Titolo: La mappa del cielo
Autore: Felix J. Palma
Editore: Castelvecchi
Prezzo: Euro 18,50
Pagine:652
Prezzo: Euro 18,50
Pagine:652
Descrizione:
È
l’estate del 1835, un’estate caldissima. Un uomo annuncia al mondo di
avere scoperto che la Luna è abitata da unicorni, uomini pipistrelli e
altre fantastiche creature. In breve, quest’affermazione si rivela
essere semplicemente una colossale presa in giro, ma nonostante tutto in
molti continuano a credere che possa esistere realmente vita
extraterrestre sulle stelle.
Settanta
anni più tardi, Emma Harlow, bisnipote dell’autore della clamorosa
beffa, vive nell’alta società newyorkese convinta di essere immune
all’amore. E, di fronte alle avances sempre più insistenti del
milionario Montgomery Gilmore, arriverà a dichiarare di poter amare
soltanto colui che al pari del suo bisnonno riuscirà a convincere il
mondo intero che non siamo soli, nell’universo. Per questo, se il suo
ricco pretendente vuole davvero il suo amore, dovrà riuscire a
riprodurre l’invasione marziana descritta ne La guerra dei mondi di H. G. Wells.
Emma
però non può immaginare che per Gilmore nulla è davvero impossibile, e
così i marziani invaderanno la Terra, anche se questa volta sarà per
amore…
L'autore:
FELIX J. PALMA
Nato
in Spagna nel 1968, è giornalista e critico letterario. Ha scritto
romanzi e racconti vincitori di innumerevoli premi. Frutto di
un’elaborazione durata anni, La mappa del tempo (Castelvecchi,
2011) gli ha fatto vincere il prestigioso premio Università di Siviglia
che gli ha procurato un enorme successo internazionale.
La mia recensione
Alcuni libri hanno il potere di produrre dei cambiamenti
nella realtà, di veicolare idee rivoluzionarie e persino di innescare
imprevedibili reazioni a catena. Avete qualche dubbio? Evidentemente non avete
letto La Mappa
del cielo. All’origine degli incredibili eventi qui narrati si colloca il
celebre romanzo di Wells La guerra dei
mondi. Tutto comincia quando uno scribacchino da strapazzo di nome Serviss
si concede l’ardire di scriverne un sequel e di invitare a cena il grande
autore per carpirne il consenso. In realtà Wells è molto contrariato, non
apprezza le scarse qualità letterarie del collega
e soprattutto ritiene che abbia completamente travisato il senso della sua
opera. Accetta l’invito al solo scopo di sfogare il suo risentimento ma
l’incontro assume ben presto una piega imprevista.
Se l’invasione marziana per Wells non è che una metafora
dell’imperialismo britannico, per Serviss è qualcosa di concretamente
possibile. Egli sostiene di avere le prove che un’astronave aliena sia atterrata sul nostro pianeta con tanto di
marziano a bordo e trascina lo scrittore
nel nascondiglio segreto in cui si trova allo scopo di mostrargliela.
Intanto il milionario Murray, ex titolare dell’omonima
compagnia di viaggi temporali, tenta disperatamente di conquistare il cuore
della bella Emma Harlow, bisnipote del famoso truffatore che settant’anni
addietro aveva convinto gli uomini dell’esistenza di altre forme di vita
nell’universo. Nel tentativo di scoraggiare le insistenti avances del suo spasimante, la giovane donna dichiara
che potrà amare solo chi riuscirà a far rivivere il sogno del suo avo
riproducendo in maniera credibile l’invasione marziana descritta da Wells ne La guerra dei mondi.
Quel che Emma non sa è che per l’ostinato impresario nulla è
veramente impossibile…
Questi i due principali filoni narrativi di un romanzo che,
gradualmente, si trasforma in un labirinto caleidoscopico di infinite
possibilità. Sfogliarne le pagine è come percorrere un corridoio costellato di
innumerevoli porte che via via si aprono svelandoci numerose storie nella
storia.
Leggendo saremo catapultati indietro nel tempo per seguire
un’incredibile missione nell’Antartide alla ricerca di un accesso che conduca
al centro della Terra e poi proiettati nel futuro per assistere a una vera invasione
aliena, passando per un presente dalle mille facce.
La dimensione in cui ci trascina Felix J. Palma è infatti
quella dei multiversi in cui la stessa storia si snoda dispiegando una
vastissima gamma di possibilità.
A guidarci in questo strabiliante viaggio spazio-temporale è
un narratore onnisciente e arguto, che interloquisce costantemente con il
lettore e ripetutamente fa capolino tra le righe, a volte per divertirsi a
giocare con lui, altre per restituirgli la bussola.
Il rischio di smarrirsi, di fatto, è sempre in agguato
sebbene perdersi tra le pieghe di questa
folle trama sia un’esperienza irrinunciabile.
Tra le tante sorprese che ci attendono non mancheranno gli
incontri con personaggi d’eccezione, accanto a quelli di fantasia potremo
riconoscere personaggi realmente esistiti come Edgar Allan Poe e persino
scoprire una versione inedita della genesi de Le avventure di Arthur Gordon Pym.
Ma benché si presenti sotto le mentite spoglie di un romanzo
d’appendice, la sorpresa più bella si annida nel messaggio che questa opera ci
trasmette a gran voce.
Le ipotesi su altre forme di vita, le fantasie sui viaggi
interstellari, così come l’inganno architettato dal bisnonno di Emma che
raccontava di una Luna popolata di unicorni, uomini pipistrello e montagne di
zucchero filato, riflettono un bisogno ancestrale dell’umanità: quello di
sognare.
Perdere questa capacità significa rinunciare all’aspetto
magico della vita e privarsi di una buona fetta di felicità.
La mappa del cielo
è una mappa dei sogni, il tracciato di
un percorso ideale che ciascuno può serbare dentro se stesso pur non rinunciando al contatto con la realtà. È
questo l’invito che sembra rivolgerci l’autore mostrandoci come si possa essere
eroi pur non essendo cavalieri senza macchia.
È un eroe Wells che concretizza il suo sogno di diventare
scrittore, ma lo è anche Locke che con la sua truffa regala al mondo la
speranza di un regno paradisiaco e lo è Murray che per amore riesce a sfidare
l’impossibile.
Eroe infatti è anche colui che riesce a far sì che, per una
parte dell’umanità, risulti un po’ più bello l’esercizio di vivere.
A lettura finita ho avuto davvero l’impressione di
svegliarmi da un bellissimo sogno che mi ha lasciato un gran senso di appagamento
ma anche un interrogativo che continua a riecheggiarmi nella testa: Che fine fanno i sogni che non sogniamo?
Esiste un posto per loro nell’universo?
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