilità, le cose non migliorano. Per evitare spoiler non scenderò nei dettagli, anche se il fulcro dell’opera non è rappresentato dal mistero che aleggia intorno al vero volto del criminale e la trama non si focalizza tanto sulla sua caccia quanto su ciò che accade nel momento in cui preda e cacciatori si incontrano. La vera storia inizia proprio quando la Squadra Speciale individua il Corvo e scopre cosa si cela davvero dietro le sue azioni: è qui che si annida il vero colpo di scena, e anche il punto di forza del libro. Laddove i personaggi risultano poco convincenti, persuasivo e denso di significato è quanto emerge dalle indagini. Anche al riguardo, per ovvie ragioni, non posso rivelare molto, mi limiterò ad anticiparvi che dietro quelle che appaiono come azioni criminali, legate a loschi traffici, si cela un coraggioso progetto di rivolta.
Scardinare un sistema che schiaccia l’uomo e lo rende schiavo: questo è il disegno che pian piano prende forma fra le pagine, delineando un bellissimo inno alla libertà. Anche da questo punto di vista non ci imbattiamo in nulla che possa suonare innovativo agli appassionati del genere, trattandosi di un tema ricorrente un po’ in tutte le distopie, partendo da un classico come 1984 per arrivare a successi più recenti come Hunger Games o Divergent (solo per citarne alcuni), ma rimane un argomento affascinante e su cui sicuramente non fa male insistere.
Interessanti sono le dinamiche fra i protagonisti e il peso che l’autrice attribuisce ai sentimenti – all’amore quanto all’amicizia – nell’economia della trama. Fra le altre cose, nella società futura immaginata, l’amore omosessuale è bandito, ma lo vedremo esplodere con prepotenza, in più di un caso.
Lo stile è fluido, lineare, anche se il fatto che tutto venga spiegato e la stessa società futura descritta attraverso una serie d’informazioni che all’occorrenza ci vengono fornite in blocco, anziché scaturire da azioni o dialoghi, rallenta spesso il ritmo, appiattendo la narrazione.
Una lettura piacevole nel complesso, ma mi aspettavo qualcosa di più.



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