Frank Spada è uno pseudonimo dietro cui si cela l'autore dei romanzi 
hard boiled Marlowe ti amo e Dimmi chi sei Marlowe. Suoi racconti sono 
stati selezionati in concorsi e premi letterari, e sono pubblicati in 
varie antologie e online.  
Marlowe e Frank Spada: due nomi legati a filo doppio. Un detective 
sopra le righe il primo, il suo creatore il secondo, ad accomunarli, 
sicuramente è l’aura enigmatica che li avvolge entrambi.
Che significato e quale peso attribuisce al mistero nel suo universo letterario? 
Personaggio e autore (eteronimi scambievoli nei ruoli, si badi bene) 
ripropongono il tema della doppia identità e il paradosso tra unione e 
scissione di chi riconosce nell’assunto “io sono la realizzazione dei 
tuoi pensieri e tu la mia immagine” il principio uniformante e 
paradigmatico della propria vita. Questo tema, che trovò fulminea 
diffusione letteraria nel periodo romantico – quando le storie 
incentrate sul doppio incatenarono un soggetto immaginario, sempre 
maschile, alla mercé di quello reale –, fu successivamente innalzato 
alla gloria dei cinefili dall’espressionismo della cinematografia 
tedesca, anticipata dalla psicoanalisi, e subito dopo da quella degli 
Studios hollywoodiani. Per quanto ci riguarda, ritengo che la fisiologia
 respiratoria, unita alla curiosità che spinge Marlowe a vivere 
appesantendosi l’aria e il suo compare, il “perturbante”, a dedicarsi 
con costanza agli esercizi spirituali (intesi come alcolici) 
costituiscano tutti assieme il nucleo del mistero che racchiude anche 
l’autore. Uno che fuma da quand’era ragazzino e che, ancora oggi, non 
mastica gomma americana solo perché un tizio, una volta, mostrandogli 
un’emblematica lastra tutta nera pretendeva di convincerlo della sua 
chiaroveggenza: i fatti l’hanno smentito – precisato che Frank Spada è 
ancora vivo, piuttosto in là con gli anni e ha smesso di pregare 
iniziando a scrivere il 7 gennaio del 2007.
Come nasce Marlowe?
Il suo nome doveva essere Marlow, stando al desiderio di suo padre, ma 
all’anagrafe, sa com’è, a volte basta un’aggiunta, un’omissione… 
cosicché fu chiamato erroneamente Marlowe.
Marlowe è anche il nome del celebre detective forgiato dalla penna di 
Chandler. Una semplice coincidenza o un omaggio voluto a questo grande 
autore? 
Certamente. Ma quello si chiamava Philip, mentre questo è Marlowe e 
basta, anche per sua madre, e proprio in conseguenza a un nome 
affibbiatogli per caso. Ovvio che un implicito omaggio a Raymond 
Chandler – quantomeno con il romanzo d’esordio intitolato “Marlowe ti 
amo” – non è da escludersi; benché l’introduzione a questo libro del 
prof. Franz Haas induca il lettore a fargli credere che Marlowe sia 
anche lui stesso.
Molti autori avvertono i loro personaggi come creature vive, entità che
 una volta create, chiedono insistentemente di essere raccontate e che, a
 un certo punto, sembrano acquisire una propria autonomia. Quale il suo 
rapporto con Marlowe?
Tra Marlowe e l’autore, come non bastasse il tentativo di far rivivere 
in modo originale un celeberrimo detective a oltre mezzo secolo dalla 
morte di Chandler – problemino non da poco per quanto già detto –, si 
incunea il fatto che questo Marlowe è vittima di un perturbante. Talché,
 s’immagini l’ingombro quotidiano che pesa sulla vita di chi vagheggia 
la sopravvivenza mostrandosi indifferente agli occhi di qualcuno alla 
ricerca di se stesso e che, guardandosi allo specchio ogni mattina, 
s’illude di continuare a farla franca sbarbando chi si è nascosto dietro
 uno pseudonimo.
Come 
tutti i detective che si rispettino Marlowe è sempre alle prese con dei 
gialli da risolvere. Da dove trae ispirazione per la creazione dei suoi 
casi?
Se le dicessi che 
l’autore ne sa quanto il detective e che entrambi si trovano coinvolti, 
capovolti e catapultati nel passato – il “luogo” dove ci si sente sempre
 a casa ma reclusi nell’impossibilità di fuggire dai ricordi, 
risentimenti e rimpianti compresi? Mi scusi se a questa domanda ho 
risposto interrogando il caso.
Ritiene sia 
più difficile imbastire un buon intreccio noir o dar vita a un 
personaggio capace di imprimersi in maniera indelebile nell’immaginario 
dei lettori?
Il noir è una
 buona metafora della ricerca filosofica e scientifica in genere, e 
tanto più se ci restituisce un’immagine caricaturale, proprio per questo
 chiara e vivida dell’uomo, dei suoi geni connaturati al “male” e 
dell’avidità che spinge le sue azioni. A iniziare da quando fracassò con
 una pietra il cranio di chi pretendeva che un infinitesimo granello 
ruotante nello spazio non fosse soltanto roba dell’altro – Marlowe… 
nell’ambiguità cosciente di una nevrotica solitudine, pessimistica e 
angosciante, tiene in fondina una 45 per far da testimone a quanto 
avviene, ancora, attorno e dentro di lui, perpetuando l’illusione 
letteraria di una storia dove mescolanze e contaminazioni sono il kit 
per non smentire il fato.Leggendo i suoi libri si ha quasi l’impressione di guardare un film. Una suggestione alimentata dallo stile cinematografico, dall’efficacia delle descrizioni e dal sottofondo musicale che costantemente accompagna la narrazione. Quanto e come la passione per il cinema ha influenzato la sua scrittura?
Il cinema è stato definito la settima arte – quella che le riunisce tutte distinguendole nei ruoli, mettendo spesso in primo piano quel che non si vede a occhio nudo – va da sé che qualcuno che non amava andare a scuola ne abbia approfittato per capire meglio il panorama, a volte inzuccherandosi le orecchie con le colonne sonore.
Come mai ha scelto di ambientare i suoi romanzi in America? Quale il suo legame con questa terra?
La casualità non è che la norma di muoversi in fretta per non farsi 
prendere, possibilmente, e gli spazi degli States, la libertà che… 
caspita quanto sono immensamente grandi anche in un vicolo!
Oltre a trasportarci sulla West Coast, i suoi libri  ci fanno viaggiare a ritroso nel tempo facendo rivivere gli anni ’50. Cosa la affascina di quegli anni?
A questa domanda – agganciandomi a quanto ho risposto sopra 
interrogando il caso, ma precisando un luogo –, risponderei che non 
dovrebbe essere difficile fare un conticino: i cavalloni del Pacifico in
 corsa galoppando, le bellezze in aderenti Jantzen al sole, per non dire
 delle chincaglierie in curva che… ritmo veloce all’imbrunire con le 
prove in spiaggia? – Shorty Rogers disse che non ci fu nulla di 
premeditato, nel suonare qualcosa di così specifico e diverso da poter 
essere chiamato per sempre“West Coast Jazz”.
Il secondo 
romanzo della serie dedicata a Marlowe, ha un sottotitolo molto 
suggestivo: “Cinque sensi e un’anima”. La stessa idea è richiamata nel 
suo blog, con un’aggiunta che colpisce quasi come un pugno allo stomaco 
(“cinque sensi e un’anima che non perdona”). Possiamo dire che in queste
 poche ma efficaci parole sia condensato il senso più profondo di questo
 libro?
Sì, questo è 
possibile, e vale per Marlowe come per chiunque altro abbia la dannata 
fortuna di voler interrogarsi in proposito, prima di portare i panni 
sporchi in lavanderia.
Se le dico “Il Cannocchiale a rovescio”?
E’ lo strumento per allontanare la visione del reale a chi vive in 
anticipo i ricordi e avvicinare con la curiosità e l’ironia rivolta 
senza limiti spazio-temporali, o di genere, l’irreale a chi lo segue 
come un’ombra. Preciso, in ogni caso, che questo Blog è stato aggiornato
 di recente – dopo 909 commenti che lo avevano reso “pesante” in pochi 
mesi – per aprire Il Cannocchiale a rovescio 2, sempre di Frank Spada, 
sul sito Poche chiacchiere di Robin Edizioni dove si può colloquiare con
 l’autore. Frank Spada non è solo autore di romanzi. All’attivo ha anche diversi racconti che, peraltro, hanno ottenuto vari riconoscimenti e sono stati pubblicati in diverse antologie. Di recentissima pubblicazione la raccolta antologica “Riso nero” edita da DelosBooks che, tra gli altri autori, ospita anche lei. Le va di svelarci qualcosa a proposito della sua partecipazione a questo progetto editoriale?
L’antologia, nata su iniziativa degli editorialisti Graziano Braschi e Mauro Smocovich diThriller Magazine, vede riuniti 50 scrittori in un libro di oltre 250 pagine: un mix di umorismo nero costituito da 25 racconti gialli & comici, 64 brividi brevi e numerose comiche letali racchiuse in una sola frase – Frank Spada è presente con un racconto, sei brividi brevi e dieci comiche letali.
Concludo questa piacevole chiacchierata chiedendole di anticiparci qualcosa sui suoi progetti futuri. Avremo il piacere di rincontrare Marlowe?
Nel 
ringraziarla per avermi dato la possibilità di capire un po’ meglio quel
 che sta succedendo, posso dirle che Marlowe ha preso appuntamento con 
un vecchio amico in un cimitero – probabilmente s’incontreranno a maggio
 2011.
E per saperne di più...
Leggi le mie recensioni:
Nessun commento:
Posta un commento