Titolo: L'ultima volta ch eti ho detto addio
Autrice: Cynthia Hand
Editore: Harlequin Mondadori
Prezzo: 14,90 (prezzo web 12,67)
Disponibile qui
Descrizione:
Lexie Rigs è un genio della matematica. Tutto per
lei è rigorosamente razionale, così quando inizia a percepire in casa segni
della presenza del fratello, da poco scomparso, non riesce a confidarsi con
nessuno. Di certo non lo può dire a sua madre, già convinta che Tyler sia
ancora con loro. Non può raccontarlo alle amiche nerd come lei, perché la
prenderebbero per pazza. Non può lasciarselo scappare nemmeno con il suo
psicanalista: non vuole certo finire imbottita di farmaci.
Alla fine, lo confida alla vecchia amica e vicina di casa, Sadie, che non si scompone di fronte a quell’assurdità, e anzi la aiuta a capire che cosa potrebbe volere Tyler da lei, se davvero si trattasse di lui. Inizia così per Lexie una sorta di viaggio nelle ultime ore del fratello, e ogni tassello del mistero che circonda la sua morte trova il suo posto. Così Lexie capisce che un fantasma non deve per forza essere reale per impedirti di andare avanti. E ora è il momento di farlo.
Alla fine, lo confida alla vecchia amica e vicina di casa, Sadie, che non si scompone di fronte a quell’assurdità, e anzi la aiuta a capire che cosa potrebbe volere Tyler da lei, se davvero si trattasse di lui. Inizia così per Lexie una sorta di viaggio nelle ultime ore del fratello, e ogni tassello del mistero che circonda la sua morte trova il suo posto. Così Lexie capisce che un fantasma non deve per forza essere reale per impedirti di andare avanti. E ora è il momento di farlo.
L'autrice:
Autrice americana di successo, laureata in scrittura creativa, insegna a sua volta questa disciplina all’università di Pepperdine nella California del Sud. È entrata nella classifica del New York Times grazie alla trilogia Unearthly.La mia recensione:
“La morte è tutto intorno a noi,
dovunque posiamo lo sguardo, qui ogni secondo si uccidono mediamente 1,8
persone. Semplicemente non prestiamo attenzione, finché, un giorno, lo fa
qualcuno che conosciamo bene.”
Per
Lexie il “qualcuno” in questione non è semplicemente una persona che conosce
bene, ma una persona che ama e con cui ha condiviso i momenti più
importanti della sua crescita: suo fratello Ty. Elaborare una perdita non è mai
facile, ma metabolizzare il suicidio di un ragazzo nel fiore degli anni,
all’apparenza solare, è quasi impossibile. Al dolore si somma il senso di colpa
per non aver compreso, per non aver aiutato… la rabbia per una scelta che
appare insensata ed egoista. Le lacrime finiscono per aggrovigliarsi in un
turbine di “se” formando un nodo difficile da sciogliere, eppure riuscirci è
indispensabile per poter andare avanti.
L’ultima volta che ti ho detto
addio racconta proprio questo: il difficile percorso di
risalita di un’adolescente messa a dura prova da un lutto terribile.
Un
diario su cui Lexie, dietro consiglio del suo terapista, cerca di fermare i
ricordi, prima che sbiadiscono e di esternare le emozioni congelate dal dolore
troppo forte per liberarsi in pianto; la vita presente che, nonostante tutto,
va avanti e cerca di ridisegnarsi attorno a un vuoto che ingombra quanto una
massiccia presenza. Sono i due piani narrativi che si alternano dando vita a un
romanzo vibrante di emozioni, che mira dritto al cuore e ci induce a
confrontarci in maniera brutale con una tematica spinosa come quella del
suicidio in età adolescenziale.
Attraverso
gli occhi e i racconti della protagonista emerge anche l’impatto che il
suicidio di Tyler ha sulle altre persone che lo hanno conosciuto e che gli
erano vicine: il padre – che la stessa Lexie non può fare ameno di colpevolizzare per aver distrutto il
nucleo familiare lasciando la moglie per un’altra – la madre che dal dolore
fugge rifugiandosi nell’alcol; gli amici che tendono quasi a voler dimenticare,
forse per paura di legittimare un gesto inaccettabile.
Ma
perché Tyler ha deciso di farla finita? Perché non ha parlato a nessuno del suo
malessere e perché la sorella, pur essendogli molto vicina, non ha saputo percepirlo?
Lexie
è schiacciata da questi interrogativi e dalla consapevolezza di non poterli più
rivolgere all’unica persona in grado di fornirle le risposte. Tuttavia, in un
modo imprevisto quanto incredibile, Ty riesce a tenderle comunque una mano…
Non
aspettatevi fenomeni paranormali; benché
l’autrice “giochi” un po’ con questa idea, regalando alla trama una leggera
aura di mistero, non è di questo che si
parla nel romanzo che, anzi, si connota per il suo forte realismo. Tuttavia un
pizzico di magia si insinua attraverso
il dolore aiutando chi resta: è la magia concreta dell’amore che non svanisce
con un funerale.
Le
persone che amiamo non se ne vanno mai veramente. Non è solo un luogo comune, è
una realtà che, di certo, non può cancellare un vuoto incolmabile ma può aiutare a renderlo più tollerabile e a trovare la
forza necessaria per andare avanti.
Un
libro emotivamente impegnativo che si affronta con il groppo in gola e un senso
di oppressione al petto ma che merita davvero di essere letto perché fa
riflettere sul valore della vita e sull’importanza del perdono – anche di se
stessi.
Il
fatto che Cinthia Hand abbia preso spunto dal suo vissuto personale (anche suo
fratello si è suicidato all’età di diciassette anni) per dar voce a Lexie
conferisce poi un valore aggiunto all’opera e al potere catartico della parola
scritta.
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