- Benvenuta nel mio salottino
letterario. Domanda di rito per cominciare: chi è e perché scrive Amneris Di Cesare?
Amneris scrive da quando si ricorda.
Ha però da poco capito che “scrivere” non significa solo farlo con la penna e
il foglio bianco o con la tastiera di un computer, ma anche solo con la mente,
sognando, visualizzando, raccontando a se stessi o ad altri delle storie. Da
bambina, tendevo a isolarmi e a trascorrere i miei pomeriggi a fantasticare con
un filo d’erba o con la carta velina che avvolgeva le arance (se aprivi uno dei
due “poli” attorcigliati lasciando l’altro capo invece intatto, la velina così
allargata diventava una gonna svolazzante e quindi creavo con la fantasia delle
splendide ballerine o damine del ‘700) e mi raccontavo le favole che mia nonna
non si ricordava più. Non ho mai smesso. Raccontare è la mia più grande
passione. Ho iniziato però, realmente, a scrivere dopo il 2000, appena preso
possesso del primo personal computer e aver avuto a disposizione la connessione
a internet. Scrivo perché non posso
farne a meno, appunto. Raccontare mi è necessario quanto respirare e
sicuramente molto più che nutrirmi o dissetarmi.
-
Mira dritto a cuore. Com’è nata l’idea?
Tutti e tre i miei romanzi pubblicati
sono nati da “un racconto che non ne
voleva sapere di essere solo un racconto”. Sia Nient’altro che amare (2012 - CentoAutori), che Sirena
all’orizzonte (2013 - Domino) e anche Mira dritto al cuore (2014 - Runa
Editrice) inizialmente erano solo un’idea per un racconto breve. Per Mira dritto
al cuore avevo questa scena in testa, che non so dire se ho vissuto realmente o
solo immaginata, di due donne, una che entra all’improvviso in un bagno
pubblico e sorprende l’altra a sniffare cocaina. E la rimprovera, accusandola di fare del male
a un uomo al quale tiene moltissimo.
Doveva partire da lì, tutto il racconto sull’amicizia tra un uomo e una
donna. Non riuscivo a raccontare bene, come volevo io, quella storia. E per
almeno due anni, quell’abbozzo di racconto è rimasto dimenticato tra le pagine
di uno dei miei quadernini, quelli che uso per scrivere. Poi, un pomeriggio ho
ripreso in mano l’idea, ho provato a raccontare un “prima”… un “prima” molto in là nel tempo, visto che anticipava la
scena di dieci anni. E i personaggi che ho introdotto non la finivano più di
raccontare. Sarah, Thomas ma soprattutto Rudy sono in effetti dei gran
chiacchieroni…
- La storia di Sarah comincia in piena
estate, in un villaggio turistico della Sicilia. Una vacanza partita male si
trasformerà in un’esperienza indimenticabile. E tu? Che ricordi hai delle
estati della tua adolescenza? Ti hanno ispirata in qualche modo nella stesura
del romanzo?
Mio padre, negli anni ‘70 giovane
trentenne, scoprì una formula di vacanza che permetteva a tutta la famiglia
(eravamo in quattro all’epoca, i miei, io e mio fratello più piccolo di me di
tre anni, mia sorella che ha sedici anni in meno, ancora non era nata) di stare
insieme, di sperimentare vari tipi di sport senza svenarsi e soprattutto di
avere un minimo di indipendenza: i villaggi vacanze del Club Mediterranée.
Formule all’epoca all’avanguardia e poco conosciute. Ho trascorso parecchie
estati in villaggi vacanze di vario tipo. Ma per me la vacanza è tutt’altra
cosa. È prendere una mappa e andare alla ricerca di posti sconosciuti, fermarsi
all’improvviso, assaggiare il cibo locale e vestirsi con gli abiti tradizionali
del posto. È entrare nella cultura e nella tradizione di un popolo. Da
adolescente studentessa di liceo linguistico obbligai i miei a mandarmi
all’estero per migliorare la conoscenza delle lingue che studiavo, ma una
settimana o due la trascorrevo sempre in un villaggio vacanze insieme a loro. E
sì, in uno di quei villaggi ho conosciuto due ragazzi che mi hanno ispirato i
personaggi di Thomas e Rudi.
- L’amicizia tra uomo è donna è uno dei
principali temi affrontati nel libro. Osvaldo (uno dei personaggi), sostiene
che un uomo e una donna possono diventare buoni amici solo dopo essere stati
amanti e aver visto spegnersi il fuoco della passione. È anche il tuo pensiero?
In realtà no, non la penso affatto
come Osvaldo. Ma Osvaldo è un personaggio audace e libertino, doveva per forza
di cose buttare tutto sul carnale e sul fisico. No, io credo che l’amicizia tra
un uomo e una donna sia possibile anche senza il bisogno di un passato
sentimentale. Io un amico così l’ho avuto. Poi, il tempo e la vita ci ha
separati. Ma è stato vicino e importante in momenti molto difficili e delicati
della mia esistenza di allora e l’affetto che provo al suo ricordo è tutt’ora
molto forte e presente.
- Thomas e Rudi, due ragazzi molto
diversi tra loro nel fisico e nel carattere. Sarah non avrà molti dubbi su
quale sia l’uomo della sua vita, anche se qui non lo sveleremo per evitare
spoiler. Fra i due, tu chi sceglieresti?
So già che Rudi è il personaggio che
tra tutti appassiona e conquista. Lo so perché me lo stanno dicendo in tanti.
Alcune mie amiche, addirittura, mi scrivono o mi telefonano e ne parlano come
se avessero appena terminato di parlargli. Questa cosa mi diverte moltissimo.
Sentire i lettori che parlano dei miei personaggi come se fossero vicini di
casa, amici con cui trascorrere una serata di scorribande o una vacanza,
appunto. Ma il mio grande amore, e posso proprio dire “amore” perché tutto il
libro, io l’ho scritto sotto una sorta di ubriacatura sentimentale, è Thomas.
Thomas mi era entrato nella mente, non mi voleva lasciare andare né io volevo
lasciare andare lui. Ho continuato a sentire una sorta di emozione e ossessione
anche dopo molti mesi che avevo scritto la parola fine al romanzo. E infatti,
ispirandomi a Thomas ho scritto addirittura quattro altri racconti, tutti
differenti per tematiche e stile, ma tutti con lui (nomi diversi, fattezze,
situazioni, età differenti, ma sempre “lui” come ispirazione) come
protagonista. Ancora oggi, che il romanzo è stato scritto da ormai qualche anno
e quell’ossessione è svanita, se dovessi scegliere, sceglierei sempre lui.
- Nel libro non manca qualche piccola
citazione musicale, ma se dovessi suggerire una colonna sonora per Mira dritto
al cuore quale sarebbe?
Devi sapere che a parte Nient’altro
che amare, che non ha “playlist”, tutti i miei romanzi – e la maggior parte dei
racconti che ho scritto – sono ispirati
(alcuni sono davvero proprio nati) attraverso l’ascolto e la musica di
alcune canzoni. Sirena all’orizzonte, per esempio, aveva una vera e propria
playlist che avevo utilizzato per identificare i capitoli del romanzo e datarne
le scene essendo un romanzo scritto in flash-back. Non ho potuto utilizzare
però né i testi né i titoli di quelle canzoni per via di regolamento di diritti
Siae e del “fair use” che prevede le citazioni di altre opere solo in
determinati casi. Anche Mira dritto al cuore ha la sua playlist, che non
compare sul libro: per la prima parte, quella del 1987, avevo scelto I
just can’t stop lovin’ you di Michael Jackson; la seconda parte,
invece, prevedeva T’innamorerai di Marco Masini, una delle canzoni più
belle mai scritte, secondo me; per la terza parte, quella del 1996, avevo
scelto E penso a te, di Ivana Spagna; la quarta parte High, dei Lighthouse
family; e per l’ultima parte, quella finale del 2006, Sei
nell’anima di Gianna Nannini canzone capolavoro!
Ecco, questa è la colonna sonora ideale per Mira dritto al cuore.
- Nella vita reale non è sempre facile
esprimere i sentimenti, a volte è così difficile che proprio come i
protagonisti del tuo libro, tendiamo a soffocarli procurandoci enormi
sofferenze. E nei romanzi? È difficile scrivere di sentimenti? Perché sì o
perché no?
Io non so scrivere di nient’altro. Se
non potessi raccontare di sentimenti umani, di incontri, di primi sguardi, di
conflitti interiori, di dubbi ed esitazioni, di dolore e struggimento, di
sofferenza anche fisica, di languori e di brividi, se dovessi abbandonare tutto
questo, non sarei in grado di scrivere nulla. Difficile? Diciamo che procura
parecchia sofferenza. Perché per poterlo fare devi immergerti nell’animo del
personaggio, vivere fino in fondo ciò che vive e sente lui. E ovviamente
toccare la sua sofferenza, se c’è, o l’indifferenza, o la cattiveria. È
faticoso. Soprattutto perché spesso non vuoi che il tuo personaggio preferito
viva quel dolore, quella sofferenza o compia quello sbaglio, agisca in maniera
meschina. È faticoso perché lotti contro il te stesso vero e anche il te stesso
autore che invece sa che il personaggio deve compiere quelle azioni. E allo
stesso tempo, devi ascoltare il personaggio stesso, che spesso non è d’accordo
né con il te stesso vero né con il te stesso autore e decide di andare da
tutt’altra parte e non vuole sentire ragioni. Adesso penserai che sono
completamente pazza, e ti capisco.
- Hai all’attivo diverse pubblicazioni
che suggeriscono, tra l’altro, l’idea di un’autrice poliedrica. Da mamma
appassionata di fantasy non ti nascondo che un titolo ha attirato
particolarmente la mia attenzione: “Mamma
non mamma: la sfida di essere madri nel mondo di Harry Potter”. Ci sveli qualcosa
in proposito?
“Mamma non mamma” è un saggio inserito nell’antologia benefica in
favore di Theodora Onlus, associazione benefica che si occupa di
istruire “medici del sorriso” per i bambini ospedalizzati in tutta Italia, dal
titolo Potterologia, dieci as-saggi dell’universo di J.K. Rowling,
curata da Marina Lenti e pubblicata da Camelozampa nel 2011.
Dieci saggi, appunto, che svisceravano la saga di Harry Potter e che miravano a
dimostrare come i sette libri del
maghetto con la cicatrice a saetta in realtà non fossero solo “libri per
bambini” ma una produzione letteraria molto più complessa e adatta anche a un
pubblico adulto. Un’esperienza stimolante, quella di questa antologia. Primo perché ho potuto lavorare a
diretto contatto con la Guida di Harry Potter Italiana, Marina Lenti,
una scrittrice e professionista straordinaria, con le “ragazze” Camelozampa, Sara
e Francesca, con Livia Rocchi editor e Chiara Segre, autrice
anche lei di un saggio all’interno dell’antologia, oltre al fatto di aver
potuto contribuire in maniera effettiva a fare qualcosa di benefico per gli
altri. Il saggio, nello specifico, analizzava le figure materne, personaggi
“minori” rispetto ai principali Harry, Hermione, Ron, Silente, Piton e
Voldemort, ma importantissime per lo sviluppo della trama e della
caratterizzazione dei personaggi. Era molto lungo, tanto è vero che è stato
diviso in due. Il secondo saggio, “Le madri minori” è al vaglio di Runa
Editrice, che si è detta interessata a pubblicarlo. Chissà se in un
prossimo futuro si potrà leggere…
- F.I.A.E è un forum, è un progetto che, mi è
parso di capire, ti sta particolarmente
a cuore. Ti va di parlarcene?
FIAE è una creatura della quale sono particolarmente orgogliosa.
Sembrerà strano, ma poiché io amo raccontare piuttosto che scrivere, se trovo
qualcosa di già raccontato da altri, degno di essere letto, lo amo come se
fosse mio. E FIAE nasce dall’esigenza di condividere conoscenza in campo
editoriale – siti web sulla scrittura, manuali reperibili in rete di scrittura
creativa, articoli sul settore editoriale e sullo scrivere, concorsi letterari,
esperienze di pubblicazione EAP e NOEAP – e mettersi in gioco a livello
stilistico. FIAE infatti è strutturato in modo che la parte della condivisione
delle informazioni reperibili sul web sia pubblica, ma al suo interno ha anche
una parte “privata”, nascosta, dove gli iscritti mettono a disposizione i loro
scritti e tutti leggono criticamente attraverso una sorta di editing
autogestito che permetta all’autore di rifinire il testo al meglio. Una delle
regole del FIAE al suo interno è infatti l’obbligo di critica severa e
spietata. Se non si è disposti ad accettare questo, si è invitati a uscire dal
gruppo. È un forum che non cerca i
grandi numeri di partecipanti. Chi non partecipa per un po’ di mesi viene
automaticamente messo in stand-by. Può rientrare quando vuole, nel momento in
cui lo ritenesse necessario, ma quello che conta all’interno di FIAE è la
partecipazione e la disponibilità a leggere gli altri, non solo a essere letti.
È stato creato da me e da Fabio Musati, collega scrittore prolificissimo nove
anni fa, con l’intento di aiutarci e aiutare altri ad arrivare alla
pubblicazione non a pagamento. Pensavamo di non durare neppure un mese, e
invece… tutti gli iscritti hanno
pubblicato, non a pagamento, e più di una volta. Alcuni hanno anche vinto premi
letterari di un certo prestigio. Sì, sono orgogliosa di quello che il gruppo
FIAE è riuscito a raggiungere.
- Che consigli daresti a un aspirante
scrittore?
Primo di non aver fretta di
pubblicare. Di non abbattersi se ottiene solo rifiuti. Di valutare, con
tanta umiltà, se il proprio testo non abbia delle pecche e delle ingenuità
al suo interno che provochino questi rifiuti, di essere estremamente accurato
nel presentare il proprio manoscritto facendo attenzione all’ortografia, alla grammatica e
all’impaginazione grafica del testo, di accettare le critiche che gli vengono
mosse e riflettere su di esse, e di non avere paura di riscrivere completamente
anche più volte un testo o addirittura un romanzo. Mira dritto al cuore io l’ho
riscritto tre volte, prima di essere sicura che fosse nella forma giusta e
definitiva. Ma soprattutto di non credersi il genio incompreso del secolo.
Non ci credevo, non volevo crederci,
ma ho letto cose che voi umani…
- Progetti e sogni per il futuro?
Ho scritto un romanzo e il suo
sequel. Un percorso di vita che mi ha anche cambiato interiormente. Ma so che
questo romanzo ancora non è scritto nella maniera giusta. Ha ancora bisogno di
parecchi rimaneggiamenti. Quindi, credo, che quest’estate lavorerò a questo,
penso che lo riscriverò per la quarta, quinta volta, completamente. E ho due
idee, di due romanzi già abbozzati, che vorrei sviluppare. Uno è il romanzo che
“non voglio scrivere” perché affonda pesantemente nel mio intimo, e dovrebbe
attingere alla parte più nascosta del mio io, del mio passato. Non so se sono
ancora pronta a scrivere di questo. Ci sto lavorando su.
- E per concludere in bellezza: a parte
il tuo Mira dritta al cuore ‒ che consiglio io vivamente ‒, che libri ci
suggeriresti di portare in vacanza?
Da molti anni non leggo più libri
della “grande editoria” a parte qualche rarissimo caso, come mi è capitato di
recente, con Carmine Abate “La collina del vento”. Credo che
quest’estate leggerò, sempre di Carmine Abate “Il bacio del pane”. Amo e stimo profondamente questo scrittore,
italiano, calabrese, ghiegghiu (cioè
appartenente a una delle comunità albanesi che si trovano nel crotonese) e
scrittore impareggiabile, vincitore del Premio Campiello nel 2012. Quando
all’una di notte un mio amico libraio mi ha inviato un sms per dirmi che Abate
aveva vinto il premio, ho esultato come se l’Italia avesse vinto i
mondiali. Ma dicevo, appunto, non leggo
più i best seller e compro solo libri editi da piccole case editrici di
qualità. Perciò quest’estate leggerò Marco
Proietti Mancini, Gli anni belli,
edito da Edizioni della Sera,
consiglio di leggere Laura Costantini e
Loredana Falcone, che scrivono romanzi di tutti i generi, dal thriller al
fantasy, alla fantascienza al romance, e hanno una penna davvero spettacolare.
Consiglio il loro “western al femminile”
“Il destino attende a Canyon
Apache”, edito da Las Vegas, un
gioiellino, sul serio, ma anche Fiume
Pagano e il sequel Carne Innocente,
edito da Historica. Consiglio Maria Silvia Avanzato e il suo
meraviglioso Adamante sempre Edizioni della Sera; Polvere, di Francesco Mastinu, romanzo LGBT struggente e bellissimo, purtroppo
troppo corto, (l’ho letto in una notte e ho pregato l’autore di scrivere ancora
su di uno dei due personaggi del libro, tanto la storia mi è entrata nel
cuore!) edito dalla mia casa editrice Runa
Editrice. Sempre della mia casa editrice consiglio La signora della Marra di Tina
Cacciaglia e Per altri sentieri,
di Angela di Bartolo; sicuramente
leggerò Radio Morte, di Gianluca Morozzi e Le Sultane di Marilù Oliva,
scrittori di punta sulla scena editoriale nazionale ma bolognesissimi. E un consiglio,
Il Cavalier Buffone, ebook di Lettere
Animate scritto da un “mio pupillo” FIAE
al suo esordio e appena uscito: Fabrizio
Colonna; sempre di FIAE, in ebook, raccomando invece Numero 52 (Edizioni della
Sera) di Cristiana Pivari,
scrittrice romance geniale e poliedrica che suggerisco di tenere d’occhio
perché è bravissima. E per il momento basta, la lista potrebbe essere
lunghissima ma quando si tratta di parlare di libri, mi entusiasmo e non la
finisco più.
E per saperne di più....
Leggi la mia recensione di Mira dritto al cuore
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