mercoledì 14 ottobre 2015

Recensione in anteprima: Liberazione

Titolo: Liberazione 
Titolo originale: Release 
Serie: Davlova #1 
Autore: A. M. Sexton
Traduttore: Lucia C. ed Emanuela Graziani 
Editore: Triskell 
Lunghezza: 247 pagine 
Collana: World / DARK 
Genere: M/M 
Formato: pdf, epub, mobi 
Prezzo: 5,99
Data di uscita: 16 ottobre 2015

Descrizione:
Davlova: una città-stato oppressa dalla povertà e governata da un'aristocrazia tirannica. Le risorse sono scarse e la tecnologia è illegale. E nei bassifondi cova la rivoluzione.
Misha è un borseggiatore comune, finché il suo capo non gli assegna un nuovo lavoro. Facendosi passare per una prostituta, Misha viene spedito a lavorare per uno degli uomini più potenti della città. Ma il suo vero obiettivo è molto più pericoloso: avvicinarsi a Miguel Donato, e trovare qualcosa - qualsiasi cosa - che possa aiutare a far cadere il governo corrotto di Davlova.
Misha si immerge nel mondo decadente dell'aristocrazia, dove gli schiavi sono comuni e dove è possibile trovare anche il piacere più perverso. Anche se è sicuro che l'élite di Davlova sia coinvolta in qualcosa di terribile, le prove sono difficili da trovare, e Misha inizia ad innamorarsi dell'uomo che dovrebbe tradire. Poi incontra Ayo – uno schiavo sessuale costretto da un impianto neurale nel suo cervello a provare piacere per il dolore - e tutto cambia.
Mentre gli abitanti della città bassa si spingono verso una rivoluzione sanguinosa, Misha si troverà preso tra i sentimenti inattesi che prova per Donato, il dovere verso il clan e la determinazione di salvare Ayo.


La mia recensione:

Quello di cui sto per parlarvi è un romanzo molto particolare in quanto rappresenta una duplice sfida: è una sfida per la sua autrice (Marie Sexton alias A.M. Sexton) che, per marcare la differenza fra questa e le altre sue opere, ha scelto di avvalersi di uno pseudonimo e lo è anche per l’editore, Triskell, che per l’occasione ha inaugurato una nuova collana “dark”. 
La novità, tanto per i lettori della Sexton quanto per quelli dei romanzi targati Triskell, consiste nel fatto che Liberazione non può essere classificato come romance, trattandosi di un romanzo cruento, drammatico, estremo, sicuramente adatto a stomaci resistenti. 
Avendo una spiccata predilezione per le storie a tinte fosche, non vi nascondo che mi sono sentita attratta sin da subito da quest’opera “sperimentale”, a maggior ragione perché, in questo caso, il genere M/M si coniuga con il distopico, che rientra nella rosa dei miei generi preferiti. 
Mi sono letteralmente catapultata tra le sue pagine animata da grandissime aspettative e ne sono rimasta entusiasta, tanto che già non vedo l’ora di poter leggere il seguito.
Il sipario si alza su Davlova offrendoci uno scenario post apocalittico. La città stato, stretta nella morsa di un governo tirannico, è divisa in due e si compone di una collina circondata dai fossati. In basso vive la povera gente, ridotta alla fame e privata del privilegio della tecnologia, mentre in alto, quasi fossero dèi arroccati nell’Olimpo, vivono i ricchi, coloro che detengono soldi  e potere e possono disporre del popolo a loro piacimento.
Tutto comincia quando Misha, un ragazzo che sopravvive nei fossati facendo il borseggiatore, viene chiamato dal suo capoclan Anzhèla a svolgere un lavoro diverso dal solito. Donato, uno degli uomini più potenti di Davlova, ha richiesto una puttana speciale per soddisfare le sue voglie e Misha, dotato di una bellezza esotica e colori fuori dal comune, sembra avere i requisiti ideali per soddisfare le sue aspettative. Quello da ladro a prostituta d’alto bordo non sarebbe proprio un salto di qualità, ma l’insolita offerta cela un secondo fine. Se Misha accettasse di interpretare il ruolo, avrebbe l'occasione di intrufolarsi nell’abitazione privata di Donato e, magari, di entrare in confidenza con lui tanto da carpire informazioni utili ai rivoluzionari. Anzhèla, infatti, oltre a gestire attività illecite nei fossati, è in combutta con gli uomini in giallo, che tramano per organizzare un colpo di stato. 
La speranza di un futuro migliore è più forte del disincanto maturato in anni di sofferenze e privazioni. In fondo Misha non ha niente da perdere, così accetta di prestarsi alla causa. 
Il suo compito, in realtà, si rivelerà più gravoso del previsto perché Donato è un uomo sadico e assai perverso. Soddisfare le sue voglie significa sottoporsi a violenze fisiche e psicologiche davvero difficili da sopportare. 
Misha viene rassicurato sin dal principio sulla possibilità di tirarsi indietro qualora il gioco dovesse farsi troppo duro e non si sentisse più in grado di reggere, ma non sarà così semplice per lui… non dopo aver conosciuto la seconda faccia di Donato, che sa trasformarsi anche in Miguel facendolo innamorare; non dopo aver conosciuto il suo schiavo del sesso: un ragazzo giovanissimo trasformato in macabro sexy toy, attraverso un impianto nel cervello, che in Misha ripone ogni speranza di liberazione. 
È una trama intessuta di fili neri, come il lato più oscuro dell’animo umano, e rossi, come il sangue che tinge le strade dei bassifondi quanto le lenzuola nel letto di Donato. Una trama intrisa di sesso kinky e crudeltà d’animo in cui eros e thanatos, più che mai, sono due facce della stessa medaglia. 
Sullo sfondo di un mondo andato alla deriva, in cui la vita umana sembra non avere più valore, A.M. Sexton pone dei personaggi che, anche quando preda di pulsioni estreme, colpiscono per il loro realismo, non essendo mai completamente bianchi o neri. 
Ci racconta una storia sordida, di sesso e violenza ma che, nel contempo, è una complessa quanto profonda storia d’amore. 
Gli scenari sono cupi, le descrizioni esplicite e spesso tanto crude da risultare disturbanti, ma non meno incisivi sono i sentimenti che con prepotenza bucano la pagina e ci travolgono come un fiume in piena. A renderli particolarmente vibranti è proprio la loro ambivalenza, il fatto che sentimenti contrastanti possano convivere nella stessa persona, che amore e odio possano risultare inscindibili, molte volte, ponendo i soggetti coinvolti di fronte e scelte laceranti. 
Man mano che si procede nella lettura, la singola parola che dà anche il titolo al romanzo, Liberazione, si arricchisce di mille sfumature e di significati contraddittori, fino a lasciarci nel finale sospesi come sull’orlo di un baratro: oltre la gabbia fisica e mentale in cui tutto si è svolto fin qui, ci sarà davvero la salvezza o non c’è soluzione, perché liberarsi da una schiavitù significa solo scivolare dietro sbarre diverse, senza reale possibilità di salvezza?  
Chiaramente occorrerà attendere il sequel per scoprirlo, anche se appare ormai chiaro che nell’universo di Davlova nulla è semplice e ogni brandello – o illusione – di felicità va conquistato con le unghie e con i denti.














 

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