sabato 18 luglio 2015

Recensione: Il sogno più bello

Titolo: Il sogno più bello 
Autrice: Hester Browne 
Editore: Garzanti 
Pagine: 430 
Prezzo: 16,90

Descrizione:
Rosie ha trent’anni ed è una delle più famose wedding planner di Londra. Organizza ricevimenti indimenticabili in un lussuoso e antico hotel dalle ampie sale e dagli scintillanti addobbi. Nessuno sa quanto lei qual è il fiore più adatto per il centrotavola, il colore più alla moda per le tovaglie o la musica perfetta per creare la giusta atmosfera. Tutte le spose della città vogliono i suoi consigli.
Eppure per Rosie la preparazione del giorno più bello della vita non ha nulla di romantico. Si tratta solo di lavoro. Perché lei non crede più nel matrimonio. Perché Rosie non può dimenticare il momento in cui è stata abbandonata sull’altare. Da allora non riesce a intravedere nessun lieto fine all’orizzonte, nessuna promessa che possa durare per sempre.
Fino a quando non è costretta a lavorare fianco a fianco con Joe, tornato da un viaggio intorno al mondo per curare il suo cuore ferito. Ma, nonostante tutto, Joe non ha smesso di avere fiducia nella forza di Cupido. Tra i due lo scontro è immediato. I loro obiettivi non potrebbero essere più diversi. Per Joe è importante che gli sposi siano sicuri di fare la scelta giusta e non importa se il ricevimento salta. Per Rosie si tratta solo di affari e la carriera è l’unica cosa su cui ha concentrato tutta sé stessa dopo la fine della sua relazione.
Eppure, giorno dopo giorno, Joe riesce a fare breccia nel suo cinismo. A mostrarle che se è vero che l’amore a volte può ingannare e far soffrire, a volte può anche regalare nuove inaspettate possibilità. Rosie deve scoprire se è pronta a coglierle, se è pronta a rischiare di nuovo. Perché nei sentimenti non ci sono regole, solo emozioni da vivere.

L'autrice: Hester Browne ha studiato inglese al Trinity College di Cambridge e vive a Londra. Con Regalami una favola (Garzanti, 2013) ha raggiunto il successo internazionale entrando fra i bestseller del «New York Times». 

La mia recensione:

Vi piacciono i matrimoni convenzionali? Le cerimonie in grande stile nelle quali tutto è esattamente come deve essere e il giusto abbinamento fra tovaglie e vestiti delle damigelle è persino più rilevante del divertimento dei festeggiati? 
L’impatto che questo romanzo potrà avere su di voi dipenderà molto dalla risposta a questa domanda, giacché l’organizzazione di matrimoni chic ne costituisce il cuore. 
L’esclusiva location in cui tutto si svolge è il Bonneville, un elegantissimo  hotel londinese, mentre la protagonista femminile è, appunto, una wedding planner.
Dopo aver visto fallire il suo personale matrimonio, finito prima ancora di essere celebrato per fuga dello sposo, Rosie Mc Donald si è lanciata a capofitto nel lavoro che, per ironia della sorte, consiste proprio nell’organizzare feste nuziali. Garantire a  ogni coppia il suo giorno perfetto è diventato per lei una sorta di missione, sebbene Rosie interpreti in maniera abbastanza discutibile il concetto di perfezione. Quel che più conta, dal suo punto di vista, infatti, non è assecondare i desideri genuini degli sposi, ma convincerli a compiere le giuste scelte affinché la cerimonia risulti trandy e  in linea con le regole del bon ton.  
In fin dei conti, i diretti interessati hanno una flebile voce in capitolo, lo sposo men che mai, poiché viene puntualmente relegato al margine, nella convinzione che la pianificazione di una festa di nozze sia una questione femminile.
Nonostante ciò, nessuno ha mai messo in discussione il suo modus operandi e Rosie riscuote un grande successo nel lavoro, almeno fino a che nella sua vita non irrompe Joe, il figlio ribelle del titolare del Bonneville.  
Dopo aver vissuto in America per un lungo periodo, Joe torna all’ovile, per un motivo ignoto,  e il padre decide di affiancarlo a Rosie perché apprenda anch’egli l’arte di organizzare eventi.  
Tuttavia, più che un apprendista/aiutante, come dovrebbe essere, Joe si rivelerà un vero e proprio guastafeste; appunto perché non condivide l’attaccamento alle tradizioni e i modi da despota di Rosie, finirà per creare scompiglio insinuando il dubbio nei clienti e istigandoli a inserire tocchi alternativi nelle loro feste, magari non propriamente eleganti e in sintonia con l’etichetta, ma sicuramente più affini al loro gusto personale.  
L’intera storia si basa essenzialmente sull’inevitabile braccio di ferro che si innesca fra Rosie e Joe. Per oltre quattrocento pagine, ci ritroviamo così immersi nella raffinata atmosfera del Bonneville, entriamo nel vivo  nell’organizzazione dei matrimoni di alcune celebrità o di giovani rampolli delle più ricche famiglie inglesi, assistendo nel contempo ai tentativi di boicottaggio (non sempre voluti) messi in atto da Joe.  
La narrazione scorre all’insegna dell’ironia fra descrizioni di abiti principeschi, musiche da fiaba, bomboniere raffinate, entrate in sala teatrali, scenografie romantiche e situazioni imbarazzanti da gestire, come la richiesta –  caldeggiata da Joe – di avere damigelle in abiti che richiamino la squadra di rugby amata dallo sposo o gli invitati abbigliati e disposti a sedere in modo da replicare la combinazione cromatica della tastiera di un pianoforte.  
Fra uno screzio e l’altro, ovviamente, i due protagonisti avranno modo di conoscersi a di farsi conoscere dal lettore. Al di là delle loro opinioni in materia di matrimonio, emergeranno le personalità di entrambi e i rispettivi vissuti. 
Fuori dall’orario lavorativo – benché si tratti di risicati ritagli di tempo – vedremo dunque Rosie alle prese con una relazione sentimentale disastrosa che la vede legata a Dominic, un notissimo critico gastronomico votato alla sua professione non meno di lei. Allo stesso tempo scopriremo cosa si cela nel passato di Joe, cosa lo ha spinto a lasciare l’America e la sua professione di insegnante di surf per tornare a casa e rassegnarsi a svolgere un lavoro decisamente fuori dalle sue corde. 
Pur avendo trovato la lettura scorrevole e alcuni passi molto divertenti, non vi nascondo che la mia personale visione della tematica di fondo coincide con quella Joe. Al suo pari , anzi forse più di lui, detesto le formalità, l’eleganza a tutti i costi e le feste sfarzose che mi fanno sentire un pesce fuor d’acqua. Questo, inevitabilmente, ha influito parecchio sulla mia esperienza di lettura. Non amando particolarmente l’argomento di cui si tratta, l’ambientazione e il lavoro di wedding planner, non ho potuto apprezzare in pieno il romanzo, né sono riuscita a simpatizzare per Rosie che ho trovato detestabile dal principio alla fine: troppo rigida, convenzionale, frivola per i miei gusti, nella vita reale sarebbe la tipica persona con cui non avrei nulla da condividere. 
Mi sono sentita, invece, più vicina a Joe e in linea con la sua propensione a rompere gli schemi. 
Si tratta però di opinioni strettamente personali. Come accennavo in apertura, se al mio contrario amate le cerimonie in pompa magna e subite il fascino dei matrimoni da fiaba, questo libro potrà emozionarvi proprio al pari del vostro sogno più bello. 






 

4 commenti:

  1. Sembra carino... ma c'è qualcosa che non mi convince. Forse la trama un po' troppo banaluccia?

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    1. La trama è molto prevedibile in realtà. Non apporta alcuna novità al genere.

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  2. Ciao, ho letto alcune tue recensioni e sei molto capace, ho letto anche la tua biografia e ti faccio i miei complimenti per il tuo lavoro! :D

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