Ha cominciato a leggere e scrivere a sei
anni (in prima elementare, come tutti) e da allora non ha più smesso
(come molti). Ama la sua famiglia con l’onnipresente Pinscher, la
lettura, la vela, la montagna, i viaggi e – soprattutto – frequentare i
pochi buoni veri amici di sempre.
Ama pure i noir, specie se “latini”
(Boccignone, Gatti, Gori, Izzo, Marino, Sacheri, Vichi). Alessandro ne
parla così: “Nel quotidiano siamo costretti in schemi precostituiti,
rigidi, ripetitivi, mentre quando ci si dedica a un noir si può dare
sfogo a tutte le fantasie, anche a quelle inconfessabili. Unici limiti,
il buon gusto e la qualità della scrittura.”
Benvenuto
nel mio salottino letterario. Come di consueto, cominciamo con le
presentazioni. Chi è e perché scrive Alessandro Noseda?
Grazie
per l’ospitalità. È un piacere. E grazie per lo spazio che dai a me e ai
“colleghi” esordienti nelle tue pagine. È davvero rara!
«Scrivo per vivere, sgobbo per campare» ho letto da qualche parte. È un po’ quello che capita a me. Ho un lavoro che mi dà buone soddisfazioni, mi consente di mantenere decorosamente la famiglia, ma che – evidentemente - non mi gratifica in toto. Aggiungi a ciò che dormo poco…
«Scrivo per vivere, sgobbo per campare» ho letto da qualche parte. È un po’ quello che capita a me. Ho un lavoro che mi dà buone soddisfazioni, mi consente di mantenere decorosamente la famiglia, ma che – evidentemente - non mi gratifica in toto. Aggiungi a ciò che dormo poco…
Quando e
come ha avuto origine la tua passione per il noir?
In
realtà, ora ti farò ridere, è iniziata con i «Gialli dei ragazzi» Mondadori. Te
li ricordi? I Pimlico Boys? Insomma, mi
sono appassionato adolescente al genere poliziesco, poi alle storie di
spionaggio, infine ai noir veri e propri, che mixano spesso - a mio avviso - il
meglio del filone.
La trilogia di Luca Mariani. Com’è nata l’idea?
In
un periodo difficile della mia vita ho cominciato a soffrire d’insonnia. Per
riempire le ore notturne leggevo molto.
Ad un certo punto ho sentito l’esigenza di scrivere una storia che non parlasse
del classico investigatore dedito a Bacco, tabacco e Venere, con un brutto divorzio
alle spalle e tanti scheletri nell’armadio. Luca è una persona normale, che ha scelto di
servire lo Stato perché ci crede davvero. Un idealista? Un sognatore? Un
illuso? Sicuro. Ma ce ne fossero di persone reali come lui!
Ti sei
ispirato a qualche persona reale per la caratterizzazione del tuo protagonista
o è solo un parto della tua fantasia?
Sì
e no. Mi spiego meglio. Tutti i personaggi che racconto nascono dalla vita
quotidiana. Sono un buon osservatore. Prendo ciò che mi colpisce e lo metto
insieme, esattamente come in cucina,
sperando che il risultato finale sia meglio dei singoli ingredienti.
La storia
si svolge essenzialmente a Napoli. Quale il tuo legame con questa città? Ne hai
una conoscenza diretta o hai dovuto documentarti diversamente per rendere tanto
credibile l’ambientazione?
Sono
stato a Napoli per lavoro ed ho scoperto un luogo di cui non ci si può non
innamorare. Non è solo la bellezza di panorami, strade, vicoli, monumenti, è il
clima che si respira. Credo che sia una di quelle città difficili da
raccontare, per sapori, profumi, sensazioni. I napoletani, poi, sono
fantastici: calorosi, aperti, ospitali e sempre con la battuta pronta.
Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate
nella stesura della romanzo?
Non
sono un professionista, come sai, ma un appassionato autodidatta e non “domino la
tecnica”. Magari hai l’idea, i personaggi, la storia, ma se non hai “mestiere”
è difficile trasformare un bozzetto in un quadro. Non è stato semplice tradurre
nero su bianco le idee che si affastellavano in testa e ancor di più procedere
alla revisione, seguendo le indicazioni dell’Editor. Come in ogni lavoro, anche
qui non ci si improvvisa. Più facile a dirsi che a farsi.
Come
anticipato nello stesso titolo, questo è il primo capitolo di una trilogia che
ruota intorno al personaggio di Luca
Mariani. Puoi già anticiparci qualcosa sui capitoli successivi?
Volentieri!
Nel secondo capitolo Luca è comandato a Trieste, altra città affascinante con
la sua aria mittel-europea, dove collabora alle indagini coordinate dalla P.M.
Giulia Martini. Tutto parte da un’inspiegabile moria di pesci presa sottogamba
dal Procuratore Capo della Repubblica, un retrogrado borioso maschilista che
affida il caso alla sostituto considerandolo routinario. Invece…
Nel terzo, Giulia e Luca, nonostante gli ammonimenti trasversali che ricevono, continuano a scoperchiare pentole bollenti. Ci credono e vanno fino in fondo. Qui mi sono ispirato ad un uomo che ho sempre ammirato, Paolo Borsellino. “Chi non ha paura muore una volta sola.”
Nel terzo, Giulia e Luca, nonostante gli ammonimenti trasversali che ricevono, continuano a scoperchiare pentole bollenti. Ci credono e vanno fino in fondo. Qui mi sono ispirato ad un uomo che ho sempre ammirato, Paolo Borsellino. “Chi non ha paura muore una volta sola.”
A chi e
perché consiglieresti la lettura del tuo libro?
A
chi apprezza i romanzi brevi e predilige la sostanza alla forma. La mia
scrittura è asciutta, diretta, forse un po’ pulp.
Non ci giro intorno, non uso due frasi per dire ciò che sta in una. Per
trascorrere qualche ora con la testa lontano dal quotidiano condividendo
emozioni, atmosfere, stati d’animo e, perché no, alcuni spunti di riflessione.
Cosa puoi
raccontarci a proposito della tua esperienza
Da
noi si legge pochissimo. Con una battuta, sono più gli scrittori dei lettori!
Io, come molti, scrivo per soddisfare una mia personale esigenza. Poi ho
raccolto la sfida di chi mi ha letto e mi ha detto: “Perché non lo pubblichi?”.
Neppure fosse facile trovare un Editore disposto a rischiare su un perfetto
sconosciuto! Devo tutto a Omar Gatti, curatore del blog “Noir Italiano”, che mi
ha presentato a La Ponga Edizioni. L’Editore, molto seriamente, ha letto il
romanzo, gli è piaciuto ed ha deciso di pubblicarlo, senza chiedermi un
centesimo. Al suo buon cuore, se lo vorrà e se ci sarà un certo riscontro di
pubblico, pubblicare anche l’edizione cartacea. (Potevo tirarmela e dire che
era una scelta ecologista?)
Che tipo
di lettore sei? Ci sono degli autori ai quali ti
Sono onnivoro, leggo di
tutto. Di solito sono libri consigliati da amici di cui mi fido. Il passaparola
funziona eccome! Mi piacciono ancor di più i libri in cui il precedente lettore
ha sottolineato un passo, una frase, una parola. Chissà cosa l'ha colpito/a in
questo punto… È un confronto a distanza, anche perché spesso non sai chi sia
l’autore di quel tratto a matita. Modelli?
Ne ho tanti. Amo i latini e in particolare Bianchi, Boccignone, Carofiglio,
Gatti, Gori, Izzo (cui la Trilogia fa evidente omaggio), Marino, Nicolini, Pasini,
Sacheri, Sciascia, Tevini, Vichi… in stretto ordine alfabetico per non far
torto a nessuno!
Escludendo
la trilogia, hai altri progetti letterari in cantiere?
Ho
scritto altri due romanzi, cambiando genere (nel senso che le protagoniste sono
donne! Ho provato a mettermi nei panni di due giovani investigatrici): “Lo
stilista”, noir ambientato a Torino e “La verità vera”, che è più un legal
thriller, a Firenze. Usciranno sempre per La Ponga Edizioni, penso la prossima
primavera.
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