Titolo: Il mio angelo segreto
Autrice: Federica Bosco
Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo: 9,90
Descrizione:
Da quel terribile giorno di febbraio, quando il mare l’ha inghiottita,
il tempo per Mia si è fermato. Dal sonno profondo in cui è precipitata e
da cui sembra non volersi ridestare, Mia si sente però al sicuro. Il
suono di una voce che lei conosce bene la avvolge e la protegge, la
tiene lontana da qualsiasi sofferenza e la trasporta in una sorta di
sogno, in cui può sentirsi ancora vicina a chi ama. Quella voce è più
forte di tutte le altre che ha intorno e che la chiamano, cercando in
ogni modo di farle aprire gli occhi. Ma lei non ha alcuna intenzione di
tornare alla sua vita di un tempo. Finché, dopo quasi due mesi, Mia
finalmente si risveglia. Qualcuno ha voluto che tornasse a vivere,
qualcuno con cui Mia riesce ancora a parlare, e che non vuole smettere
di ascoltare. Qualcuno che la ama più della sua stessa vita e che ha
fatto di tutto per salvarla...
L'autrice:
È scrittrice e sceneggiatrice. Dopo il successo ottenuto con la trilogia dedicata a Monica (Mi piaci da morire, L’amore non fa per me, L’amore mi perseguita), ha pubblicato anche Cercasi amore disperatamente, S.O.S. amore (Premio Selezione Bancarella) e l’appassionante trilogia dedicata a Mia (Innamorata di un angelo, Il mio angelo segreto, Un amore di angelo). È anche autrice di 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi) e di 101 modi per dimenticare il tuo ex e trovarne subito un altro. I suoi libri sono stati tradotti in 10 Paesi. Potete leggere di lei sul suo seguitissimo blog all’indirizzo www.federicabosco.com
La mia recensione:
Si
può desiderare di morire a quindici anni? Dopo aver perso Patrick in
un tragico incidente, Mia avverte la vita come un fardello
insopportabile. Il dolore è così intenso da indurla a tentare il
suicidio lanciandosi nelle stesse acque che hanno inghiottito il suo
ragazzo per sempre.
Il destino però, ha in serbo per lei qualcosa di diverso.
Scampata miracolosamente a una fine prematura, la ragazza si ritrova in un letto di ospedale in bilico tra la vita e la morte.
Parenti e amici si alternano al suo capezzale tentando l’impossibile perché si svegli. Pur essendo confinata in un limbo, Mia vede e sente tutto ma, pian piano, una voce comincia a sovrastare tutte le altre. È la voce di Patrick che la incita a uscire dal tunnel.
Un’allucinazione o una presenza reale?
Di certo reale è il braccialetto che lui indossava il giorno in cui è morto e che adesso, inspiegabilmente, cinge il polso della sua amata. “Serva me. Serbado te”, “Salvami. Ti salverò” dice la scritta latina incisa sul monile risuonando come una promessa.
Dopo circa due mesi lei riaprirà gli occhi ma il risveglio dal coma non porrà fine al dialogo con il suo Angelo. Patrick le rimarrà a fianco come una presenza discreta e la aiuterà nel difficile percorso che l’attende. Mia dovrà infatti imparare di nuovo ad amare la vita e a darle un senso.
Ed è proprio in questo percorso, che a mio avviso, va rintracciata la chiave di lettura di questo romanzo straordinario.
Con una semplicità e una dolcezza disarmanti l’autrice ci fa riflettere su quanto sia fragile la nostra esistenza. Basta poco perché i sogni, le speranze, le certezze si infrangano. Il giorno prima si può credere di sfiorare il cielo con un dito abbracciando la persona che si ama e quello successivo si può vedere svanire tutto in un soffio. Il lutto è un’esperienza con cui tutti siamo costretti a confrontarci, prima o poi, e che ci mette a dura prova tanto più se ci coglie in una fase delicata della crescita come l’adolescenza, ma la forza di volontà può aiutarci ad andare avanti.
L’angelo di Mia, lungi dall’avere una funzione consolatoria, svolge il ruolo di una voce interiore che la sprona a guardarsi intorno, a riflettere sulle ripercussioni che un gesto sconsiderato come il suicidio avrebbe potuto avere sui suoi cari e a far leva sui suoi sogni per ridare un senso al futuro.
Gradualmente le sollecitazioni di Patrick si inseriscono in un coro al quale prendono parte diverse figure di riferimento: i genitori, la nonna Olga, l’amica di famiglia Betty, la dottoressa Rosie Anne, il maestro di danza Aurel.
Sarà anche grazie a loro che Mia imparerà nuovamente a sorridere alla vita e si preparerà ad affrontare il mondo da adulta. Il suo sarà un processo di apprendimento irto di ostacoli. Dovrà fare i conti con l’allontanamento di Nina (la sua più cara amica e sorella di Patrick, che adesso la odia perché la ritiene responsabile dell’incidente), con i problemi che investono il suo nucleo familiare e con la necessità di recuperare in fretta i mesi di studio e allenamento perduti. Persino riappropriarsi del sogno di essere ammessa alla Royal Ballet School e diventare così una ballerina classica di successo sarà un’impresa che richiederà un impegno e una forza di volontà non indifferenti.
Attraverso una prosa caratterizzata dalla spontaneità e dalla freschezza del linguaggio giovanile, l’autrice scava a fondo nella psicologia della sua protagonista fornendoci un ritratto assai credibile dell’adolescenza che si inserisce nel panorama più ampio del confronto generazionale.
Intrecciando con maestria reale e soprannaturale, tesse una favola moderna in grado di incantarci come le fiabe d’altri tempi, che sovente fanno capolino tra le pagine, e di farci scontrare contemporaneamente con gli aspetti più dolorosi e conflittuali del nostro vivere.
Alle atmosfere oniriche della villa di nonna Olga, quasi un castello fiabesco, si avvicendano quelle realistiche del reparto di animazione o della casa di Patrick oppressa dalla cappa soffocante del lutto. Il rancore di Nina e i rimproveri di mamma Elena si alternano ai sogni in cui Mia e il suo Angelo riescono ancora a vedersi e toccarsi coronando, per brevi attimi, il desiderio di restare insieme.
Un romanzo denso di emozioni che si legge con il groppo in gola ma che alleggerisce il cuore e, affondando le radici nella sofferenza, ci fa apprezzare la vita.
Che si creda o no negli angeli, una storia come questa non può che essere recepita come un invito irresistibile e non smettere mai di sognare.
Il destino però, ha in serbo per lei qualcosa di diverso.
Scampata miracolosamente a una fine prematura, la ragazza si ritrova in un letto di ospedale in bilico tra la vita e la morte.
Parenti e amici si alternano al suo capezzale tentando l’impossibile perché si svegli. Pur essendo confinata in un limbo, Mia vede e sente tutto ma, pian piano, una voce comincia a sovrastare tutte le altre. È la voce di Patrick che la incita a uscire dal tunnel.
Un’allucinazione o una presenza reale?
Di certo reale è il braccialetto che lui indossava il giorno in cui è morto e che adesso, inspiegabilmente, cinge il polso della sua amata. “Serva me. Serbado te”, “Salvami. Ti salverò” dice la scritta latina incisa sul monile risuonando come una promessa.
Dopo circa due mesi lei riaprirà gli occhi ma il risveglio dal coma non porrà fine al dialogo con il suo Angelo. Patrick le rimarrà a fianco come una presenza discreta e la aiuterà nel difficile percorso che l’attende. Mia dovrà infatti imparare di nuovo ad amare la vita e a darle un senso.
Ed è proprio in questo percorso, che a mio avviso, va rintracciata la chiave di lettura di questo romanzo straordinario.
Con una semplicità e una dolcezza disarmanti l’autrice ci fa riflettere su quanto sia fragile la nostra esistenza. Basta poco perché i sogni, le speranze, le certezze si infrangano. Il giorno prima si può credere di sfiorare il cielo con un dito abbracciando la persona che si ama e quello successivo si può vedere svanire tutto in un soffio. Il lutto è un’esperienza con cui tutti siamo costretti a confrontarci, prima o poi, e che ci mette a dura prova tanto più se ci coglie in una fase delicata della crescita come l’adolescenza, ma la forza di volontà può aiutarci ad andare avanti.
L’angelo di Mia, lungi dall’avere una funzione consolatoria, svolge il ruolo di una voce interiore che la sprona a guardarsi intorno, a riflettere sulle ripercussioni che un gesto sconsiderato come il suicidio avrebbe potuto avere sui suoi cari e a far leva sui suoi sogni per ridare un senso al futuro.
Gradualmente le sollecitazioni di Patrick si inseriscono in un coro al quale prendono parte diverse figure di riferimento: i genitori, la nonna Olga, l’amica di famiglia Betty, la dottoressa Rosie Anne, il maestro di danza Aurel.
Sarà anche grazie a loro che Mia imparerà nuovamente a sorridere alla vita e si preparerà ad affrontare il mondo da adulta. Il suo sarà un processo di apprendimento irto di ostacoli. Dovrà fare i conti con l’allontanamento di Nina (la sua più cara amica e sorella di Patrick, che adesso la odia perché la ritiene responsabile dell’incidente), con i problemi che investono il suo nucleo familiare e con la necessità di recuperare in fretta i mesi di studio e allenamento perduti. Persino riappropriarsi del sogno di essere ammessa alla Royal Ballet School e diventare così una ballerina classica di successo sarà un’impresa che richiederà un impegno e una forza di volontà non indifferenti.
Attraverso una prosa caratterizzata dalla spontaneità e dalla freschezza del linguaggio giovanile, l’autrice scava a fondo nella psicologia della sua protagonista fornendoci un ritratto assai credibile dell’adolescenza che si inserisce nel panorama più ampio del confronto generazionale.
Intrecciando con maestria reale e soprannaturale, tesse una favola moderna in grado di incantarci come le fiabe d’altri tempi, che sovente fanno capolino tra le pagine, e di farci scontrare contemporaneamente con gli aspetti più dolorosi e conflittuali del nostro vivere.
Alle atmosfere oniriche della villa di nonna Olga, quasi un castello fiabesco, si avvicendano quelle realistiche del reparto di animazione o della casa di Patrick oppressa dalla cappa soffocante del lutto. Il rancore di Nina e i rimproveri di mamma Elena si alternano ai sogni in cui Mia e il suo Angelo riescono ancora a vedersi e toccarsi coronando, per brevi attimi, il desiderio di restare insieme.
Un romanzo denso di emozioni che si legge con il groppo in gola ma che alleggerisce il cuore e, affondando le radici nella sofferenza, ci fa apprezzare la vita.
Che si creda o no negli angeli, una storia come questa non può che essere recepita come un invito irresistibile e non smettere mai di sognare.
Ciao!sono una tua nuova follower,ho anche io un piccolo blog.bellissima recensione, ho letto da poco questo libro e l'ho trovato molto bello e straziante!
RispondiEliminaGrazie per essere passata! Concordo, è un romanzo molto commovente. :)
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