Titolo: I passanti
Autore: Laurent Mauvignier
Editore: Del Vecchio
Collana: Formelunghe
Pagine: 192
Prezzo: 14 euro
Autore: Laurent Mauvignier
Editore: Del Vecchio
Collana: Formelunghe
Pagine: 192
Prezzo: 14 euro
UNO
SGUARDO INEDITO E LUCIDO SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE, DALLA PENNA DI UNO DEI
MIGLIORI AUTORI FRANCESI DEL MOMENTO
Descrizione:
Come nei
primi due romanzi di Laurent Mauvignier, Lontano da loro e La camera
bianca, anche ne I passanti, i monologhi in prima persona ruotano
intorno a un evento drammatico e doloroso: lo stupro subito da Claire, che però
non viene mai nominato. Mauvignier preferisce definirlo per confine, tramite la
descrizione di due vite di solitudine e sofferenza narrate a voci alterne: da
una parte la vicina di casa e amica di Claire e dall’altra l’uomo che ha
violentato Claire una sera di ritorno dalla piscina. Entrambi costruiscono la
propria immagine a partire dall’evento drammatico dello stupro. Mauvignier
utilizza da maestro il cesello del linguaggio per intagliare due figure, il
colpevole e l’amica della vittima, contrassegnate da un infinito senso di
inadeguatezza, soffocate dalla solitudine e dalla mancanza di senso, che nella
distanza dal mondo si fanno sempre più vicine.
L'autore:
Laurent
Mauvignier è uno
degli scrittori francesi più apprezzati dal pubblico e dalla critica. Ha
all’attivo sei romanzi, tra i quali Apprendre à finir (Editions de
Minuit, 2000, Prix Wepler e Prix Livre Inter nel 2001), e
Dans la foule (Editions de Minuit, 2006, Prix Fnac). Di
Mauvignier sono usciti in Italia: La camera bianca, Zandonai 2008,
Lontano da loro, Zandonai 2009, Degli uomini, Feltrinelli 2010,
Storia di un oblio, Feltrinelli 2012
Hanno scritto:
"I protagonisti di
questo spiazzante romanzo sono accomunati da un senso di manchevolezza, passanti
di un'esistenza che non si ferma, perché correre è l'unica cosa che resta da
fare quando si sta per cadere”.
Il Venerdì si Repubblica
"In anni di retorica
mediatica, pare che solo la letteratura riesca a sfuggire alla banalità del
linguaggio che usa parole orribili come "femminicidio".
Mario Fortunato,
L’Espresso
“Mauvignier utilizza il
metodo della distanza perché più lancinante risulti infine l'effetto, laddove
tuttavia il rischio di un eccesso di sentimentalismo
è sempre a un passo,
pronto a colpire.”
Enzo Di Mauro, Il Fatto
quotidiano
"Mauvignier, ricorrendo
al monologo interiore, modula la propria voce sulla base di una sequela di
ipotetiche cui affida, con la complicità del lettore,
il disvelamento di
differenti possibilità del reale".
Stefano Gallerani, Il
Manifesto
“Ma come trovare le
parole per esprimere il dolore puro, la sofferenza muta,
brutale, senza riscatto?
Invece di inseguire quello che il linguaggio non può dire, Mauvignier sceglie
una strada obliqua, immagina la forma di un avvicinamento indiretto.”
L’Indice
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