sabato 22 aprile 2017

Recensione: Gli eredi

Titolo: Gli eredi
Autore: Wulf Dorn
Editore: Corbaccio
Pagine: 324
Prezzo: 17,60

Descrizione: 
«Mi creda, avrà bisogno ancora di un sacco di caffè oggi. Sarà una cosa lunga.» Nella saletta colloqui del seminterrato del reparto psichiatrico dell’ospedale Frank Bennell, stimato criminologo alla soglia della pensione, chiede aiuto a Robert Winter, psicologo con cui ha collaborato in numerosi casi di omicidio. Però i due esperti dei lati oscuri della natura umana questa volta sono messi a dura prova. La donna che si trovano davanti, sopravvissuta a un grave incidente su una strada di montagna immersa nella nebbia e battuta dalla pioggia, sembra oscillare tra realtà terribili e allucinazioni. Si chiama Laura Schrader, trentadue anni, capelli biondi; sull'auto accanto a lei una pistola vecchio modello col caricatore vuoto e un baule in cui si nasconde una dura verità. Nel suo sguardo diffidenza e terrore. Perfino Winter, il quale nella sua carriera ha ascoltato dai suoi pazienti storie così plausibili da rendere difficile smascherarle, non sa come mettere in ordine i pochi elementi ricavati con tanta fatica dalla donna: l'uomo che l'ha salvata chiamando i soccorsi e poi è sparito nel nulla, bambini dagli occhi di ghiaccio, misteriose uccisioni… Fatica a collegarli a quanto si vede nella foto che gli ha mostrato il collega: qualcosa di terribile, che supera ogni immaginazione. In una lunga notte, fuori dalla clinica, sotto un cielo nero e gonfio di odio sta succedendo qualcosa. Ma cosa? Bisogna credere a quella donna per arrivare in tempo. Se sarà ancora possibile. Un romanzo forte come un pugno allo stomaco, con un ritmo serratissimo. Un altro Incubo, radicale, definitivo, ma anche provocatorio, che ci costringe a riflettere da un altro punto di vista sulle nostre responsabilità verso il mondo dopo di noi.

L'autore:
Wulf Dorn, nato nel 1969, ama le storie appassionanti, i gatti e viaggiare. Per vent'anni ha lavorato come logopedista in una clinica psichiatrica, e da questa sua esperienza ha tratto grande ispirazione come scrittore. In Italia Corbaccio ha pubblicato La psichiatra, che è diventato un bestseller grazie al passaparola dei lettori, Il superstite, Follia profonda, Il mio cuore cattivo, Phobia, Incubo e Gli eredi.

La mia recensione: 
Una donna viene ritrovata a bordo di una macchina su una stradina di montagna: ha avuto un incidente, ma l’uomo che ha chiamato i soccorsi pare essere svanito nel nulla, accanto a sé ha una pistola scarica, nel portabagagli un cadavere. Alle prime domande sull’accaduto risponde farneticando di mostri che avrebbero attaccato non solo lei ma l’intera popolazione di un villaggio nelle vicinanze. Sicuramente frasi senza senso, pronunciate da una persona in grave stato di shock,  ma almeno una delle sue affermazioni trova riscontro nella realtà ed è sconcertante: il paesino di cui parla è davvero deserto, i suoi abitati sembrano essersi volatilizzati e non c’è nessuno che possa fornire una spiegazione plausibile.
Il criminologo Frank Bennel, incaricato del caso, chiede allora aiuto allo psicologo Robert Winter affinché tenti di fare breccia nella mente confusa della donna. Laura Schrader, questo il suo nome, è di fatto l’unica testimone dell’accaduto, la sola che possa dare un contributo alla scoperta della verità.
Ancora una volta Wulf Dorn sfida la nostra razionalità e, confermandosi ottimo equilibrista, ci propone un romanzo borderline. Dal principio alla fine ci tiene in bilico sulla sottile linea di confine che separa la realtà dall’allucinazione. Ci catapulta in uno scenario dalle atmosfere quasi kinghiane, che ci  suggerisce l’idea di un thriller paranormale, salvo poi sorprenderci con una virata che ci riporta con i piedi per terra. A dispetto delle prime apparenze, la sua non è una storia fantastica ma profondamente radicata nel reale. I mostri di cui ci narra sono tali ma non hanno zanne né poteri sovrumani, sono davvero intorno a noi, li vediamo, sentiamo parlare  di loro nei notiziari, anche se spesso scegliamo di distogliere lo sguardo e chiudere le orecchie.
Scavare nella psiche umana, metterne in luce gli aspetti più controversi è una peculiarità di questo indiscusso maestro del thriller psicologico. La sua cifra stilistica marchia a fuoco anche il suo ultimo lavoro ma qui osa di più, si spinge oltre, affrontando una tematica  di interesse sociale. A essere sotto i riflettori, nella nuova trama, non è solo il lato oscuro del singolo individuo ma quello dell’intera collettività.
Gli eredi è un thriller adrenalinico ma anche impegnato, ci offre un intrigante enigma da risolvere e nel contempo ci parla di pedofilia, di violenza, di infanzia negata, lanciando un monito a chi legge.
La storia si snoda attraverso il racconto di Laura che, nel corso di una lunghissima seduta, riporta a Robert Winter la sua incredibile versione dei fatti. A intervallare il suo resoconto si inseriscono dei brevi capitoli che ci portano in varie parti del mondo per mostrarci delle scene agghiaccianti: brevi frammenti di vita che hanno per protagonisti i bambini e che racchiudono orrori inenarrabili. Sono pagine crude, che colpiscono come un pungo allo stomaco ma sono anche quelle in cui la fiction scivola via per cedere del tutto il passo alla realtà. Come lo stesso Dorn annuncia nella sua introduzione, le storie che via via vanno a intrecciarsi con il racconto di Laura non nascono dalla sua fantasia ma vengono dalla cronaca. Sono realtà che supera l’immaginazione e che ci sferza.
Eredi, i nostri eredi, sono quei bambini maltrattai, venduti, costretti a prostituirsi o imbracciare armi per combattere una guerra che non hanno voluto e di cui ignorano persino il significato; i bambini abbandonati, votati alla fame, ma anche quelli obbligati a respirare un’aria infetta, a vivere in un territorio contaminato da rifiuti tossici, a convivere con malattie terribili causate dall’inquinamento.
Vittime impotenti e inconsapevoli alle quali stiamo consegnando un futuro incerto e per molti versi spaventoso.
Cosa potrebbe accadere se quelle piccole creature, per un giorno,  si trasformassero in carnefici?
È questa la provocazione che in maniera originale è incisiva Wulf Dorn lancia attraverso le sue pagine invitandoci a riflettere sulle nostre responsabilità.
Un’opera coraggiosa che affonda la lama in una ferita aperta dei nostri tempi, andando ben oltre i confini di genere.





  

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