Titolo: A piedi nudi nell'erba
Autrice: Susan Mallery
Editore: Harlequin Mondadori
Pagine: 376
Prezzo: 9,90 euro
Descrizione:
Una donna all'apparenza forte, nasconde spesso insicurezze e ferite che
la rendono inquieta. E non sempre tornare a casa significa conquistare
la pace, soprattutto se lo scenario che troviamo ad accoglierci è il più
lontano possibile da quello che ci eravamo immaginati. Quando Michelle
Sanderson arriva al Blackberry Island Inn per proseguire l'attività di
Bed and Breakfast di sua madre, scopre che la casa è sotto ipoteca e ci
vive anche la sua ex migliore amica, Carly Williams. Il suo primo
istinto è cacciarla il più in fretta possibile, ma le circostanze
costringono le due donne a collaborare nella gestione dell'albergo. Tra
scontri, incontri e ammissioni di colpa, Michelle avrà modo di fare i
conti con se stessa, imparando a sentirsi di nuovo a casa, liberandosi
dai fantasmi del passato per camminare di nuovo a piedi nudi nell'erba.
L'autrice:
L'autrice:
Susan Mallery. Autrice americana di successo, sa combinare emozioni, passione e umorismo e creare personaggi vivi e vivaci. Ha iniziato a scrivere frequentando un corso di scrittura creativa, e ha subito capito che era quello che voleva fare nella vita. E infatti oggi è un'autrice apprezzata in tutto il mondo da milioni di lettori appassionati.
La mia recensione:
Dieci anni di
guerra non si possono dimenticare. Michelle li ha vissuti da soldato in
Afghanistan e Iraq, l’esperienza l’ha mutata nel profondo ma adesso è pronta a
voltare pagina. Animata da belle speranze fa ritorno a Blackberry Island per
dedicarsi alla gestione della locanda che sua madre, morta di recente, le ha
lasciato in eredità. Ad accoglierla però trova una serie di sorprese che
promettono tutto tranne l’agognata tranquillità.
L’edificio,
completamente ristrutturato ha assunto un aspetto che le è estraneo, la sua
vecchia casa è occupata ma il peggio è che a gestire l’attività è Carly
Williams, la sua ex migliore amica con la quale ha ancora diversi conti in
sospeso. Il primo istinto di Michelle è quello di licenziarla tuttavia, quando
scopre che la locanda è sotto ipoteca e che rischia di perdere tutto, è
costretta a tornare sui suoi passi. Carly ha tanta esperienza ed è competente
nel suo lavoro, mandarla via non gioverebbe agli affari. D’altro canto,
l’orgoglio imporrebbe a Carly di allontanarsi da quel luogo in cui non è più
desiderata, però è una donna sola e ha una figlia da mantenere. Rimanere
disoccupata e senza un tetto è un lusso che non può permettersi.
Le due nemiche
sembrano non avere altra scelta che stringere i denti e collaborare.
Tutto il romanzo
è incentrato sulla figura delle protagoniste e sulla loro complessa relazione.
A piccoli passi l’autrice ne sviscera la psicologia e ricostruisce il loro
vissuto. Otteniamo così i ritratti di due donne molto diverse ma entrambe
segnate da esperienze difficili.
Michelle soffre
di stress post traumatico. Gli orrori della guerra le hanno lasciato il segno
ed è provata nel fisico quanto nella mente. I suoi sogni sono popolati di
incubi e anche le ore di veglia costituiscono un tormento che riesce ad
alleviare solo ricorrendo alla bottiglia. Gli anni trascorsi nell’esercito
l’hanno indurita cucendole addosso una corazza che sembra aver soffocato la sua
femminilità insieme a qualsiasi impeto di dolcezza.
Carly appare
invece come una donna molto equilibrata. Nonostante l’uomo in cui aveva riposto
tanta fiducia l’abbia abbandonata lasciandole la responsabilità di una figlia
da allevare, non si è persa d’animo. Si dedica al lavoro con passione, i
clienti la adorano ed è una madre esemplare. Certo, non riesce a tuffarsi in
una nuova relazione d’amore perché alcune ferite sono ancora aperte ma questo
non le impedisce di essere solare.
Sebbene abbiano
affrontato grandi difficoltà superandole a testa alta, entrambe rivelano una
debolezza quasi incomprensibile: non riescono ad archiviare lo screzio che un
decennio prima le ha trasformate da amiche inseparabili in rivali.
Inizialmente
tutte e due suscitano dei sentimenti contrastanti nel lettore tanto che non è
facile affezionarsi a loro. Michelle appare troppo burbera e inasprita per
ispirare simpatia eppure non si riesce nemmeno a odiarla perché si intuisce che
in fondo non è così come appare. Carly sembra, a tratti, troppo perfetta per
essere vera. La sua capacità di incassare i colpi, di mostrarsi
accondiscendente e remissiva nei confronti della ex amica, provoca qualche moto
di fastidio. Proseguendo nella lettura, però, le prime impressioni crollano
perché siamo in presenza di due personaggi che si evolvono.
Le due donne che
avremo imparato a conoscere e ad apprezzare a fine romanzo saranno infatti
molto diverse da quelle incontrate nei primi capitoli. Ciascuna di loro
troverà la forza per affrontare i fantasmi personali ma anche i nodi
irrisolti che hanno segnato la fine di una bellissima amicizia.
Ed è proprio
nella fine e nel recupero di questo legame che va rintracciato il senso più
profondo del romanzo. A piedi nudi nell’erba è fondamentalmente la
storia di un sentimento sincero tra due donne, tanto profondo da sopravvivere
alle avversità e rinsaldarsi contro ogni previsione.
Non mancano
piccole parentesi rosa ma rimangono in secondo piano rispetto al filone
dominante.
Il ritmo
narrativo piuttosto lento nella prima parte, unitamente a una certa
prevedibilità nello sviluppo degli eventi, non consente di appassionarsi subito
alla trama. Bisognerà attendere il rush finale per assistere a qualche colpo di
scena che, pur non sconvolgendo l’assetto prestabilito, vivacizza il racconto
ridestando la curiosità.
Una lettura
piacevole nel complesso, sebbene priva di grandissimi slanci emotivi,
consigliata a chi abbia voglia di una storia tutta al femminile che,
rinunciando ai soliti stereotipi degli intrecci amorosi, ci parla di
solidarietà tra donne, di dolore ma, soprattutto, di rinascita.
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