In libreria dal 29 agosto 2013
Titolo: L'apparire del bello
Autore: Umberto Curi
Editore: Bollati Boribghieri
Collana: Temi
Pagine: 130
Prezzo: 9,00 euro
Una questione eterna: la bellezza è oggettiva o soggettiva?
Esiste un terzo modo di considerarla
Lo svela Umberto Curi in questo saggio sorprendente Descrizione:
Bello
è un concetto di inquietante complessità, un giacimento di idee e
intuizioni dilatatosi nel tempo fino ai confini estremi della
riflessione. Bello, bellezza, sono tra le parole più ricorrenti per
definire immagini, aure, fantasie e nutrire estri letterari, indugi
filosofici. Si parla di bello in riferimento all’aspetto di una persona,
alla suggestione di un paesaggio, alla forza comunicativa di un’opera
d’arte. Ma si usa anche per indicare la capacità argomentativa di un
discorso, la qualità di un’idea, la coerenza di una legge o la
configurazione di una galassia. Eppure, a dispetto di una così grande
diffusione, non vi è affatto chiarezza né univocità nel modo di
intendere questo concetto. Umberto Curi delinea un percorso affascinante
e innovativo che, muovendo dal mondo classico greco-latino, quando il
bello era ritenuto il requisito di ciò che non mancava di nulla, conduce
al pensiero moderno e contemporaneo e ai «tremendi» angeli rilkiani,
quando ormai il bello deve lasciare spazio all’assenza. L’apparire del
bello, suggerisce Curi, coincide con la manifestazione di un’ambivalenza
insuperabile, con la rivelazione di uno scandalo, con l’emergenza di
una contraddizione, che tuttavia scalda il cuore e ci consola.
Umberto Curi è professore emerito di Storia della filosofia presso l’Università di Padova e docente presso la Facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano. Tra i suoi libri più recenti: Miti d’amore. Filosofia dell’eros (2009), Straniero (2010) e Passione (2013). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato «Pólemos». Filosofia come guerra (2000), La forza dello sguardo (2004), Meglio non essere nati. La condizione umana tra Eschilo e Nietzsche (2008, premio Capalbio per la filosofia) e Via di qua. Imparare a morire (2011).
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