giovedì 12 luglio 2012

Recensione: La mappa del cielo

 Titolo: La mappa del cielo
Autore: Felix J. Palma
Editore: Castelvecchi
Prezzo: Euro 18,50
Pagine:652


Descrizione:
È l’estate del 1835, un’estate caldissima. Un uomo annuncia al mondo di avere scoperto che la Luna è abitata da unicorni, uomini pipistrelli e altre fantastiche creature. In breve, quest’affermazione si rivela essere semplicemente una colossale presa in giro, ma nonostante tutto in molti continuano a credere che possa esistere realmente vita extraterrestre sulle stelle.
Settanta anni più tardi, Emma Harlow, bisnipote dell’autore della clamorosa beffa, vive nell’alta società newyorkese convinta di essere immune all’amore. E, di fronte alle avances sempre più insistenti del milionario Montgomery Gilmore, arriverà a dichiarare di poter amare soltanto colui che al pari del suo bisnonno riuscirà a convincere il mondo intero che non siamo soli, nell’universo. Per questo, se il suo ricco pretendente vuole davvero il suo amore, dovrà riuscire a riprodurre l’invasione marziana descritta ne La guerra dei mondi di H. G. Wells.
Emma però non può immaginare che per Gilmore nulla è davvero impossibile, e così i marziani invaderanno la Terra, anche se questa volta sarà per amore…
L'autore:
FELIX J. PALMA
Nato in Spagna nel 1968, è giornalista e critico letterario. Ha scritto romanzi e racconti vincitori di innumerevoli premi. Frutto di un’elaborazione durata anni, La mappa del tempo (Castelvecchi, 2011) gli ha fatto vincere il prestigioso premio Università di Siviglia che gli ha procurato un enorme successo internazionale.
 

La mia recensione
Alcuni libri hanno il potere di produrre dei cambiamenti nella realtà, di veicolare idee rivoluzionarie e persino di innescare imprevedibili reazioni a catena. Avete qualche dubbio? Evidentemente non avete letto La Mappa del cielo. All’origine degli incredibili eventi qui narrati si colloca il celebre romanzo di Wells La guerra dei mondi. Tutto comincia quando uno scribacchino da strapazzo di nome Serviss si concede l’ardire di scriverne un sequel e di invitare a cena il grande autore per carpirne il consenso. In realtà Wells è molto contrariato, non apprezza le scarse qualità letterarie del collega e soprattutto ritiene che abbia completamente travisato il senso della sua opera. Accetta l’invito al solo scopo di sfogare il suo risentimento ma l’incontro assume ben presto una piega imprevista.
Se l’invasione marziana per Wells non è che una metafora dell’imperialismo britannico, per Serviss è qualcosa di concretamente possibile. Egli sostiene di avere le prove che un’astronave aliena sia  atterrata sul nostro pianeta con tanto di marziano a bordo e  trascina lo scrittore nel nascondiglio segreto in cui si trova allo scopo di mostrargliela.
Intanto il milionario Murray, ex titolare dell’omonima compagnia di viaggi temporali, tenta disperatamente di conquistare il cuore della bella Emma Harlow, bisnipote del famoso truffatore che settant’anni addietro aveva convinto gli uomini dell’esistenza di altre forme di vita nell’universo. Nel tentativo di scoraggiare le insistenti  avances del suo spasimante, la giovane donna dichiara che potrà amare solo chi riuscirà a far rivivere il sogno del suo avo riproducendo in maniera credibile l’invasione marziana descritta da Wells ne La guerra dei mondi.
Quel che Emma non sa è che per l’ostinato impresario nulla è veramente impossibile…
Questi i due principali filoni narrativi di un romanzo che, gradualmente, si trasforma in un labirinto caleidoscopico di infinite possibilità. Sfogliarne le pagine è come percorrere un corridoio costellato di innumerevoli porte che via via si aprono svelandoci numerose storie nella storia.
Leggendo saremo catapultati indietro nel tempo per seguire un’incredibile missione nell’Antartide alla ricerca di un accesso che conduca al centro della Terra e poi proiettati nel futuro per assistere a una vera invasione aliena, passando per un presente dalle mille facce.
La dimensione in cui ci trascina Felix J. Palma è infatti quella dei multiversi in cui la stessa storia si snoda dispiegando una vastissima gamma di possibilità.
A guidarci in questo strabiliante viaggio spazio-temporale è un narratore onnisciente e arguto, che interloquisce costantemente con il lettore e ripetutamente fa capolino tra le righe, a volte per divertirsi a giocare con lui, altre per restituirgli la bussola.
Il rischio di smarrirsi, di fatto, è sempre in agguato sebbene perdersi  tra le pieghe di questa folle trama sia un’esperienza irrinunciabile.
Tra le tante sorprese che ci attendono non mancheranno gli incontri con personaggi d’eccezione, accanto a quelli di fantasia potremo riconoscere personaggi realmente esistiti come Edgar Allan Poe e persino scoprire una versione inedita della genesi de Le avventure di Arthur Gordon Pym.
Ma benché si presenti sotto le mentite spoglie di un romanzo d’appendice, la sorpresa più bella si annida nel messaggio che questa opera ci trasmette a gran voce.
Le ipotesi su altre forme di vita, le fantasie sui viaggi interstellari, così come l’inganno architettato dal bisnonno di Emma che raccontava di una Luna popolata di unicorni, uomini pipistrello e montagne di zucchero filato, riflettono un bisogno ancestrale dell’umanità: quello di sognare.
Perdere questa capacità significa rinunciare all’aspetto magico della vita e privarsi di una buona fetta di felicità.
La mappa del cielo è  una mappa dei sogni, il tracciato di un percorso ideale che ciascuno può serbare dentro se stesso pur non  rinunciando al contatto con la realtà. È questo l’invito che sembra rivolgerci l’autore mostrandoci come si possa essere eroi pur non essendo cavalieri senza macchia.
È un eroe Wells che concretizza il suo sogno di diventare scrittore, ma lo è anche Locke che con la sua truffa regala al mondo la speranza di un regno paradisiaco e lo è Murray che per amore riesce a sfidare l’impossibile.
Eroe infatti è anche colui che riesce a far sì che, per una parte dell’umanità, risulti un po’ più bello l’esercizio di vivere.
A lettura finita ho avuto davvero l’impressione di svegliarmi da un bellissimo sogno che mi ha lasciato un gran senso di appagamento ma anche un interrogativo che continua a riecheggiarmi nella testa: Che fine fanno i sogni che non sogniamo? Esiste un posto per loro nell’universo?

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