In libreria dal 25 settembre 2013
Titolo: Alla ricerca di Fatima
Autore: Ghada Karmi
Editore: Atmosphere Libri
Pagine: 420
Prezzo: 18,00 euro
Chi ha apprezzato e si è commosso leggendo Ogni mattina
a Jenin di Susan Abulhawa, non può restare insensibile di fronte alla storia
dei palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello
stato di Israele e a vivere la triste condizione di “senza patria”.
Pochissimi palestinesi della diaspora hanno scritto
memorie così intime
come Ghada Karmi con il resoconto sincero della sua
vita.
Descrizione:
Alla ricerca di
Fatima: una storia palestinese narra la vita di Ghada Karmi,
medico palestinese, che trascorre l’infanzia in un sobborgo
benestante di Gerusalemme con due fratelli, i genitori e il cane Rex, affidata
alle cure della
domestica Fatima. Quando la famiglia è costretta a fuggire in Inghilterra a
causa delle crescenti violenze degli ebrei nei
confronti della popolazione araba, Ghada deve imparare a convivere con la
perdita
progressiva e definitiva del paese in cui è nata, sostituito da Israele.
L’impatto con l’Inghilterra non è troppo traumatico: la scelta
di privilegiare l’identità inglese è naturale e all’inizio risolutiva. Quando,
ormai laureata in
medicina, sceglie di sposare un inglese, Ghada difende il suo matrimonio agli
occhi della famiglia tradizionalista e giudicante,
difendendo allo stesso tempo la fittizia identità inglese che ha attribuito a se
stessa e rifiutando in toto quella araba. Ma ben presto le contraddizioni di una
tale decisione esplodono in tutta la loro violenza:
durante la guerra dei Sei giorni Ghada farà i conti con l’indifferenza, o
addirittura
l’ostilità, di tutti quelli che credeva vicini, marito incluso. Consapevole di
non potersi più nascondere e convinta di dover cercare se stessa scavando nel
passato, Ghada si getta anima e corpo nell’impegno politico, quasi cercasse
un’assoluzione per aver trascurato la storia del suo popolo: negli anni
Settanta inizia a
lottare per far sentire la voce dimenticata degli esuli palestinesi, si reca nei
campi profughi dove lavora come medico, e alla
fine va a vivere in Siria. Finché comprende che nemmeno quello è il suo
posto: perché la
vita in Inghilterra non può essere cancellata con un colpo di spugna. Incapace
di sentirsi “a casa” dovunque provi, Ghada decide
alla fine di visitare i luoghi della sua infanzia, “tornando” in Israele (e
alla vecchia casa
di Qatamon) utilizzando il suo passaporto inglese. Solo dopo questo viaggio
capirà che non esiste per lei alcun posto dove fermarsi: che non sarà mai
un’inglese, non potrà mai tornare in Palestina, e non appartiene per intero
nemmeno al mondo arabo. E proprio questo senso di sradicamento, condiviso
da migliaia di
palestinesi, la spinge a raccontare la storia dei moltissimi uomini e donne
privati, come lei, del proprio paese e del proprio futuro.
Hanno detto di questo libro:
«Il risultato più straordinario raggiunto da Ghada
Karmi è l’umanizzazione della vicenda palestinese. L’esperienza dello
sradicamento e l’esilio hanno conseguenze psicologiche durature che, come gli
ebrei sanno bene, non sempre sono guarite o lenite dal tempo. Abbiamo bisogno di
racconti controcorrente come questo, perché ormai sappiamo che ignorando il
dolore e i diritti altrui non compiamo solo una scelta parziale, ma anche
pericolosa».
Independent
«Vista la situazione politica
attuale, si può dire che questo libro esca con un tempismo perfetto… Leggerlo
potrebbe aiutare qualcuno a sbrogliare un po’ la matassa intricata della storia
mediorientale». Ahdaf Soueif -
Times literary supplement
«Un’analisi acuta, coraggiosa, onesta e sempre godibile». Economist
Titolo: Là dove entra la luce
Autore: Gabriel Michael Vosgraff
Moro
Editore: Atmosphere Libri
Pagine: 240
Prezzo: 16,00 euro
Una
storia di lussuria, gelosia e amore sfortunato in un grande romanzo storico
ambientato nella Venezia del Cinquecento.
Descrizione:
Venezia, anno 1524: il
nobile e antisemita Don Gabriel Moro viene condannato a morte per sodomia e
decapitato. È la storia di un triangolo amoroso tutto al maschile. La voce
narrante è quella di Tadzio, un nano ormai stremato dalla malattia che, dal
letto dell’enorme palazzo vuoto una volta appartenuto al suo signore Don Gabriel
Moro, riporta la storia della sua vita in un diario e nello stesso tempo la
recita ad alta voce, come una confessione, a una misteriosa e oscura figura che
compare al suo fianco, forse la Morte stessa. Là dove entra la luce
è una
storia d’amore, odio,
tradimento e gelosia che si svolge nella cornice storica della nascita del
ghetto a Venezia nel 1516 e della questione ebraica. Don Gabriel Moro è un
personaggio realmente esistito, con un ruolo di rilievo a Venezia e noto per la
sua avversione alla presenza degli ebrei in città, ma nel romanzo finisce per
innamorarsi proprio del giovane ebreo che ha rubato il cuore anche a Tadzio. È
una cupa storia di sentimenti forti, ma anche un romanzo storico abbastanza
accurato e un romanzo filosofico, che indugia sulle nuove scoperte del
Cinquecento, sulle nuove concezioni del mondo che cominciano a delinearsi,
sull’amore per la scienza e la conoscenza, sul potere della parola e della
letteratura come creatrici di verità, ma anche sulla loro inevitabile
inaffidabilità.
Hanno detto di questo libro:
«[…] dopo il debutto
letterario nel 2006 con l’originale Autobahn
[Gabriel Michael
Vosgraff Moro] propone il suo secondo romanzo, che mi auspico rappresenterà il
suo grande successo letterario. Si spera anche a livello
internazionale». DAGBLADET
«Questa è
innegabilmente Letteratura: una bella lingua, chiari riferimenti letterari in un
racconto dall’apparenza tragica e sobria; un libro che ti afferra fin dal primo
momento e non si sa quando lascerà la presa”. UNIVERSITAS
«Il romanzo combina il
tradizionale racconto d’avventura, in cui la narrazione incalza pagina dopo
pagina, con gli esiti più aperti del romanzo moderno. Tutto ciò ci invita a
elogiare Gabriel Moro per il suo grandioso lavoro. Là dove entra
la luce ha tutte le qualità
per portarlo alla grande affermazione letteraria».
KLASSEKAMPEN
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