Titolo: La casa degli specchi
Autore: Rosalie Hawks
Editore: Triskell
Collana: Reserve
Prezzo: 5,99
Descrizione:
Anno 2212. La Terra è diventata
cupa e poco ospitale, le città crescono e si evolvono in verticale in
grattacieli maestosi. Gli abitanti appartengono alle città, non il contrario.
Non tutti, però, concordano su quest’ultimo punto.
Tra loro, un criminale crudele, un
agente integro, una talpa inarrestabile e un investigatore determinato. Questi
però sono solo dei ruoli. Dentro una casa degli specchi, quale profilo
corrisponde esattamente alla persona a cui è stato assegnato?
In un mondo in cui si è Raccolti,
Ignorati o Scartati e solo i più sani, forti e intelligenti possono vivere,
giunge la vendetta di chi per colpa del Sistema ha perso tutto.
Chi e quanti sono i vendicatori?
La mia recensione:
Una società spietata, che non ammette vie di mezzo, in
cui l’opzione è essere raccolti o scartati. Un governo autoritario che scippa
letteralmente le vite dei suoi sudditi alle famiglie, trasformando ipotetici
esseri liberi in soldatini al suo servizio.
Lo scenario distopico in cui Rosalie
Hawks ci proietta, richiama con forza quello di molteplici altre opere
ascrivibili allo stesso genere. Non ci sorprende con interpretazioni originali,
ma sin dalle prime battute ci trasmette un senso di claustrofobia e impotenza. Nel
futuro immaginario di cui ci narra, all’età di otto anni, tutti i bambini
vengono sottoposti a una selezione che
può fare la differenza fra la vita e la morte. I deboli, i difettosi, i
ragazzini privi di qualità che possano essere sfruttate per il progresso della
comunità vengono scartati, il che significa essere eliminati in senso
letterale. Quelli che, invece, mostrano doti interessanti vengono raccolti,
ovvero presi sotto la tutela delle autorità e addestrati per svolgere precisi
compiti.
In questo contesto si collocano i
crimini compiuti da un personaggio molto pericoloso, identificato come Corvo,
giacché quando lancia proclami via web utilizza l’immagine di questo volatile
come avatar, ma di cui nessuno conosce la vera identità. Sequestro e traffico
di minori sono fra le principali accuse che gli vengono mosse. Per incastrarlo
il governo ha organizzato una squadra speciale anti Corvo che riunisce i
migliori agenti di cui dispone… e qui iniziano le vere note dolenti, almeno dal
mio punto di vista, perché, escludendo un elemento, che è anche il padre
biologico di uno dei sottoposti (Charles), gli agenti in questione sono
teenager, la cui età media non supera i diciannove anni. Sebastian, Robin e
Bernadette sono i soggetti accuratamente selezionati per svolgere un compito
cruciale ai fini di salvare vite e garantire l’ordine costituito, e sono tutti
ragazzini. Ciò li rende poco credibili nel loro ruolo ed è uno dei motivi per
cui il romanzo stesso non è riuscito a convincermi fino in fondo. Purtroppo non
è questa l’unica nota stonata, poiché quando, già dopo poche pagine, l’identità
del Corvo viene svelata, in termini di età e conseguente credibilità, le cose
non migliorano. Per evitare spoiler non scenderò nei dettagli, anche se il
fulcro dell’opera non è rappresentato dal mistero che aleggia intorno al vero
volto del criminale e la trama non si focalizza tanto sulla sua caccia quanto
su ciò che accade nel momento in cui preda e cacciatori si incontrano. La vera
storia inizia proprio quando la Squadra Speciale individua il Corvo e scopre
cosa si cela davvero dietro le sue azioni: è qui che si annida il vero colpo di
scena, e anche il punto di forza del libro. Laddove i personaggi risultano poco
convincenti, persuasivo e denso di significato è quanto emerge dalle indagini.
Anche al riguardo, per ovvie ragioni, non posso rivelare molto, mi limiterò ad
anticiparvi che dietro quelle che appaiono come azioni criminali, legate a
loschi traffici, si cela un coraggioso progetto di rivolta.
Scardinare un sistema che schiaccia
l’uomo e lo rende schiavo: questo è il disegno che pian piano prende forma fra
le pagine, delineando un bellissimo inno alla libertà. Anche da questo punto di
vista non ci imbattiamo in nulla che possa suonare innovativo agli appassionati
del genere, trattandosi di un tema ricorrente un po’ in tutte le distopie,
partendo da un classico come 1984 per
arrivare a successi più recenti come Hunger
Games o Divergent (solo per
citarne alcuni), ma rimane un argomento affascinante e su cui sicuramente non
fa male insistere.
Interessanti sono le dinamiche fra
i protagonisti e il peso che l’autrice attribuisce ai sentimenti – all’amore quanto all’amicizia
– nell’economia
della trama. Fra le altre cose, nella società futura immaginata, l’amore
omosessuale è bandito, ma lo vedremo esplodere con prepotenza, in più di un
caso.
Lo stile è fluido, lineare, anche
se il fatto che tutto venga spiegato e la stessa società futura descritta
attraverso una serie d’informazioni che all’occorrenza ci vengono fornite in
blocco, anziché scaturire da azioni o dialoghi, rallenta spesso il ritmo,
appiattendo la narrazione.
Una lettura piacevole nel complesso,
ma mi aspettavo qualcosa di più.
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