Titolo: Anonima
Autrice: Manuela Mannino
Editore: Bookabook
Pagine: 148
Prezzo ebook: 7,99
Prezzo cartaceo: 13,00
Descrizione:
L’esistenza felice e spensierata di Sara è
completamente stravolta: una feroce aggressione del suo fidanzato la riduce in
fin di vita. Uscita dal coma, una verità difficile da accettare la porta a
scappare lontano e sparire. Diventa Ambra, una ragazza diversa, con una nuova
casa in un posto lontano.
Ma Ambra non vive, si rifiuta di
interagire con il mondo circostante perché fugge da un passato che l’ha
profondamente ferita sia nel corpo sia nell’anima. Vuole essere anonima,
scivolare invisibile agli occhi degli altri, senza mai intrattenere relazioni umane.
Solo l’arrivo di un nuovo collega, Luca,
riporterà energia e vita nell’esistenza di Ambra, spingendola a trovare la
forza per tornare agli eventi di otto anni prima e a indagare i silenzi che le
impediscono di andare avanti.
La mia recensione:
Annullarsi per ricominciare; rendersi
anonima per ricostruirsi. Dopo aver subito un forte trauma e aver rischiato di
morire, Sara decide di adottare questa strategia di difesa. Abbandona la sua
famiglia e il paese natale e, assumendo una falsa identità (il suo nome
diventerà Ambra), si trasferisce in un’altra città. Cancellare il passato è
pressoché impossibile, i vecchi ricordi sono sempre lì a tormentarla e a
condizionare la sua esistenza; la terribile esperienza vissuta con il suo ex,
Massimo, l’ha resa diffidente nei confronti degli uomini, ma grazie alla
corazza costruita per difendersi dalle emozioni e dalle delusioni, riesce ad
andare avanti. Le sue sicurezze, tuttavia, cominciano a vacillare quando la
casa di riposo presso cui lavora assume un nuovo medico: Luca Albertini.
Affascinante, dolce, palesemente
interessato a lei, l’affascinante dottore sembra incrinare il suo guscio,
scatenandole emozioni che credeva ormai sopite. È l’inizio di un conflitto
interiore: lasciarsi andare e concedersi una nuova chance di essere felice o
trincerarsi nel proprio bozzolo fatto di solitudine e barriere per non
rischiare di soffrire ancora?
Questo è il nucleo emotivo intorno a cui
si sviluppa Anonima. Concentrandosi
sulla psicologia della protagonista e sulla sua travagliata sfera affettiva, Manuela
Mannino ci narra la voglia di rinascere dopo un’esperienza di violenza, il suo desiderio
di tornare ad amare ed essere amata.
Nonostante le sue resistenze, Luca non
demorde. Il suo interesse nei confronti di Ambra si intensifica giorno dopo giorno,
comprende che la ragazza ha sofferto, che le sue ferite non si sono ancora
cicatrizzate e sceglie di starle comunque vicino. Rispettando i suoi tempi,
prova a scalfire la sua armatura, a scoprire cosa la tormenta per aiutarla a
liberarsi dal dolore e dalla paura, ricominciando a vivere veramente.
Il romanzo racconta la storia d’amore che
scandisce la rinascita della protagonista e contemporaneamente ripercorre le
tappe che l’hanno condotta al punto di rottura. La ricostruzione del passato e
del trauma vissuto avviene per gradi e assume le sfumature di un giallo. Ambra
sa di aver subito una violenza gravissima, sa di essere stata in coma ed è
certa che il suo ex voglia farle ancora del male, tuttavia lei stessa ignora le
motivazioni per cui l’uomo che dichiarava di amarla all’improvviso si è
trasformato in un mostro. La situazione si complica quando scopre che lui la
sta cercando e molto probabilmente sa dove si trova.
Tutto ciò vivacizza la lettura e alimenta
la suspense giacché il puzzle che rappresenta la vicenda di Ambra si compone
poco per volta e, proprio come avviene nei polizieschi, bisogna attendere
l’epilogo per capire cosa è successo.
Per buona parte del libro si ha la
sensazione che nel suo passato si celi una storia di violenza simile a quelle
che accomunano molte donne, invischiate in relazioni con uomini possessivi e
maneschi. In realtà l’autrice ha in serbo per noi qualcosa di diverso, una soluzione
più originale, valida, anche se forse un po’ meno realistica di quel che ci si
aspetterebbe, viste le premesse.
Senza svelarvi nulla, vi anticipo solo che
chiamerà in causa la schizofrenia e una sorta di complotto familiare, degno di
un thriller.
Si tratta di una svolta che di sicuro
sorprende, evitando con una certa abilità un’evoluzione prevedibile, ma che
d’altro canto toglie un po’ di credibilità al racconto, rivelandosi una sorta
di arma a doppio taglio.
Personalmente ho apprezzato molto il
tentativo dell’autrice di scostarsi da solchi già tracciati, ma non sono del
tutto convinta della direzione scelta, probabilmente un maggior approfondimento
del personaggio di Massimo e delle sue problematiche avrebbe reso più
verosimile e più intensa la storia, che
resta comunque interessante e meritevole di essere letta.
Nessun commento:
Posta un commento