Titolo: Ricomincio da te
Autore: Eloy Moreno
Editore: Corbaccio
Pagine: 382
Prezzo: 16,40
Descrizione:
Si può vivere tutta la vita in 445 metri quadri? Sicuramente. Il mondo è
pieno di persone così: persone che vivono in una cella senza essere
incarcerate, che si alzano ogni mattina sapendo che tutto sarà uguale al
giorno prima e che il giorno dopo sarà la stessa cosa... Questa è la
storia di un uomo capace di realizzare il suo sogno: ricominciare tutto
da capo. Anche se tutti i sogni hanno un prezzo...
L'autore:
Quando Eloy Moreno,
un informatico spagnolo trentasettenne ha messo la parola fine al suo
romanzo, ha capito di aver scritto un libro importante. Quando non ha
trovato un editore, ha deciso di pubblicarlo a sue spese. Quando non ha
trovato un distributore, ha deciso di distribuirlo lui. Di libreria in
libreria, ha entusiasmato i lettori e convinto i librai; le case
editrici hanno incominciato a interessarsi al nuovo fenomeno.
Ricomincio da te viene acquistato da Espasa, una delle più prestigiose case editrici spagnole, che nel gennaio 2011 lo pubblica con una tiratura di 60.000 copie; dopo dieci mesi arriva all'undicesima edizione.
Ricomincio da te viene acquistato da Espasa, una delle più prestigiose case editrici spagnole, che nel gennaio 2011 lo pubblica con una tiratura di 60.000 copie; dopo dieci mesi arriva all'undicesima edizione.
La mia recensione:
Siamo padroni
della nostra vita o è la vita a possederci imbrigliandoci in una rete
di abitudini, doveri, necessità? Le sicurezze che tanto inseguiamo (dal
posto di lavoro fisso alla famiglia) rappresentano davvero un
traguardo agognabile o nascondono piuttosto insidie indesiderabili?
Quando il protagonista di questo romanzo comincia a porsi simili interrogativi, si rende conto di essere un uomo in gabbia. Ha quarant’anni, una moglie, un figlio, una casa, un impiego stabile. All’apparenza non gli manca niente perché possa essere felice eppure avverte un gran senso di insoddisfazione montargli dentro. Le sue giornate sono tutte uguali e incredibilmente vuote. Trascorre la maggior parte del tempo in ufficio lì dove svolge un lavoro di routine incapace di regalargli vere soddisfazioni, spreca ore preziose imbottigliato nel traffico o alle prese con quotidiane incombenze e, puntualmente, torna a casa svuotato la sera, troppo stanco per poter dedicare alla moglie e al figlio più di poche parole e qualche bacio distratto.
Ed è proprio il sapore di quei baci a insinuare in lui il sospetto che nella sua vita ci sia qualcosa di sbagliato perché non sono più gli stessi. Quando i suoi baci d’amore hanno cominciato a trasformarsi in baci di compromesso?
Probabilmente nello stesso momento in cui il suo spazio vitale ha cominciato a restringersi nei pochi metri quadrati rappresentati da casa, ascensore, garage, ufficio, casa dei genitori escludendo qualsiasi margine di imprevedibilità. Forse nell’istante in cui la sua quotidianità ha lasciato emergere un paradosso: lavora per guadagnare i soldi necessari a mantenere una casa in cui trascorre appena il tempo sufficiente per cenare e dormire, per pagare una domestica che la pulisca giacché lui e sua moglie non ne hanno la possibilità, per garantire il fabbisogno a un figlio di cui non può occuparsi perché l’azienda in cui è impiegato richiede la sua costante presenza.
I ricordi d’infanzia riaffiorano con prepotenza restituendogli la pallida immagine di un bambino capace di inseguire piccoli sogni come quello di costruire una capanna in cui rifugiarsi con il suo migliore amico. L’urgenza di individuare il punto di rottura e ricucire lo strappo che sente dentro si traduce nel tentativo quasi morboso di spiare le vite dei colleghi come a voler brillare di luce riflessa, salvo poi cadere nella trappola di un colossale fraintendimento. Fantasmi e sospetti si apriranno un varco nella sua anima minacciando di distruggere tutto irrimediabilmente ma con essi maturerà anche il desiderio di cambiare rotta per riappropriarsi del tempo perduto e riconquistare l’amore di sua moglie.
Così un progetto prenderà forma nella sua mente. Riuscirà a realizzarlo e a quale prezzo?
Attraverso un racconto in prima persona sorretto da una prosa diretta, accattivante e spesso in grado di riprodurre attraverso il ritmo narrativo il senso della ripetitività dei gesti quotidiani, l’autore ci guida alla riscoperta del senso dell’esistenza.
La storia del protagonista si offre al nostro sguardo come fosse uno specchio in cui chiunque di noi può riconoscersi e forse proprio in questo si annida il segreto del suo grande successo.
La gabbia che Eloy ci descrive con tanto spietato realismo riflette in pieno la società attuale. La fretta, l’alienazione del lavoro, la frenesia del traffico, la mancanza di comunicazione, la distrazione da noi sono elementi che, in diversa misura, recano il sentore della familiarità.
“Ricomincio da te”, per certi versi, è un romanzo “scomodo” proprio perché ci costringe a fermarci per qualche attimo e a guardare dentro noi stessi, un’esperienza che può rivelarsi dolorosa ma indispensabile al fine di riprendere le redini del nostro vivere.
L’autore ci aiuta a riscoprire il tempo inteso come valore e a tracciare una linea di confine tra “vivere” e “sopravvivere”, ci invita a non lasciarci trascinare dalla corrente e a renderci protagonisti della nostra personale avventura.
Il “te” da cui ricominciare richiamato nel titolo, può essere inteso come uno spazio bianco, un punto di partenza identificabile con una persona, un obiettivo, una semplice presa di coscienza o perché no, un libro proprio come questo nelle cui pagine perdersi al fine di ritrovarsi .
Quando il protagonista di questo romanzo comincia a porsi simili interrogativi, si rende conto di essere un uomo in gabbia. Ha quarant’anni, una moglie, un figlio, una casa, un impiego stabile. All’apparenza non gli manca niente perché possa essere felice eppure avverte un gran senso di insoddisfazione montargli dentro. Le sue giornate sono tutte uguali e incredibilmente vuote. Trascorre la maggior parte del tempo in ufficio lì dove svolge un lavoro di routine incapace di regalargli vere soddisfazioni, spreca ore preziose imbottigliato nel traffico o alle prese con quotidiane incombenze e, puntualmente, torna a casa svuotato la sera, troppo stanco per poter dedicare alla moglie e al figlio più di poche parole e qualche bacio distratto.
Ed è proprio il sapore di quei baci a insinuare in lui il sospetto che nella sua vita ci sia qualcosa di sbagliato perché non sono più gli stessi. Quando i suoi baci d’amore hanno cominciato a trasformarsi in baci di compromesso?
Probabilmente nello stesso momento in cui il suo spazio vitale ha cominciato a restringersi nei pochi metri quadrati rappresentati da casa, ascensore, garage, ufficio, casa dei genitori escludendo qualsiasi margine di imprevedibilità. Forse nell’istante in cui la sua quotidianità ha lasciato emergere un paradosso: lavora per guadagnare i soldi necessari a mantenere una casa in cui trascorre appena il tempo sufficiente per cenare e dormire, per pagare una domestica che la pulisca giacché lui e sua moglie non ne hanno la possibilità, per garantire il fabbisogno a un figlio di cui non può occuparsi perché l’azienda in cui è impiegato richiede la sua costante presenza.
I ricordi d’infanzia riaffiorano con prepotenza restituendogli la pallida immagine di un bambino capace di inseguire piccoli sogni come quello di costruire una capanna in cui rifugiarsi con il suo migliore amico. L’urgenza di individuare il punto di rottura e ricucire lo strappo che sente dentro si traduce nel tentativo quasi morboso di spiare le vite dei colleghi come a voler brillare di luce riflessa, salvo poi cadere nella trappola di un colossale fraintendimento. Fantasmi e sospetti si apriranno un varco nella sua anima minacciando di distruggere tutto irrimediabilmente ma con essi maturerà anche il desiderio di cambiare rotta per riappropriarsi del tempo perduto e riconquistare l’amore di sua moglie.
Così un progetto prenderà forma nella sua mente. Riuscirà a realizzarlo e a quale prezzo?
Attraverso un racconto in prima persona sorretto da una prosa diretta, accattivante e spesso in grado di riprodurre attraverso il ritmo narrativo il senso della ripetitività dei gesti quotidiani, l’autore ci guida alla riscoperta del senso dell’esistenza.
La storia del protagonista si offre al nostro sguardo come fosse uno specchio in cui chiunque di noi può riconoscersi e forse proprio in questo si annida il segreto del suo grande successo.
La gabbia che Eloy ci descrive con tanto spietato realismo riflette in pieno la società attuale. La fretta, l’alienazione del lavoro, la frenesia del traffico, la mancanza di comunicazione, la distrazione da noi sono elementi che, in diversa misura, recano il sentore della familiarità.
“Ricomincio da te”, per certi versi, è un romanzo “scomodo” proprio perché ci costringe a fermarci per qualche attimo e a guardare dentro noi stessi, un’esperienza che può rivelarsi dolorosa ma indispensabile al fine di riprendere le redini del nostro vivere.
L’autore ci aiuta a riscoprire il tempo inteso come valore e a tracciare una linea di confine tra “vivere” e “sopravvivere”, ci invita a non lasciarci trascinare dalla corrente e a renderci protagonisti della nostra personale avventura.
Il “te” da cui ricominciare richiamato nel titolo, può essere inteso come uno spazio bianco, un punto di partenza identificabile con una persona, un obiettivo, una semplice presa di coscienza o perché no, un libro proprio come questo nelle cui pagine perdersi al fine di ritrovarsi .
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