Titolo: Come inciampare nel principe azzurro
Autrice: Anna Premoli
Editore: Newton Compton
Collana: Anagramma
Pagine: 320
Prezzo: 9,90 euro
In libreria dal 5 settembre 2013
Descrizione:
Quale ragazza non sogna di sfondare nel proprio lavoro sfruttando la
possibilità di trascorrere un anno all’estero? È proprio questa la
grande opportunità che un giorno si presenta a Maddison: ma
l’inaspettata promozione arriva sotto forma di un trasferimento
dall’altra parte del mondo, in Corea del Sud!
Maddison, però, è solo all’apparenza una donna in carriera. In realtà è molto meno motivata delle sue colleghe e per nulla attratta dall’idea di stravolgere la sua vita. Come è possibile che abbiano pensato proprio a lei, che del defilarsi ha fatto da sempre un’arte, che ha il terrore delle novità e di mettersi alla prova? Una volta arrivata in Corea, il suo capo, occhi a mandorla e passaporto americano, non le rende neanche facile adattarsi al nuovo ambiente. Catapultata in un mondo inizialmente ostile, di cui non conosce nulla, di cui detesta le abitudini alimentari e non solo, Maddison si vedrà costretta a tirar fuori le unghie e a crescere una volta per tutte. E non è detto che sulla sua strada non si trovi a inciampare in qualcosa di bello e del tutto imprevisto!
Maddison, però, è solo all’apparenza una donna in carriera. In realtà è molto meno motivata delle sue colleghe e per nulla attratta dall’idea di stravolgere la sua vita. Come è possibile che abbiano pensato proprio a lei, che del defilarsi ha fatto da sempre un’arte, che ha il terrore delle novità e di mettersi alla prova? Una volta arrivata in Corea, il suo capo, occhi a mandorla e passaporto americano, non le rende neanche facile adattarsi al nuovo ambiente. Catapultata in un mondo inizialmente ostile, di cui non conosce nulla, di cui detesta le abitudini alimentari e non solo, Maddison si vedrà costretta a tirar fuori le unghie e a crescere una volta per tutte. E non è detto che sulla sua strada non si trovi a inciampare in qualcosa di bello e del tutto imprevisto!
L'autrice:
Anna Premoli. Nata nel 1980 in Croazia, vive a Milano dove si è laureata in Economia
dei mercati finanziari, presso la Bocconi. Ha lavorato alla J.P. Morgan
e, dal 2004, al Private Banking di una banca privata, dove si occupa di
consulenza finanziaria e ottimizzazione fiscale. La matematica è sempre
stata il suo forte, la scrittura invece è arrivata per caso, come
“metodo antistress” durante la prima gravidanza. Con la Newton Compton
ha pubblicato Ti prego lasciati odiare, vincitore del Premio
Bancarella 2013. Il romanzo è stato per mesi ai primi posti nella
classifica dei libri più venduti e la Colorado Film ha acquistato i
diritti per la trasposizione cinematografica. Anche Come inciampare nel principe azzurro è stato un successo del self publishing, arrivando ai primi posti della classifica.
La mia recensione:
Ultimamente si è parlato parecchio di Anna Premoli,
l’autrice che partendo dal
self-publishing è giunta a conquistare il
Premio Bancarella con il romanzo Ti
prego lasciati odiare divenendo nello stesso tempo oggetto di un acceso
dibattito. Personalmente non ho letto l’opera incriminata ma da appassionata frequentatrice di lit-blog, oltre
che blogger a mia volta, mi sono imbattuta in diverse recensioni negative che,
vi confesso, hanno acceso la mia curiosità pur facendomi desistere
all’acquisto.
Quando mi è stato recapito un pacchetto a sorpresa
contenente Come inciampare nel principe
azzurro, ultima fatica della stessa autrice, mi sono perciò tuffata nella
lettura animata dal desiderio di conoscerla e magari scoprire il segreto di un
successo così controverso.
A questo punto mi piacerebbe tanto potervi dire che l’ho
scovato, mi piacerebbe poter esprimere entusiasmo ed essere una voce fuori dal
coro ma la verità è che seguito a interrogarmi senza trovare una risposta.
“Se è il caso editoriale dell’anno ci sarà un perché” recita
lo strillo in copertina. Non oso metterlo in dubbio eppure a me personalmente
questo perché sfugge.
La trama è quasi un classico: una ragazza in carriera riceve
una promozione quando meno se l’aspetta. Finalmente potrà capitanare un team
tutto suo e fare esperienza all’estero ma la meta a cui viene destinata non è
esattamente la più ambita. Maddison, questo il suo nome, dovrà infatti
andare a lavorare nella Corea del Sud e,
ciliegina sulla torta, avrà per capo un uomo tanto avvenente quanto
intransigente, autoritario e scorbutico. A ben pensarci sembrerebbe più una
punizione però, si sa, non tutti i mali vengono per nuocere tanto è vero che…
Ovviamente non sarò io a svelarvi il seguito ma, scommetto
che da questa premessa possiate già presagirlo. Prevedibile è infatti il primo
aggettivo che mi viene in mente pensando a questo romanzo. Tutto procede così
come ci si aspetta; basta leggere la prima pagina per indovinare cosa accadrà
in quella successiva e in quella dopo
ancora nel pieno rispetto di un canovaccio, ampiamente ricorrente nel genere e
che, nel caso specifico, non riserva nessuna sorpresa.
Fin qui poco male; benché abusata si tratta pur sempre di
una formula vincente che, se corredata
delle giuste varianti, può comunque far breccia nei cuori più romantici.
Il vero problema, almeno dal mio punto di vista, è che
questa trama, di per sé poco originale, viene cucita su due protagonisti
tutt’altro che carismatici. Lei è “una testa vuota su due tacchi a spillo”, per
dirla con le sue stesse parole. Se si esclude il fatto che è bellissima,
altissima, magrissima, biondissima (il superlativo non è casuale) e dotata di
un bel paio di occhi verdi, Maddison è una ragazza insulsa. Fa un lavoro che
non le piace e per cui non si sente portata solo per compiacere la sua
famiglia, non si impegna e non eccelle in niente. Non pratica sport, non ha
hobby diversi dallo shopping, non c’è alcuna attività che la appassioni, a
parte dormire e mangiare. Si lamenta di tutto ma non fa nulla di concreto per cambiare
ciò che non va nella sua vita, si comporta per lo più come una bambina viziata
e capricciosa.
Mark, il suo nuovo capo in Corea, la pareggia in materia di
bellezza ma anche lui quanto a carattere lascia molto a desiderare. È cinico,
scorbutico, prepotente, pedante e terribilmente presuntuoso.
Strada facendo il suo atteggiamento subisce un leggerissimo
cambiamento in positivo ma di qui a identificarlo con il principe azzurro ci
passa un mare.
Ho provato a individuare dei pregi in questi personaggi. A un
certo punto, rintracciare in loro qualcosa che me li rendesse meno odiosi è
diventata quasi una sfida, ma non ce l’ho proprio fatta.
Li ho detestati e questa sicuramente è una delle ragioni
principali per cui non sono riuscita ad appassionarmi davvero al libro.
L’unica nota positiva e che conferisce un piccolo tocco di
novità alla storia è rappresentata dall’ambientazione. L’autrice indugia spesso
sulle usanze e i costumi del popolo coreano regalando piccole interessanti
informazioni a chi, come me, non possiede una grande conoscenza in materia.
Altra nota di merito è rintracciabile nella scorrevolezza dello stile, non privo
di piccoli difetti e qualche ripetizione di troppo ma tale da far
sì che la lettura proceda quasi con il pilota automatico. Pur non essendo
curiosa di scoprire un finale già annunciato in partenza, ho letto l’intero
romanzo in un solo pomeriggio, presagisco però di dimenticarlo con la stessa
velocità perché non mi ha lasciato niente più che qualche ora di puro svago.
Una commedia romantica molto leggera che può essere letta
con piacere dalle appassionate del genere ma che non riserva grandi novità né
emozioni travolgenti. Di certo non il capolavoro che ci si aspetterebbe dalla
vincitrice di un premio letterario di prestigio.
Avevo letto il primo della Premoli, mi era piaciuto, ma non entusiasmato… Leggendo la tua recensione al secondo, come te devo dire che la prevedibilità nei romanzi non mi piace affatto, magari se lo troverò a un buon prezzo come ebook, proverò a prenderlo per rendermi conto di persona ^_^ Ciao, Miriam xx
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