mercoledì 21 febbraio 2018

Recensione: Anonima

Titolo: Anonima
Autrice: Manuela Mannino
Editore: Bookabook
Pagine: 148
Prezzo ebook: 7,99
Prezzo cartaceo: 13,00

Descrizione:
L’esistenza felice e spensierata di Sara è completamente stravolta: una feroce aggressione del suo fidanzato la riduce in fin di vita. Uscita dal coma, una verità difficile da accettare la porta a scappare lontano e sparire. Diventa Ambra, una ragazza diversa, con una nuova casa in un posto lontano.
Ma Ambra non vive, si rifiuta di interagire con il mondo circostante perché fugge da un passato che l’ha profondamente ferita sia nel corpo sia nell’anima. Vuole essere anonima, scivolare invisibile agli occhi degli altri, senza mai intrattenere relazioni umane.

Solo l’arrivo di un nuovo collega, Luca, riporterà energia e vita nell’esistenza di Ambra, spingendola a trovare la forza per tornare agli eventi di otto anni prima e a indagare i silenzi che le impediscono di andare avanti.

La mia recensione:
Annullarsi per ricominciare; rendersi anonima per ricostruirsi. Dopo aver subito un forte trauma e aver rischiato di morire, Sara decide di adottare questa strategia di difesa. Abbandona la sua famiglia e il paese natale e, assumendo una falsa identità (il suo nome diventerà Ambra), si trasferisce in un’altra città. Cancellare il passato è pressoché impossibile, i vecchi ricordi sono sempre lì a tormentarla e a condizionare la sua esistenza; la terribile esperienza vissuta con il suo ex, Massimo, l’ha resa diffidente nei confronti degli uomini, ma grazie alla corazza costruita per difendersi dalle emozioni e dalle delusioni, riesce ad andare avanti. Le sue sicurezze, tuttavia, cominciano a vacillare quando la casa di riposo presso cui lavora assume un nuovo medico: Luca Albertini.
Affascinante, dolce, palesemente interessato a lei, l’affascinante dottore sembra incrinare il suo guscio, scatenandole emozioni che credeva ormai sopite. È l’inizio di un conflitto interiore: lasciarsi andare e concedersi una nuova chance di essere felice o trincerarsi nel proprio bozzolo fatto di solitudine e barriere per non rischiare di soffrire ancora?
Questo è il nucleo emotivo intorno a cui si sviluppa Anonima. Concentrandosi sulla psicologia della protagonista e sulla sua travagliata sfera affettiva, Manuela Mannino ci narra la voglia di rinascere dopo un’esperienza di violenza, il suo desiderio di tornare ad amare ed essere amata.
Nonostante le sue resistenze, Luca non demorde. Il suo interesse nei confronti di Ambra si intensifica giorno dopo giorno, comprende che la ragazza ha sofferto, che le sue ferite non si sono ancora cicatrizzate e sceglie di starle comunque vicino. Rispettando i suoi tempi, prova a scalfire la sua armatura, a scoprire cosa la tormenta per aiutarla a liberarsi dal dolore e dalla paura, ricominciando a vivere veramente.
Il romanzo racconta la storia d’amore che scandisce la rinascita della protagonista e contemporaneamente ripercorre le tappe che l’hanno condotta al punto di rottura. La ricostruzione del passato e del trauma vissuto avviene per gradi e assume le sfumature di un giallo. Ambra sa di aver subito una violenza gravissima, sa di essere stata in coma ed è certa che il suo ex voglia farle ancora del male, tuttavia lei stessa ignora le motivazioni per cui l’uomo che dichiarava di amarla all’improvviso si è trasformato in un mostro. La situazione si complica quando scopre che lui la sta cercando e molto probabilmente sa dove si trova.
Tutto ciò vivacizza la lettura e alimenta la suspense giacché il puzzle che rappresenta la vicenda di Ambra si compone poco per volta e, proprio come avviene nei polizieschi, bisogna attendere l’epilogo per capire cosa è successo.
Per buona parte del libro si ha la sensazione che nel suo passato si celi una storia di violenza simile a quelle che accomunano molte donne, invischiate in relazioni con uomini possessivi e maneschi. In realtà l’autrice ha in serbo per noi qualcosa di diverso, una soluzione più originale, valida, anche se forse un po’ meno realistica di quel che ci si aspetterebbe, viste le premesse.
Senza svelarvi nulla, vi anticipo solo che chiamerà in causa la schizofrenia e una sorta di complotto familiare, degno di un thriller.
Si tratta di una svolta che di sicuro sorprende, evitando con una certa abilità un’evoluzione prevedibile, ma che d’altro canto toglie un po’ di credibilità al racconto, rivelandosi una sorta di arma a doppio taglio.
Personalmente ho apprezzato molto il tentativo dell’autrice di scostarsi da solchi già tracciati, ma non sono del tutto convinta della direzione scelta, probabilmente un maggior approfondimento del personaggio di Massimo e delle sue problematiche avrebbe reso più verosimile e più intensa  la storia, che resta comunque interessante e meritevole di essere letta.





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