lunedì 24 novembre 2014

Anteprima: I passanti di Laurent Mauvignier

In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, Del Vecchio Editore ci propone...

Titolo: I passanti
Autore: Laurent Mauvignier 
Editore: Del Vecchio
Collana: Formelunghe
Pagine: 192
Prezzo: 14 euro

UNO SGUARDO INEDITO E LUCIDO SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, DALLA PENNA DI UNO DEI MIGLIORI AUTORI FRANCESI DEL MOMENTO

Descrizione:
Come nei primi due romanzi di Laurent Mauvignier, Lontano da loro e La camera bianca, anche ne I passanti, i monologhi in prima persona ruotano intorno a un evento drammatico e doloroso: lo stupro subito da Claire, che però non viene mai nominato. Mauvignier preferisce definirlo per confine, tramite la descrizione di due vite di solitudine e sofferenza narrate a voci alterne: da una parte la vicina di casa e amica di Claire e dall’altra l’uomo che ha violentato Claire una sera di ritorno dalla piscina. Entrambi costruiscono la propria immagine a partire dall’evento drammatico dello stupro. Mauvignier utilizza da maestro il cesello del linguaggio per intagliare due figure, il colpevole e l’amica della vittima, contrassegnate da un infinito senso di inadeguatezza, soffocate dalla solitudine e dalla mancanza di senso, che nella distanza dal mondo si fanno sempre più vicine.

L'autore:
Laurent Mauvignier è uno degli scrittori francesi più apprezzati dal pubblico e dalla critica. Ha all’attivo sei romanzi, tra i quali Apprendre à finir (Editions de Minuit, 2000, Prix Wepler e Prix Livre Inter nel 2001), e Dans la foule (Editions de Minuit, 2006, Prix Fnac). Di Mauvignier sono usciti in Italia: La camera bianca, Zandonai 2008, Lontano da loro, Zandonai 2009, Degli uomini, Feltrinelli 2010, Storia di un oblio, Feltrinelli 2012

Hanno scritto:

"I protagonisti di questo spiazzante romanzo sono accomunati da un senso di manchevolezza, passanti di un'esistenza che non si ferma, perché correre è l'unica cosa che resta da fare quando si sta per cadere”.
Il Venerdì si Repubblica

"In anni di retorica mediatica, pare che solo la letteratura riesca a sfuggire alla banalità del linguaggio che usa parole orribili come "femminicidio".
Mario Fortunato, L’Espresso

“Mauvignier utilizza il metodo della distanza perché più lancinante risulti infine l'effetto, laddove tuttavia il rischio di un eccesso di sentimentalismo
è sempre a un passo, pronto a colpire.”
Enzo Di Mauro, Il Fatto quotidiano

"Mauvignier, ricorrendo al monologo interiore, modula la propria voce sulla base di una sequela di ipotetiche cui affida, con la complicità del lettore,
il disvelamento di differenti possibilità del reale".
Stefano Gallerani, Il Manifesto

“Ma come trovare le parole per esprimere il dolore puro, la sofferenza muta,
brutale, senza riscatto? Invece di inseguire quello che il linguaggio non può dire, Mauvignier sceglie una strada obliqua, immagina la forma di un avvicinamento indiretto.”
L’Indice






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