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Titolo: Dossier Freud. L'invenzione della leggenda psicoanalitica
Autori: MIkkel Borch- Jacobsen Sonu Shamdasani
Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 309
Prezzo: 35 euro
Descrizione:
I trionfi, si sa, non sono
accidentali. E che la psicoanalisi freudiana abbia trionfato nel Novecento è
fuori di dubbio. È riuscita a spodestare paradigmi epistemici rivali, ha
rivoluzionato metodi di cura, ha eretto potenti istituzioni a baluardo del
proprio sapere, ha pervaso capillarmente la cultura di un’epoca. Ma fu vera
gloria? Se lo chiedono Mikkel Borch-Jacobsen e Sonu Shamdasani, tra i maggiori
storici delle discipline della psiche, in un saggio fremente come una
requisitoria e dettagliato come un faldone giudiziario. Porsi la domanda è il
primo passo per istruire il procedimento d’accusa. Imputata principale, la
macchina mitopoietica che ha edificato la leggenda freudiana. A giudizio di
Borch-Jacobsen e Shamdasani l’impresa, orchestrata dallo stesso padre fondatore,
non avrebbe assunto quell’imponenza senza la concertazione tra eredi di Freud e
generazioni di allievi, attenti a presidiare il presente ostacolando l’accesso
alle carte del passato, e abili nel riformattare dottrine e nel patologizzare il
dissenso. Attraverso un minuzioso apparato di controllo, la compagine freudiana
avrebbe dunque fatto quadrato attorno al lascito di Freud, fino a secretarne gli
archivi. Le singole mosse vengono qui ricostruite con rigore documentale:
l’«eroica» autocanonizzazione di Freud tra i grandi della scienza di ogni tempo;
l’avocazione alla psicoanalisi degli eventi psichici, dai sogni alle sviste
alle malattie mentali; la delegittimazione degli avversari; la politica di
indisponibilità delle fonti, che ne ha trasformato la custodia in archiviazione
tombale. Difficile ignorare tutto ciò per chi voglia comprendere il freudismo.
Perché anche i miti più fulgidi hanno una scatola nera, e aprirla è sempre un
gesto di verità.
Gli autori:
Mikkel Borch-Jacobsen insegna
Francese e Letteratura comparata alla University of Washington di Seattle. È
autore di numerosi saggi di argomento psicoanalitico, tra cui Hypnoses (1984,
con Éric Michaud e Jean-Luc Nancy), Le Lien affectiv (1991) e Folies à
plusieurs. De l’hystérie à la dépression (2002). Sono apparsi in traduzione
italiana: Ricordi di Anna O. (1996), Lacan, il maestro assoluto (1999) e Il
libro nero della psicoanalisi (2006, con Jean Cottraux, Jacques Van Rillaer,
Didier Pleux e Catherine Meyer).
Sonu Shamdasani insegna al Centre
for the History of Psychological Disciplines dello University College di Londra.
È cofondatore ed editor generale della Philemon Foundation, costituita allo
scopo di promuovere una nuova edizione storico-critica delle opere di Carl
Gustav Jung, comprensiva anche di tutti i testi finora inediti. Tra i suoi saggi
in traduzione italiana: Fatti e artefatti. Su C.G. Jung, sul Club psicologico e
su un culto che non è mai esistito (2004), Jung e la creazione della psicologia
moderna. Il sogno di una scienza (2007) e Jung messo a nudo dai suoi biografi,
anche (2008). Presso Bollati Boringhieri sono apparse, a sua cura, due opere di
Jung: il seminario La psicologia del Kundalini-yoga (2004) e Il Libro rosso
(2010; edizione studio, 2012).
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